Dietro alla truffa della benzina potrebbe celarsi uno largo smercio di carburante e gasolio che potrebbe andare ben oltre la città di Napoli: le indagini della Guardia di Finanza stanno cercando, con analisi approfondite della scientifica, di reperire l’origine della benzina che arrivava nei due distributori sequestrati. Si vuole tentare di capire da chi fosse stato acquistato quella benzina e se vi fossero dei collegamenti-traffici illeciti tra le due pompe truffaldine ed eventuali smerci esteri di contrabbando. Come visto anche nel video qui sotto, il trucco del telecomando potrebbe non essere l’unico messo a punto dall’ingegno criminale dei due gestori delle stazioni di servizio: in attesa di ricevere gli esiti delle analisi di laboratorio sui campioni prelevati nei distributori potranno chiarire anche provenienza e qualità, gli inquirenti hanno disposto l’immediata chiusura dei benzinai e controlli a tappeto su altri distributori del centro di Napoli per provare a capire se la truffa fosse anche allargata.



IL TRUCCO DEL TELECOMANDO

Ignari automobilisti che erano soliti rifornire le proprie automobili nei distributori del centro di Napoli, solo oggi hanno appreso di aver acquistato per chissà quanto tempo “aria” al posto del classico carburante. I militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria del capoluogo campano hanno scoperto la truffa a scapito dei consumatori messa in atto da due impianti, ora posti entrambi sotto sequestro e che si basava sull’attuazione di due metodi. Il primo, clamoroso, vedeva l’utilizzo di un telecomando da parte del gestore del distributore. In questo caso, al momento del rifornimento, l’operatore infilava una mano in tasca in contemporanea all’estrazione della pistola erogatrice del carburante e attraverso l’uso di un telecomando bloccava l’erogazione stessa della benzina. Nonostante tale azione però, il contatore del prezzo continuava tranquillamente ad avanzare, ma nel serbatoio dell’auto del malcapitato automobilista l’erogazione si interrompeva del tutto. Un metodo ingegnoso e ben studiato che veniva azionato all’occorrenza ma tuttavia scoperto e che fino ad oggi ha portato ad addebitare all’ignaro cliente il costo dell’aria e non del reale carburante. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



SEQUESTRATI 2 DISTRIBUTORI IN CENTRO A NAPOLI

Un “trucco” che andava avanti da anni, forse, in pieno centro a Napoli con centinaia di migliaia di automobilisti fregati da due distributori di benzina che erogavano quantità di aria invece che il classico pieno di carburante: questa mattina, come spiega il Mattino, sono scattati i sigilli della Guardia di Finanza in ben due impianti di carburante del centro di Napoli dopo aver svelato una truffa che da tempo andava avanti su completa “gestione” dei titolari delle pompe che potevano “decidere” quanta benzina erogare mentre il totalizzatore del prezzo scorreva ugualmente. Sequestrate le due strutture, tra via Marina e Via de Gasperi, «una “pompa bianca” e un Total Erg, utilizzavano ingegnosi trucchi per truffare i clienti e evadere il fisco», spiegano dal nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli assieme al comando del colonnello Domenico Napolitano. Nel primo distributore di benzina sequestrato andava in scena un modificato e complesso sistema tecnologico: in pratica nel momento in cui veniva estratta la pistola erogatrice, il benzinaio metteva una mano in tasca sino alla fine del rifornimento «per azionare un telecomando capace di imprimere un’accelerazione al conteggio dei litri, collegandosi con un apparecchio ricevente in radiofrequenza installato sulla colonnina di distribuzione», spiega il Mattino.



TUTTI I TRUCCHI DEI BENZINAI “FURBETTI”

A quel punto l’operazione di fine criminalità truffaldina prevedeva che una minuscola leva posizionata in un tombino sotterraneo faceva di fatto girare a vuoto il totalizzatore del prezzo non facendo però uscire più benzina bensì aria: il “genio” della pompa di benzina ora dovrà rispondere di un bel po’ di accuse, idem il suo collega individuato nell’altro distributore. Qui il meccanismo fraudolento raccontato dalla GdF precedeva l’uso di “piombi amovibili ai misuratori del carburante” che i gestori utilizzavano per rimuovere i sigilli senza l’autorizzazione e manipolare così i totalizzatori del prodotto. Facendo così, spiega il Mattino «era possibile scalare il contatore dei litri sulla colonnina senza far transitare in contabilità i corrispondenti quantitativi di benzina e diesel». L’ipotesi di reato successiva è che, con la truffa e la frode fiscale, ci fosse anche un possibile smercio di benzina e gasolio di contrabbando dietro alla truffa per le centinaia di automobili “ignare” dell’inganno.