Era il 20 settembre 2018 quando fece notizia il risarcimento record da 5,1 milioni di euro per Eleonora Gavazzeni, la bambina nata tetraplegica nel 2008 a causa di forte lesioni subite durante il momento del parto da parte del personale sanitario dell’ospedale di Rovigo: vennero condannati per questo 2 ginecologhe, l’Ulss 5 Polesana e due assicurazioni. Qualche mese dopo però quel risarcimento ancora non arrivò e ci furono diverse interrogazioni parlamentari per sollevare l’anomalia e lo scandalo: ecco che oggi però quello “scandalo” diventa immane con la richiesta fatta dalle assicurazioni dopo una nuova perizia di un neonatologia che tenterà di riaprire il caso giudiziario. «Ridateci parte del risarcimento perché Eleonora morirà presto» è il sunto della richiesta fatta alla famiglia Gavazzeni per la piccola Eleonora per come viene riportato oggi sul Corriere della Sera (che fece emergere il caso già diverso tempo fa). In pratica quella perizia direbbe che la ragazzina potrebbe non superare i 20 anni al massimo di vita e per questo che allora le assicurazioni richiederebbero parte della cifra-monstre di risarcimento attuato dal Tribunale di Rovigo solo qualche mese fa. «Secondo i massimi luminari interpellati nel corso del giudizio civile di primo grado e del parallelo processo penale, sarà lunga quanto quella di tutte le sue coetanee. E non così breve come vorrebbero far credere le difese», ha spiegato il difensore Mario Cicchetti. Un danno enorme per tutta la vita e ora la (tentata) beffa, in attesa che i giudici accolgano o rifiutino la richiesta della perizia choc: «La bambina è sanissima. — protesta il papà di Eleonora — è solo che a causa dei danni che ha subito alla nascita non riesce ad esprimersi. È chiusa in una gabbia» .
LA RABBIA DELLA MAMMA: “VERGOGNOSO”
La nascita complicata, le 14 ore di parto e gli errori compiuti dal personale medico ha portato Eleonora ad essere tetraplegica per tutta la vita: solo che ora quella “durata” viene messa in completo dubbio dagli avvocati delle assicurazioni. «Ci opporremo in ogni modo a questa argomentazione inammissibile: non essendo stata sollevata in dibattimento non può che essere stralciata. In ogni caso la Corte non potrà riconoscere una riduzione della quantificazione del danno di oltre 5 milioni in ragione di una asserita diminuita aspettativa di vita. Giacché anche questo pregiudizio è connesso casualmente in modo inscindibile alla condotta delle ginecologhe e della Azienda sanitaria», attacca l’avvocato della famiglia Gavazzeni raggiunto dal Corriere della Sera, salvo poi concludere «è un’argomentazione che non risponde alla realtà: la bambina non è, infatti, nata prematura né sottopeso, non soffre di epilessia, non ha bisogno di sondino o peg per alimentarsi». La mamma invece, raggiunta dai quotidiani locali di Rovigo, non si risparmia: «L’ennesimo accanimento contro nostra figlia. Eleonora deve combattere ancora a causa di persone che non l’hanno mai vista e che si permettono di dire quanto vivrà». Gli assicuratori dei Lloyd’s e dall’Am Trust Europe Limited, già condannati a pagare insieme alle due ginecologhe Dina Paola Cisotto e Cristina Dibello (assolte in primo grado e condannate poi in Appello) – hanno fatto ricorso oggi a Venezia e sono in attesa della risposa d parte dei giudici. «È vergognoso», ribadiscono i genitori di Eleonora che oggi canta Ligabue e adora il cioccolato: «Pensavamo che l’Azienda Sanitaria rinunciasse a fare Appello, dopo il riconoscimento dei danni causati dalle ginecologhe. Invece no. Siamo molto arrabbiati. Eleonora, dopo quello che ha subìto, non merita tanta cattiveria».