Si è svolto questa mattina l’interrogatorio di convalida del fermo di Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano, accusati di tentato omicidio con l’aggravante della premeditazione di Manuel Bortuzzo, il giovane rimasto paralizzato dopo essere stato raggiunto da un colpo di pistola all’Axa. Come riporta l’Agenzia di stampa Ansa, però, i due giovani si sono avvalsi della facoltà di non rispondere: “Oggi non hanno risposto alle domande del gip perché quello che avevano da dire lo hanno già detto mercoledì sera in Questura”, ha affermato l’avvocato Giulia Cassaro, difensore dei due ragazzi. L’interrogatorio si è svolto nel carcere Regina Coeli. “Stanno male per quanto hanno fatto, come hanno già dichiarato l’altra sera”, ha aggiunto l’avvocato. Il gip del Tribunale di Roma Costantino De Robbio ha confermato i due fermi parlando di “omicidio brutale senza motivo” già programmato. Riconosciuta dunque l’aggravante della premeditazione. Per i due indagati il gip ha disposto la custodia cautelare in carcere, come aveva chiesto la Procura. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
L’ALLENATORE IRONICO “HA 2 ATTRIBUTI DA DINOSAURO”
Manuel Bortuzzo è sveglio da due giorni, ha scoperto di aver perso l’uso delle gambe, ma non si è abbattuto, conscio che la sua vita da ora in avanti sarà più difficile ma comunque affiancata da persone che lo amano. In questi giorni sono state numerosissime le manifestazioni d’affetto nei suoi confronti, a cominciare dai genitori, passando per la fidanzatina Martina di soli 16 anni, e arrivando fino ad amici e persone a lui vicino. Molte le visite ricevute da Bortuzzo al San Camillo, e oggi Manuel dovrebbe incontrare anche il suo allenatore, Christian Galenda: «Mi sono organizzato per oggi per andarlo a trovare – le parole del tecnico intervistato dai microfoni del programma Mattino 5 – l’ho sentito al telefono e mi ha detto che sta bene. L’ho sentito di buonumore, non ce l’aspettavamo, è un vero guerriero come ha sempre dimostrato in acqua». Poi Christian ha raccontato un simpatico aneddoto: «Quando l’ho sentito l’ultima volta gli ho detto che ha degli attributi da dinosauro: penso sia stata una grande prova di forza per un ragazzo di soli 19 anni». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MANUEL BORTUZZO, LE RISATE DOPO GLI SPARI
Li ha riconosciuti non appena il papà gli ha fatto vedere la foto: Manuel Bortuzzo ha riconosciuto chi gli ha sparato, il che conferma quanto vicini fossero passati i due arrestati – Daniel Bazzano e Lorenzo Marinelli – quella dannata sera all’Axa poco prima di sparagli alle gambe: lo ha raccontato Franco Bortuzzo ieri mentre in parallelo si svolgevano i decisivi controlli sulle immagini di videosorveglianza (poi pubblicati anche dal Tempo.tv) in cui si scopre come che la prima versione dei rei confessi non collima perfettamente con la realtà dei fatti. Niente cappellino, non gesticolava, ma semplicemente stava prendendo delle sigarette assieme alla fidanzatina: lo chiamano, si gira di scatto, e partono i colpi fatali. «Manuel sta bene, il decorso post-operatorio è riuscito. Non hanno ancora sciolto la prognosi, penso che nella giornata di domani, massimo dopodomani sarà fatto, e quindi potrà essere sistemato in reparto. Poi – ha aggiunto – troveremo una clinica adatta a lui per la spina dorsale. S’è saputo degli arresti, ho detto a lui. Gli ho fatto vedere le fotografie di chi gli ha sparato, e ha riconosciuto anche chi gli ha sparato. Non li aveva mai visti prima. Quello che dicono? Della gravità potevano rendersi conto anche dopo dieci minuti. Sono imbarazzato per cosa dicono», ha spiegato ancora il papà di Manuel.
IL RACCONTO DI MARINELLI E LE “OMISSIONI”
Un passaggio importante dell’intervista fuori dall’ospedale San Camillo di Roma vede Franco Bortuzzo sottolineare un elemento sacrosanto: «loro dicono di aver sbagliato persona e sono dispiaciuti per questo». Ebbene, il vero sbaglio «è stato prendere un’arma e partire fuori la mattina per cercare la persona. Manuel – ha concluso il papà – reagisce molto bene, è forte perché abituato a nuotare, a stare solo. Sa come comportarsi, è un uomo e quindi sa cosa deve fare». Intanto dalle indagini e testimonianze emerge come Marinelli e Bazzano ridessero prima di lanciare il loro agguato a chi, dicono, pensavano li avesse minacciati poco prima nel pub di piazza Eschilo. «Se pijamo la piazza (Ci prendiamo la piazza, ndr)», avrebbero poi urlato dallo scooter, tronfi di aver ancora una volta “segnato il territorio” nel quale dominavano (pare, ma il tutto andrà ricostruito al processo) con lo spaccio di droga. «Avevo bevuto otto bicchieri di amaro del Capo, assumo cocaina una volta al mese ma non quella sera. Dopo essere stati aggrediti, siamo tornati ad Acilia a prendere lo scooter, ho dissotterrato la pistola che avevo trovato due mesi prima in un campo e siamo tornati al locale. Daniel non sapeva che ero armato, ho esploso i colpi in direzione di un ragazzo che ho visto muoversi. Ho sparato in corsa, non ero sicuro di averlo colpito, ho detto a Daniel di continuare dritto e portarmi da mio figlio. Sono profondamente scosso, non so davvero capacitarmi del mio gesto», è il racconto di Marinelli, come riportato dal Corriere della Sera. Eppure ci sarebbero una serie di omissioni e punti che non tornano, come ad esempio i nomi di chi fossero i destinatari delle pallottole, salvo aver sbagliato persona: «Siamo distrutti, vogliamo chiedere scusa alla famiglia di Manuel con una lettera che manderemo ai genitori», fanno sapere i due arrestati tramite gli avvocati.