Elisa Amato, la 29enne uccisa dall’ex fidanzato Federico Zini, è stata picchiata prima di essere ammazzata a colpi di pistola. Il particolare agghiacciante è emerso dall’autopsia sul cadavere dopo mesi di attesa. Finalmente il medico legale Marco Di Paolo ha depositato l’autopsia disposta dalla Procura di Pisa subito dopo l’omicidio-suicidio. Ci sono voluti nove mesi per sapere che la giovane commessa è stata uccisa a Prato, a Galciana, sotto casa. Secondo quanto emerso dall’esame autoptico, l’orario della morte è collocabile intorno alle tre di notte, la stessa ora in cui alcuni residenti hanno udito distintamente il rumore di tre colpi di pistola. Sono gli spari che Federico Zini ha inflitto alla ex. Con il primo l’ha colpita sull’avambraccio destro, il secondo – quello che si è rivelato mortale – ha perforato il polmone sinistro e cuore, il terzo il fegato. Avendo perso moltissimo sangue, Elisa Amato è morta quasi subito. (agg. di Silvana Palazzo)



ELISA AMATO PICCHIATA PRIMA DEGLI SPARI

Tutti i colpi sono entrati nel corpo di Elisa Amato da destra. Un dettaglio che conferma il fatto che la 29enne fosse seduta in auto dal lato del guidatore quando l’ex fidanzato le ha sparato senza pietà. Il particolare più terribile però, rivela La Nazione, riguarda i segni sul volto della ragazza. Il viso aveva due lesioni evidenti e poi ci sono due incisivi rotti. Il sospetto è che la commessa sia stata picchiata da Federico Zini prima di essere ammazzata a colpi di pistola. Secondo il medico legale, i segni potrebbero essere compatibili con lo spostamento del corpo all’interno dell’auto, ma è difficile pensare che gli incisivi si siano rotti così. Quando i due sono stati trovati, Elisa era rannicchiata sotto il cruscotto della macchina: è probabile che il calciatore l’abbia messa lì per nasconderla prima di girovagare in macchina. Arrivato al campo sportivo di San Miniato, si è sparato togliendosi la vita. L’autopsia ha chiarito la dinamica di quell’omicidio-suicidio. Ora il fascicolo tornerà a Prato per competenza territoriale. E il pm non potrà fare altro che procedere con l’archiviazione. (agg. di Silvana Palazzo)



NESSUNA FONDAZIONE NEL NOME DI FEDERICO ZINI

Lo scorso 26 maggio 2018 il calciatore Federico Zini uccise l’ex fidanzata Elisa Amato per poi togliersi la vita, oggi la Regione Toscana ha deciso di non far luogo all’iscrizione della fondazione nel suo nome con sede in San Miniato (provincia di Pisa) nel registro regionale delle persone giuridiche. Come riportano i colleghi de La Nazione, i consiglieri regionali del Partito Democratico Nicola Ciolini ed Enrico Sostegni hanno espresso soddisfazione per «decisione, che va esattamente nella direzione che avevamo indicato anche con un voto all’unanimità del Consiglio regionale. Le parole sono importanti e, nel caso del nome di una fondazione, l’intitolazione a una persona che si è macchiata del crimine orrendo del femminicidio, ciò lo è ancora di più».



LA DECISIONE DI REGIONE TOSCANA

Un omicidio-suicidio che sconvolse la comunità di San Miniato, con il calciatore 26enne che ammazzò l’ex compagna nella sua auto per poi suicidarsi. I due consiglieri evidenziano: «Nelle motivazioni espresse in questo atto ci sono proprio le riflessioni che avevamo fatto chiamando l’Assemblea regionale ad esprimersi sulla tragica vicenda di Elisa Amato». Una fondazione legata al contrasto alla violenza sulle donne, con gli esponenti dem che ribadiscono che «pur essendo oggettivamente meritevole di tutela giuridica, rimane tuttavia collegata all’intitolazione personale della denominazione che la identifica. Tale denominazione – nel sollevare evidenti sentimenti di sdegno – finisce per offuscarne gli scopi e, ingenerando confusione, reca pregiudizio all’effettiva portata operativa della Fondazione». Alessandra Nardini ha sottolineato: «Non possiamo che accogliere positivamente il diniego all’iscrizione al registro regionale delle associazioni, nel rispetto della memoria di Elisa e di tutte le donne vittime della violenza di genere e nel rispetto della chiarezza di un messaggio culturale che deve essere inequivocabile».