Giosuè Ruotolo ha espresso un solo commento dopo la lettura della sentenza d appello che ha confermato la condanna all’ergastolo a suo carico per il duplice omicidio di Teresa Costanza e Trifone Ragone. «Non è giusto che paghi io per questi fatti che non ho commesso». Uno dei suoi difensori, l’avvocato Roberto Rigoni Stern, a cui Ruotolo ha espresso il proprio sfogo, ha spiegato che l’ex militare «è affranto perché era convinto di riuscire a persuadere i giudici della sua estraneità». Dopo la lettura della sentenza d’appello Giosuè Ruotolo è stato riportato nel carcere di Belluno. Entrando nel merito della sentenza, l’avvocato Rigoni Stern ha aggiunto: «Riteniamo che questa sia stata una grande ingiustizia, alla luce della prospettazione complessiva dei fatti, dove non c’è assoluta certezza che Ruotolo fosse sulla scena del delitto». L’avvocato di parte civile, Carla Sgarito, è di diverso avviso: «Una vicenda spiacevole per tutti, però l’ha voluto lui, Giosuè». E spiega che «indizi e prove portano a lui». (agg. di Silvana Palazzo)
LA REAZIONE DI GIOSUÈ RUOTOLO
Ergastolo confermato per Giosuè Ruotolo: questa la sentenza della corte d’appello nei confronti del giovane accusato di aver compiuto il duplice omicidio dell’ex commilitone Trifone Ragone e della sua fidanzata Teresa Costanza, passato tristemente alla storia come il delitto di Pordenone. Come riportato da Il Messaggero Veneto, in seguito al pronunciamento della Corte d’assise d’appello di Trieste, veementi sono state le proteste della mamma del 29enne di Somma Vesuviana, che dopo la lettura del verdetto ha più volte urlato:”Questa non è giustizia, questa non è giustizia”. Visibilmente contrariata, ma di certo più contenuta, la reazione dell’imputato: durante la lettura del provvedimento, Michele Ruotolo ha infatti scosso la testa facendo cenno di no, rimanendo con lo sguardo basso. “Siamo contenti perché l’assassino va dietro le sbarre ma non abbiamo più Teresa e questa è la cosa più brutta che c’è. Credo si appelleranno e siamo pronti a combattere anche là”, ha detto Rosario Costanza, papà di Teresa. (agg. di Dario D’angelo)
LEGALI RUOTOLO, “MANCA PROVA REGINA”
E’ stato confermato l’ergastolo per Giosuè Ruotolo, il 29enne ritenuto colpevole di aver assassinato in quel di Pordenone i due fidanzati Teresa Costanza e Trifone Ragone. Anche in appello il ragazzo di Somma Vesuviana viene quindi condannato al carcere a vita, dopo la sentenza già emessa in primo grado. Soddisfatto il padre di Teresa, Rosario Costanza, che subito dopo le parole del giudice ha spiegato: «La giustizia ha fatto un altro importante passo in avanti non abbiamo mai creduto all’innocenza di Ruotolo. Ora aspettiamo la Cassazione». La corte d’assise d’appello di Trieste ha accolto tutte le richieste del procuratore generale, e a questo punto manca solamente l’ultimo grado di giudizio, la Cassazione, prima delle sentenza definitiva. Eppure, fino all’ultimo, il 29enne Ruotolo ha provato a difendersi, spiegando di non aver ucciso nessuno. Gli avvocati del ragazzo napoletano, Ronberto Rigoni Stern e Giuseppe Esposito, hanno sempre sostenuto che il loro cliente, al momento del duplice omicidio risalente al 17 marzo del 2015, non si trovava nel parcheggio dove appunto è stato commesso il fatto, ma che era andato via prima del delitto. Gli avvocati hanno parlato di processo “del tutto indiziario” e dove manca “la prova regina”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
DELITTO PORDENONE: ERGASTOLO CONFERMATO PER RUOTOLO
