Era il 26 luglio 2016 quando due giovani diventati seguaci dell’Isis entrarono nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray a Rouen, in Normandia. Padre Jacques Hamel stava celebrando la messa, presero in ostaggio alcuni fedeli e massacrarono il sacerdote a pugnalate. Papa Francesco, durante una messa a Casa Santa Marta, lo aveva definito martire. Adesso arriva la notizia del via libera all’apertura della causa di beatificazione da parte della Congregazione per le cause dei santi e anche dallo stesso Francesco, che ha dato il permesso di derogare alla regola canonica che richiede cinque anni di tempo prima di aprire l’iter alla beatificazione, in questo caso con due anni e mezzo di anticipo. Era già successo con Madre Teresa di Calcutta da parte di Giovanni Paolo II. L’arcivescovo di Rouen ha incontrato i testimoni presenti quel giorno in chiesa, in tutto ben 66 udienze. Adesso il Dicastero vaticano comincerà la fase processuale.
IL GRIDO DEL SACERDOTE: VATTENE SATANA!
Il caso di padre Hamel fece scalpore in tutto il mondo: mai era successo in tempi moderni in Europa che un sacerdote venisse ucciso in chiesa per odio religioso, un autentico martirio come succedeva nei primi secoli del cristianesimo, benché siano innumerevoli i sacerdoti uccisi per odio religioso nei paesi del medio oriente e in Africa e in Sud America. Nel caso di Padre Hamel, la Chiesa ha riconosciuto la matrice del fondamentalismo religioso. «Padre Hamel viveva da santo. Il suo cuore era altrove: con Gesù» ha detto Padre Paul Vigouroux il postulatore della causa di beatificazione di padre Jacques Hamel, il sacerdote 85enne ucciso da due giovanissimi estremisti affiliati al Daesh. Nel momento dell’assalto mortale il sacerdote fu udito urlare “vattene Satana”, chiamano per nome il male, non l’uomo che lo stava uccidendo.