Sono ancora numerosi i dubbi sull’omicidio del piccolo Giuseppe, il bimbo di sette anni ucciso a Cardito dal patrigno. La trasmissione Chi l’ha visto continua nella sua ricerca della verità ed oggi ha riproposto le parole dell’avvocato dell’uomo, Tony Brade, il quale ha letto le carte con le sue dichiarazioni rese e quelle della mamma Valentina. “Insieme a Valentina ho rasato i capelli della sorellina pensando che avesse una ferita alla testa”, legge l’avvocato di Tony. Eppure, la madre aveva detto che la furia dell’uomo si era scatenata solo domenica mattina a differenza di quanto dichiarato agli inquirenti dal suo compagno, per il quale invece la violenza era cominciata da sabato. “Valentina ha cercato di fermarmi, non escludo che le abbia dato un morso sulla schiena e si è fermata”, prosegue Tony. Tanti i dubbi sui movimenti dell’uomo il giorno dell’omicidio di Giuseppe. “Sono tornato a casa ed ho trovato Giuseppe sul divano, morto”, le parole del patrigno agli inquirenti, messe agli atti. Nessuno tra le 9 e le 14 ha chiamato i soccorsi, neppure la madre. A farlo è stato solo Rafael, fratello di Tony. A detta dell’avvocato Michele Coronella, legale di Tony, i bambini venivano picchiati abbastanza spesso. “Per non spaventarsi fino a tal punto che la cosa gli era sfuggita di mano, si vede che già altre volte si sono comportati così”, commenta il legale. Eppure nessuno avrebbe mai notato lividi e segni sui loro corpi. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



MAMMA DI GIUSEPPE “PICCHIATI SPESSO, MAI FATTO NULLA”

Sono passate ormai quasi due settimane dalla morte del piccolo Giuseppe, il bimbo di 7 anni ucciso di botte dal patrigno in quel di Cardito, ma la rabbia e il dolore per la terribile scomparsa di questo piccolo innocente non sembrano volersi affievolire. Oggi la trasmissione Chi l’ha visto? ha fornito nuovi raccapriccianti particolari sulla vicenda, intervistando l’avvocato di Tony Badre (in carcere con l’accusa di omicidio), il legale Michele Coronella. Si è cercato in particolare di fare luce sull’atteggiamento della madre Valentina, incapace di reagire di fronte alle violenze subite dal figlio, ed una delle figure più controverse dell’intera questione. «Ho provato a difenderlo ma non ci sono riuscita – le parole ai gip della donna – Tony mi ha morso e io mi sono fermata. Mi sono completamente bloccata vedendo Giuseppe e sua sorella in quelle condizioni». Valentina ha provato a soccorrere il figlio con degli asciugamani per tamponare l’emorragia, ma le sue condizioni erano disperate. «Aveva picchiato già diverse volte i bambini, ma mai così forte – aggiunge Valentina – picchiava anche a me, ma non l’ho mai denunciato». Il pestaggio sarebbe avvenuto fra le 9 e le 10 di mattina, ma solo attorno alle 14:00 vennero chiamati i soccorsi: perché Valentina non ha fatto nulla? Forse la verità la regala, a sua insaputa, l’altra figlia pestata ma fortunatamente viva: «Finalmente me ne vado da quella casa». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



CARDITO, LA BEFFA DELLA FOTO SUI MANIFESTI

La foto che finora abbiamo sempre visto, in riferimento alla tragedia del piccolo Giuseppe, il bambino di sette anni ucciso di botte nella sua casa a Cardito (Napoli) dal suo patrigno, non immortala realmente la vittima. Quell’immagine comparsa anche sui manifesti del bambino, non è la sua ma, come ha spiegato ieri Federica Sciarelli nella puntata di Chi l’ha visto, “è la foto di un bambino sorridente, di lui invece una foto di quando sorride non ce l’abbiamo”. Non c’è ancora una spiegazione della tragedia avvenuta nei giorni scorsi e la domanda principale oggi resta sempre la medesima: cosa ha fatto la madre del piccolo per evitare che ciò accadesse? E soprattutto, mentre i bambini venivano picchiati lei dov’era? Domande che sono state poste dall’inviata di Chi l’ha visto proprio alla madre Valentina, confermando la sua presenza sulla scena del massacro. A molte domande della giornalista però, come ad esempio quella relativa ai lividi visti da una maestra del piccolo, la donna aveva preferito non rispondere, limitandosi a dire: “Stanno dicendo tante cose che non sono vere…”. Alla domanda sui motivi delle loro frequenti liti, poi, Valentina aveva smentito di aver avuto una discussione il giorno della tragedia. Valentina avrebbe poi raccontato anche agli inquirenti di essere rimasta sotto choc, motivo per il quale non sarebbe intervenuta per salvare i suoi bambini dalla furia omicida del compagno Tony Badre.



ORRORE A CARDITO: TUTTI I DUBBI

A distanza di oltre una settimana dalla tragedia di Cardito, sono ancora numerosi i dubbi su quanto accaduto in quella casa dove il piccolo Giuseppe ha trovato la più violenta delle morti mentre la sorellina è riuscita a salvarsi per miracolo dalla furia assassina del patrigno. La trasmissione Chi l’ha visto, nella puntata di ieri ha ricostruita l’intera vicenda attraverso le parole di Tony, lette dal suo avvocato difensore, Michele Coronella. Il pestaggio ai due bimbi sarebbe iniziato sin dal sabato sera. A non essere risparmiata anche la bambina al punto che madre e compagno le rasano tutti i capelli per capire l’entità dei danni inflitti. La mattina successiva, giorno del massacro, le botte ai due fratellini sarebbero iniziate sin dalle prime ore del giorno, mentre la madre dormiva, secondo le dichiarazioni di Tony. Da quello che trapela dall’ordinanza, Valentina “ha cercato di fermarmi”, dice Tony, cercando però solo una volta di proteggere i suoi bambini. Il compagno le avrebbe dato un morso che avrebbe frenato la donna. Agli inquirenti, Valentina dice invece di aver provato a difendere il bimbo venendo fermata violentemente dal compagno. Poi avrebbe aggiunto di essere rimasta bloccata per lo choc, sebbene emerga dalle sue parole una certa lucidità su quanto accaduto, al punto da aver raccontato come avrebbe trasportato il piccolo sul divano, ma senza mai chiamare i soccorsi. “Non ho mai denunciato né chiamato nessuno”, ha poi riferito rispetto alle violenze subite dalla stessa da parte dell’uomo. In riferimento alla mattina della tragedia, Tony dice di essere uscito tre volte e di essersi recato in una prima farmacia, la quale però non conferma le parole del ragazzo. Più tardi sarebbe nuovamente uscito per dirigersi verso un’altra farmacia ma che non sarebbe stata di turno domenica 27 gennaio. In realtà ci sono dubbi anche sul fatto che sia realmente uscito quella mattina.