Accuse nei confronti dell’ex fidanzata di Giosuè Ruotolo, condannato in primo grado per il duplice omicidio dei fidanzati Trifone Ragone e Teresa Costanza, ammazzati fuori dal palazzetto dello sport di Pordenone a marzo del 2015. Stando alle ultime indiscrezioni sottolineate in particolare dal noto programma di Rai Tre, Chi l’ha visto?, Mariarosa Patrone finirà alla sbarra con le accuse di favoreggiamento e false dichiarazioni. Secondo quanto affermano gli inquirenti a seguito di appurate indagini, Mariarosa avrebbe aiutato il suo ex fidanzato, chiedendo alle amiche di Somma Vesuviana (provincia di Napoli) di non parlare di alcuni argomenti, a cominciare dalle presunte molestie che il condannato avrebbe rivolto a Trifone e Teresa su Facebook, uno degli aspetti chiave tra l’altro dell’intero processo, definito dalla corte il “fulcro del movente”. La posizione di Mariarosa è inoltre al vaglio degli inquirenti anche per via della cancellazione di alcuni messaggi scambiati con Ruotolo e che potrebbero riguardare i fatti avvenuti nel parcheggio del palasport di Pordenone.



OMICIDIO TRIFONE E TERESA: MARIAROSA PATRONE A PROCESSO

La ragazza sarebbe stata interrogata dai pubblici ministero il 23 settembre del 2015 presso la caserma dei carabinieri di Pordenone, e in quell’occasione smentì che fra il suo ex e Ragone vi fossero degli screzi: tale testimonianza risulterebbe in realtà essere falsa, visto che pare che Mariarosa fosse appunto a conoscenza dell’astio fra i due. Ricordiamo che Giosuè Ruotolo, l’ex compagno della 26enne studentessa universitaria, è stato condannato in primo grado all’ergastolo, ritenuto colpevole dell’omicidio della coppia di fidanzati. Ruotolo si è sempre dichiarato innocente ed ha deciso assieme al pool dei suoi avvocati di fare ricorso in appello. Lo scorso 19 gennaio si è tenuta la quarta udienza del processo presso la Corte d’Assise di Trieste e in quell’occasione uno dei legali dell’accusa aveva spiegato: «La difesa ha tentato in qualche modo di screditare i testimoni e anche altri militari, ma è proprio Ruotolo che ha detto falsità. Ritengo che la sentenza della Corte d’Assise sia granitica e che non sia stata scalfita dall’arringa difensiva».

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