Una è una scrittrice molto famosa in Francia, co-fondatrice del Movimento di Riforma della Conferenza Cattolica dei Battezzati francesi; l’altro è giornalista redattrice-capo di “Christian Testimony”: Anne Soupa e Christine Pedotti insieme sono tra le maggiori “femministe” cattoliche che in questi anni hanno rappresentato l’attacco fortissimo ai vari casi di “violenze” e “degenerazioni” del ruolo della donna nella Chiesa Cattolica. Ecco, fatta la premessa “di rito”, ora proviamo a capire quale “diavolo” di pensata hanno avuto nello scrivere su Le Monde di oggi (uno dei quotidiani più influenti e importanti al mondo, ndr) «Chiediamo la decanonizzazione di Giovanni Paolo II»: lo hanno detto per davvero arrivando ad attaccare uno dei Pontefici più saldi e santi che la storia della Chiesa abbia mai avuto. Non solo, assieme a Benedetto XVI ha scritto pagine importanti (sia dottrinali che con la loro semplice storia personale) proprio nel sottolineare come la pari dignità della donna con l’uomo sia da ricercare semplicemente nel Vangelo di Gesù. Oggi però due “pensatrici” della cultura chic francese, davanti ai tanti (veri purtroppo) casi di abusi di donne da parte degli uomini di Chiesa ritengono che l’origine di tutto ciò non sia da imputare al peccato, alla tentazione diabolica, alla presenza del male che senza conversione costante del cuore può sorprendere tutti. No, tutto è colpa di San Giovanni Paolo II (e in Francia non sono le prime a dirlo, come conferma l’assurdo caso della croce e del Consiglio di Stato).



LA DONNA, IL PAPA E LE ACCUSE ASSURDE

«La Giornata per i diritti delle donne del 2019 sarà stata un giorno di lutto e indignazione per le donne, sia cattoliche che non cattoliche. Gridiamo il nostro orrore dopo la recente trasmissione di Arte del documentario religioso Abused, l’altro scandalo della Chiesa , Marie-Pierre Raimbault e Eric Quintin, dedicato all’abuso e allo stupro di donne religiose da parte di sacerdoti», scrivono le due femministe cattoliche su Le Monde, che poi affondano il colpo sull’origine, secondo loro, di tutto questo male «Ci indigniamo con il sistema in cui questi fatti sono inscritti. No, non sono meri abusi isolati perpetrati da alcuni pervertiti. È chiaro che emergono da questa “cultura dell’abuso”, denunciata da Papa Francesco nella sua lettera del 20 agosto 2018 indirizzata al “popolo di Dio” sull’abuso di minori». Di quel sistema Papa Wojtyla «era l’artigiano, persiste il concetto degradante della Donna nella Chiesa». Ecco, la panzana è bella che servita: prendere dei casi, anche tanti, e assurgerli alla comune origine “colposa” di un Pontefice che secondo Anne Soupa e Christine Pedotti non rappresenta il “loro” concetto e valore di Donna nella Chiesa.



LA LETTERA ALLA DIGNITÀ DELLA DONNA

Per questo chiedono che il grande Papa polacco sia “decanonizzato”, non più santo: attenzione però, tralasciando per motivi di spazio l’intera produzione giovanile e culturale di Karol Wojtyla dedicato alla meraviglia del rapporto d’amore tra l’uomo e la donna (su tutte “La bottega dell’orefice” rappresenta il vertice massimo di tale produzione, ndr), ogni volta che Giovanni Paolo II ha parlato di donne e valori non si è fondato su concezioni d’elite, su teorie “moderniste” o sul politicamente corretto post-femminista. No, ha volto sempre lo sguardo a Gesù e alla Madonna: «Viene l’ora, l’ora è venuta, in cui la vocazione della donna si svolge con pienezza, l’ora in cui la donna acquista nella società un’influenza, un irradiamento, un potere finora mai raggiunto. E’ per questo che, in un momento in cui l’umanità conosce una così profonda trasformazione, le donne illuminate dallo spirito evangelico possono tanto operare per aiutare l’umanità a non decadere», scriveva nel 1988 con una vera e propria rivoluzione culturale nell’ambito della Chiesa, nella lettera apostolica intitolata “Mulieris Dignitatem”. In un’altra lettera indirizzata a tutte le donne nel 1995 sempre Giovanni Paolo II scriveva «grazie a te donna per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è proprio della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena povertà dei rapporti umani». Vostro onore, non abbiamo altro da aggiungere…