Svolta nel processo per la strage di Bologna: nell’ambito del processo che vede imputato l’ex Nar Gilberto Cavallini per l’attentato che portò alla morte di 85 persone il 2 agosto del 1980, la Corte d’Assise del capoluogo emiliano ha disposto la riesumazione della salma di Maria Fresu. La donna, 23 anni, è stata una delle 85 vittime insieme alla figlia Angela. Come riportato da Sky Tg24, la decisione della Corte è stata quella di concedere un’ultima proroga di 60 giorni per effettuare la perizia chimico-esplosivistica. L’imputato ha invece chiarito alcune dichiarazioni rese nella scorsa udienza: “Era evidente che non ho mai inteso e mai intenderò mancare di rispetto ai parenti delle vittime e al loro dolore. Certamente mai presenterò contro di loro denuncia”. Cavallini si è detto  infatti intenzionato a ricorrere nel caso soltanto contro gli estensori della “scheda Cavallini”.



STRAGE DI BOLOGNA, LA “SCHEDA CAVALLINI”

La scheda Cavallini è una parte degli esposti presentati alla Procura dai legali dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna che oltre agli 85 morti provocò alla stazione emiliana 200 feriti. Gilberto Cavallini sostiene infatti che all’interno della scheda siano contenute “numerose falsità, calunnie e inesattezze” su di lui e sulle quali ha “tutto il diritto di replicare secondo la legge”. A respingere la solidarietà dell’ex Nar (Nuclei Armati Rivoluzionari) è stato Paolo Bolognesi, il presidente dell’associazione dei familiari delle vittime del 2 agosto 1980, che ha commentato: “Della sua solidarietà non me ne faccio assolutamente un baffo. Uno fa questi discorsi di solidarietà poi ti dice che farà di tutto per arrivare alla verità, ma ammanta tutto con ‘non ricordo’, ‘non so’, ‘non mi viene’. D’accordo che sono passati 40 anni, ma parliamo della strage di Bologna e delle sue amicizie e conoscenze dell’epoca”.

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