Nuovi aggiornamenti da Termini Imerese, dove quest’oggi sono stati arrestati i vertici della Blutec: il presidente del CdA Roberto Ginatta e l’amministratore delegato Cosimo di Cursi sono finiti ai domiciliari per malversazione ai danni dello Stato. Come riportano i colleghi di Tg Com 24, un gruppo di operai ha forzato i cancelli dello stabilimento per riunirsi in assemblea con i segretari di Fim, Fiom e Uilm. Roberto Mastrosimone, leader della Fiom Sicilia, ha commentato ai microfoni di Adnkronos: «Oggi la magistratura svela il bluff di Blutec, una soluzione che l’ex Fiat ha imposto in maniera unilaterale. Un complotto di cui i lavoratori non possono pagare il conto». Queste, invece, le parole di Michele De Palma, segretario nazionale delle tute blu della Cgil: «Chiediamo la convocazione urgente di un tavolo al Mise». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



DI MAIO: “OPERAI VITTIME”

Sta facendo non poco discutere la notizia in merito all’arresto dei vertici della Blutec, precisamente l’amministratore delegato e il presidente del consiglio di amministrazione, avvenuto stamane. L’azienda che aveva occupato l’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, in Sicilia, e che aveva promesso un rilancio dello stesso dove lavorano al momento 700 operai, ha diffuso poco fa una nota tramite l’agenzia Ansa, in cui si spiega che «L’azienda è e continua ad essere operativa. Sono attualmente in corso le attività di immissione in possesso della società e nelle prossime ore sarà cura dell’amministratore nominato prendere contatti con tutti gli stakeholders interessati, clienti, partner commerciali, fornitori, per garantire continuità del ciclo produttivo e tutela dei posti di lavoro». Ricordiamo che al momento la Blutec è stata posto sotto sequestro da parte del tribunale di Termini Imerese, e sulla vicenda si è espresso anche il ministro del lavoro, Luigi Di Maio, che durante una conferenza stampa al Mise ha fatto sapere: «Mando un grande abbraccio ai dipendenti Blutec di Termini Imerese. Non abbandoniamo i lavoratori che sono le vittime di questa storia. Dobbiamo prima di tutto metterli in sicurezza. Ho già dato mandato agli uffici del Ministero di contattare l’amministratore giudiziario per salvaguardare i livelli occupazionali». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



ARRESTI ALLA BLUTEC DI TERMINI IMERESE: SPARITI 16 MLN

Terremoto al vertice della Blutec. L’amministratore delegato e il presidente del consiglio di amministrazione dell’azienda con sede in provincia di Torino, a Rivoli, sono finiti agli arresti domiciliari, misura cautelare eseguita dal nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo. Una notizia che lascia basiti visto che la stessa azienda aveva assicurato fino a pochi giorni fa di avere in programma un piano d’azienda per rilanciare lo storico ex stabilimento della Fiat di Termini Imerese, in provincia di Palermo. E invece questa mattina i finanziari hanno notificato il provvedimento di arresti domiciliari a Roberto Ginatta e Cosimo Di Cursi, entrambi accusati di malversazione ai danni dello Stato. Per malversazione, come si legge sul codice penale, si intende chiunque estraneo alla p.a. che abbia ottenuto contributi, sovvenzioni o finanziamenti destinati ad attività di pubblico interesse, che però li destina ad altro. Un reato punibile dai sei mesi a quattro anni di reclusione.



BLUTEC TERMINI IMERESE, ARRESTATI I VERTICI

Nei confronti dei due finiti ai domiciliari, come spiega l’edizione online di Repubblica, è scattato anche un provvedimento di interdizione, e per 12 mesi i due manager della Blutec non potranno esercitare imprese e uffici direttivi, così come spiegato dal gip di Termini. Dei 21 milioni di euro di contributi statali ottenuti dalla Blutec per il rilancio dello stabilimento ex Fiat, e per dare sollievo a 700 lavoratori, ben .5milioni di euro sarebbero stati distratti, destinati quindi ad altre attività che nulla avevano a che fare con quelle per cui i soldi erano stati emessi. La guardia di finanza palermitana ha fatto poi scattare, su richiesta della procura di Termini guidata da Ambrogio Cartosio, il sequestro da 16.5 milioni di euro, la cifra appunto “sparita”. Il forte sospetto delle forze dell’ordine è che i due manager arrestati abbiano speso quei soldi per tutt’altri investimenti. Da settimane i lavoratori della Blutec stanno manifestando, visto che dei 700 operai, 570 sono in cassa integrazione mentre 130 sono in azienda, impegnati però in progetti di formazione.