Manuel Piredda è morto nel tentativo di uccidere la moglie Valentina? Questo aveva sentenziato la prima inchiesta della Procura di Cagliari, ma l’ostinazione della mamma del giovane sardo, Roberta Mamusa, ha fatto sì che il caso venisse riaperto. Intervistata da Quarto Grado, la donna si è detta desiderosa di andare fino in fondo per portare la verità alla luce, convinta com’è che il figlio non fosse “il mostro” che tutti hanno descritto:”Non abbiamo più nulla da perdere, tutto quello che avevamo lo abbiamo perso”. Già nel 2016 i legali della famiglia di Manuel Piredda avevano presentato una denuncia contro Valentina accusandola di omicidio. Come riportato dalla trasmissione di Gianluigi Nuzzi, però, quella denuncia era stata archiviata e rigettata. La perseveranza della mamma di Manuel ha portato nell’agosto del 2017 all’apertura di un altro fascicolo d’inchiesta, mentre nel 2018 il gip ha disposto l’incidente probatorio sul corpo del figlio, che è stato riesumato. Dopo 12 mesi il clamoroso colpo di scena: in aula è stata infatti discussa la perizia del medico legale Elena Mazzeo e della tossicologa Claudia Trignano secondo cui Manuel non sarebbe morto nell’incendio ma per asfissia.
MANUEL PIREDDA, “MORTO PRIMA DELL’INCENDIO”
Nei polmoni di Manuel Piredda non sono state ritrovate tracce di fumo, segno inequivocabile che il giovane sarebbe morto prima dell’incendio, come invece sostenuto dalla Procura. Elisabetta Sionis, consulente legale della famiglia, a Quarto Grado ha sottolineato:”Le vie respiratorie erano completamente libere. Quando è stato attinto dalle fiamme, ma anche dal liquido infiammabile, il ragazzo era già morto”. Lo stesso avvocato della famiglia, Flavio Locci, ha ribadito: “Noi siamo sereni che alla fine saranno confermati i risultati che hanno avanzato i periti”. Dalla stessa perizia sarebbe emerso inoltre che il giovane è stato attinto dalle fiamme soltanto sulla parte frontale del corpo. Questo, secondo i legali della famiglia della vittima, confermerebbe come Manuel fosse già steso quando l’incendio è divampato e di fatto non avrebbe potuto in alcun modo essere lui stesso ad averlo appiccato. Una settimana fa, sulla tomba del figlio Manuel, che il 2 febbraio scorso avrebbe compiuto 36 anni, i genitori del ragazzo hanno rivolto un appello a non infangare più la sua famiglia e si sono rivolti direttamente alla nuora, Valentina Pitzalis, l’ex moglie che il 18 aprile 2011 rimase sfigurata.
MANUEL PIREDDA, LA VERITA’ DI VALENTINA PITZALIS
Completamente diversa è la verità di Valentina Pitzalis, la moglie di Manuel che fin da quando arrivò in ospedale in fin di vita per le ustioni sostenne che era stato proprio il marito ad averle dato fuoco. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la donna attraversava un momento di crisi con il Piredda, che l’avrebbe attirata nella loro casa con la scusa di un documento che serviva al suo avvocato per attestare il suo avvenuto cambio di residenza. Una volta arrivata a casa, però, la donna sarebbe stata aggredita da Manuel, che le avrebbe riversato addosso una tanica di benzina dandole fuoco. E’ possibile che le cose siano andate diversamente? Può essere che Valentina abbia sopraffatto Manuel senza lasciargli alcun segno sul corpo, lo abbia ricoperto di liquido infiammabile e sia rimasta sfigurata calcolando male i tempi e le modalità dell’incendio costato la vita a Manuel? Per farlo la ragazza dovrebbe aver agito in 4 minuti e 6 secondi, ovvero l’esatto tempo calcolato dalla chiamata in cui Valentina ha detto al Piredda di essere arrivato a casa fino alla chiamata dei soccorsi da parte dei vicini.