Ergastolo per Giosuè Ruotolo. La Corte d’Assise di Appello di Trieste ha confermato la condanna inflitta in primo grado all’ex militare, accusato del duplice omicidio della coppia di fidanzati, Teresa Costanza e Trifone Ragone. Confermato anche l’isolamento diurno per due anni. «Questa non è giustizia, questa non è giustizia», ha urlato la madre di Giosué Ruotolo, subito dopo la lettura della sentenza. La donna, uscendo velocemente dal Tribunale, ha ripetuto ancora la stessa frase più volte. Con lei c’era anche l’altro figlio, con la fidanzata. La sentenza di primo grado era stata emessa dalla Corte d’Assise di Udine l’8 novembre 2017. Nell’udienza di oggi Giosuè Ruotolo, rendendo una dichiarazione spontanea, ha ribadito di aver sempre collaborato con gli inquirenti fornendo due tamponi per il Dna e le impronte di tutto il palmo della mano, non solo dei polpastrelli, ma di non essersi fatto avanti subito dopo il delitto “per non essere attenzionato” in un momento delicato del suo percorso professionale, visto che stava per entrare nella Guardia di Finanza. (agg. di Silvana Palazzo)
L’ULTIMA DIFESA DI GIOSUÈ RUOTOLO
La Corte d’Assise d’Appello si è ritirata in camera di consiglio per la decisione su Giosuè Rutolo, il 29enne ex militare condannato in primo grado all’ergastolo per il duplice omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza. Durante la mattinata, nell’ultima udienza oggi a Trieste del processo d’appello, ha preso la parola, per le repliche, uno degli avvocati della difesa, Giuseppe Esposito, che al termine di un intervento durato circa tre ore ha depositato alla Corte una memoria di riepilogo. «Tra me e Trifone c’era un rapporto cordiale. Sono stato condannato all’ergastolo, ma di mio in questo processo non c’è nulla, come confermato anche dai Ris di Parma», ha dichiarato oggi Giosuè Ruotolo, come riportato da Il Gazzettino. Inoltre, ha affermato di non aver «mai litigato né verbalmente né fisicamente con Trifone e in questo senso sono le testimonianze dei commilitoni». Infine, ha spiegato: «I dati scientifici mi scagionano, chiedo che venga accertata la verità e fatta giustizia per Teresa e Trifone». (agg. di Silvana Palazzo)
PARLANO L’AVVOCATO DI RAGONE E IL PAPÀ DI TERESA
Oggi è una giornata fondamentale per il processo a carico di Giosuè Ruotolo, il ragazzo accusato di aver ucciso Teresa Costanza e Trifone Ragone a Pordenone. È attesa infatti per la sentenza di Appello. In corso le controrepliche della difesa, secondo cui le testimonianze non collimano con le riprese delle telecamere. Questo è uno degli aspetti su cui si sono concentrati in questi minuti. A tal proposito l’avvocato Serena Gasperini, che assiste la famiglia di Ragone, ha dichiarato a “Chi l’ha visto?” in diretta. «Tutto l’impianto accusatorio e quanto emerso in primo grado è incontestabile. Provano a portare l’attenzione dei giudici da un’altra parte, ma la sentenza è granitica e ritengo che ci siano tutti i presupposti per la conferma dell’ergastolo». Giosuè Ruotolo comunque farà dichiarazioni spontanee nelle quali ribadirà la sua innocenza, a cui non crede il padre di Teresa Costanza. «Non ci sono altre strade, non ce n’è per lui. L’assassino è lui. Non mi aspetto nulla, se aveva qualcosa da dire poteva parlare prima. Può solo continuare a dire bugie, non ha altri elementi…». Ancor più duro il commento dell’avvocato: «Le sue bugie sono state ogni volta smentite». In aula non ci sono i genitori di Trifone: «Sono giornate dure. Sono chiusi in casa in attesa della sentenza». (agg. di Silvana Palazzo)
CONFERMATO ERGASTOLO PER GIOSUÈ RUOTOLO?
Si avvicina rapidamente il quarto anniversario della morte di Trifone Ragone e Teresa Costanza, la coppia di fidanzati uccisi a Pordenone il 17 marzo 2015. Per il loro omicidio è accusato il giovane ex militare di Somma Vesuviana, Giosuè Ruotolo, amico ed ex commilitone di Trifone. Del caso la trasmissione Quarto Grado tornerà ad occuparsene nella prima serata di oggi, in attesa della sentenza di secondo grado a carico dell’imputato, già condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Udine. Un duplice omicidio che resta ancora avvolto nel mistero, quello avvenuto la sera di quattro anni fa nel Parcheggio del Palasport di Pordenone, quando i due giovani innamorati furono freddati con diversi colpi di arma da fuoco esplosi a distanza ravvicinata da una sola mano assassina. Ruotolo, nel corso dei due processi, si è sempre proclamato innocente ed estraneo all’uccisione dei due ex amici. Ora per lui si avvicina sempre di più il momento della verità: anche il processo di secondo grado, infatti, si avvia verso le sue battute finali e per la giornata di oggi 1 marzo è attesa la sentenza d’Appello che potrebbe confermare la condanna all’ergastolo.
OMICIDIO TERESA E TRIFONE: OGGI LA SENTENZA D’APPELLO
Ad attendere con grande ansia la sentenza di secondo grado nell’ambito del processo sulle morti di Trifone e Teresa e che vede imputato Giosuè Ruotolo, è anche è anche il padre della trentenne uccisa, Rosario Costanza. L’uomo non ha mai avuto dubbi sulla colpevolezza del 29enne, ex commilitone di Trifone ed oggi non può che rinnovare con forza la sua richiesta di condanna all’ergastolo a carico di Giosuè, come già avvenuto nel novembre del 2017 con decisione della Corte d’Assise di Udine. Questa volta, sarà la Corte d’Assise d’Appello di Trieste a decidere le sorti del giovane campano. “Non ci sono dubbi che sia stato Ruotolo a uccidere la nostra Teresa. Gli avvocati dell’imputato stanno facendo il loro lavoro. Cercano di aggrapparsi a qualsiasi cosa. Per noi è lui il colpevole”, ha ribadito il padre della ragazza siciliana, come riferisce Il Giorno, al termine della passata udienza di secondo grado. I difensori di Ruotolo, dal canto loro, continuano a mettere in dubbio in maniera evidente la ricostruzione avanzata dall’accusa. Secondo la procura – che ha ribadito la richiesta di ergastolo per l’imputato – il duplice omicidio di Trifone e Teresa avvenuto per mano di Ruotolo si consumò in un clima di odio e sete di vendetta verso i due giovani innamorati.
I DUBBI SU MARIAROSARIA PATRONE
Appena pochi mesi prima del duplice omicidio di Pordenone, Giosuè aveva creato un falso profilo Facebook dal nome “Anonimo Anonimo” con il quale, fingendosi una donna, aveva contattato Teresa mettendola in guardia da Trifone e asserendo di essere una sua amante. Ruotolo molestò a lungo la giovane fino a quando Ragone venne a sapere la verità. Tra i due ex commilitoni ci fu un confronto nel quale il pugliese picchiò Giosuè minacciando una denuncia nei suoi confronti che gli avrebbe creato guai nel lavoro. Secondo l’accusa, il “fulcro del movente” che spinse Ruotolo ad uccidere furono proprio quelle molestie via Facebook. Secondo il padre di Teresa, parte di responsabilità l’avrebbe anche Mariarosaria Patrone, ex fidanzata dell’imputato, accusata di aver aiutato il giovane ad eludere le indagini chiedendo alle amiche di tenere il segreto sul falso profilo Facebook dell’allora fidanzato. La ragazza è accusata di favoreggiamento e di aver cancellato alcuni messaggi scambiati con Ruotolo. Inoltre avrebbe detto il falso ai pm mentendo sul reale rapporto tra Ruotolo e Trifone. Il padre di Teresa è pronto a seguire anche questo nuovo processo: “Siamo convinti che la ragazza abbia delle responsabilità in questa tragedia. Il processo inizierà a breve, ma rischia di finire in prescrizione. Siamo amareggiati per questa cosa”, ha però commentato.