Oggi, venerdì 15 marzo, è il giorno del grande sciopero mondiale degli studenti in favore del clima, un’iniziativa che sta coinvolgendo milioni di ragazzi, e che è stata promossa dalla 16enne Greta Thunberg. L’attivista svedese con le treccine è stata proposta nelle scorse ore per il premio Nobel per la pace da tre parlamentari norvegesi «Abbiamo nominato Greta – le parole di Freddy Andre Oevstegaard – perché la minaccia del clima potrebbe essere una delle cause più importanti di guerre e conflitti». Ma non tutti sembrano schierarsi dalla parte della giovane. Fra questi vi sarebbe in particolare Giuliano Ferrara, noto giornalista italiano, che attraverso la propria pagina Twitter scrive, forse un po’ troppo severamente: «Non vorrei essere accusato di pedofobia, ma io detesto la figura idolatrica di Greta, aborro le sue treccine e il mondo falso e bugiardo che le si intreccia intorno». Anche la stessa Greta ha pubblicato alcuni post su Twitter poco fa, a cominciare da una foto in cui mostra un cartello con scritto “Sciopero della scuola per il clima”. In precedenza, un piccolo aggiornamento sulla manifestazione: «L’ultimo aggiornamento dice: 2052 città in 123 paesi dei cinque continenti, inclusa l’Antartide. La domanda è: cosa farai il 15 marzo 2019?». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



GRETA THUNBERG, LA STUDENTESSA CHE LOTTA PER IL CLIMA

Si scatena il dibattito sui social su Greta Thunberg. Vi abbiamo raccontato la bagarre scaturita da Rita Pavone su Twitter, con la cantante che si è immediatamente scusata: «Ho fatto una gaffe enorme perché non sapevo che avesse la sindrome di Asperger, nessuno l’ha detto mai in televisione. Io mi ricordavo la ragazzina con le treccine di un film e ho detto che mi metteva a disagio. Non direi mai una cosa così e trovo cattivo e orrendo che la gente aspetti un qualsiasi errore che tu fai nella vita per azzannarti come se fossero lupi. Diceva Dio che colui che non ha mai sbagliato scagli la prima pietra. Sono una persona perbene, non sono una carogna». Ma l’artista non è l’unica ad aver detto la sua sulla paladina del clima, ecco le parole dell’ex ministro Valeria Fedeli: «”Invece di cercare la speranza, cerchiamo l’azione. Allora e solo allora, la speranza arriverà”. Al fianco di @GretaThunberg e di tutti i giovani che si stanno mobilitando in tutto il mondo per realizzare ORA il cambiamento che serve per salvare il futuro». Di diverso avviso Giuliano Ferrara: «Non vorrei essere accusato di pedofobia, ma io detesto la figura idolatrica di Greta, aborro le sue treccine e il mondo falso e bugiardo che le si intreccia intorno #nogreta». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



IL COMMENTO DI RITA PAVONE

Il tam tam è oramai partito sui social e già la diretta interessata si è detta “assai onorata” dell’iniziativa: la 16enne teenager svedese Greta Thunberg, diventata un simbolo mondiale dell’ambientalismo anche per via del suo “sciopero per il clima” è stata indicata da un gruppo di deputati socialisti svedesi come il profilo perfetto per il prossimo Premio Nobel per la Pace. Scelta controcorrente dato che la proposta fatta dai suddetti parlamentati al Comitato del prestigioso premio è stata vista da qualcuno come una provocazione soprattutto in un periodo in cui sul tema dei cambiamenti climatici non c’è più una vera strategia mondiale comune, mentre per altri è solamente il simbolo di un ambientalismo peloso e di facciata che si serve dell’ennesimo personaggio che diventa, suo malgrado, un modo di affrontare il problema senza però risolverlo. E intanto anche a casa nostra c’è chi ha commentato la notizia a modo suo: non certo nuova alle polemiche, Rita Pavone (da tempo vicina a posizioni sovraniste) ha stroncato senza mezze misure Greta Thunberg attaccandola però sul personale: “Quella bimba con le treccine mi mette a disagio, sembra il personaggio di un film horror…” ha detto la rossa cantautrice cui ha fatto eco anche il leghista Alberto Bagnai, e scatenando ovviamente una serie di risposte polemiche che l’accusavano di cattivo gusto e di sospetta xenofobia. (agg. di R. G. Flore)



GRETA THUNBERG PROPOSTA AL NOBEL PER LA PACE

Spiegare chi è Greta Thunberg, ad oggi, è ormai quasi anacronistico: tutti sanno chi è Greta, o almeno tutti quelli che della 16enne in lotta e sciopero da diversi anni (ogni venerdì nella sua Svezia sciopera dalla scuola per manifestare per l’emergenza climatica) sulla questione del clima e del riscaldamento globale, ne hanno fatto una sorta di simbolo. Ora, dopo mesi passati a pompare mediaticamente il “fenomeno” si arriva alla “goccia” finale, ovvero la proposta di candidatura ufficiale per il Nobel della Pace 2019. La proposta è stata fatta al Comitato dei Nobel da un gruppo di deputati socialisti norvegesi: la piccola Greta, 16enne dalle trecce rosse con la sindrome di Asperger, ha ringraziato su Twitter e si è detta «assai onorata». «Abbiamo indicato Greta perché la minaccia del clima è probabilmente una delle principali cause di guerre e conflitti. Il movimento di massa che Greta ha innescato è un contributo molto importante per la pace», spiegano i deputati di Norvegia, specie dopo gli ultimi due discorsi tenuti dalla paladina mondiale del clima al Vertice Onu e al Forum di Davos. Domani venerdì 15 marzo, in oltre 1300 diverse località di tutto il mondo (Italia compresa) milioni di ragazzi scenderanno in piazza in sciopero per sollecitare i governi ad agire contro il surriscaldamento climatico, l’emergenza globale e la richiesta di un’agenda ancor più dura verso il 2030.

L’AMBIENTALISMO SMIELATO

«No, non saremo noi a salvare il mondo. Non c’è abbastanza tempo per poter aspettare che noi si diventi adulti con il potere di agire. È necessario che gli adulti di oggi agiscano adesso», spiega Greta Thunberg intervistata oggi da Repubblica che in Italia si è fatta “ambasciatrice” della portata culturale dell’ambientalismo d’assalto. Ma è tutta l’opinione pubblica che si può dire “schierata” dalla parte dell’ambiente e ovviamente dalla parte di una 16enne tutt’altro che sprovveduta come dimostra battaglia dopo battaglia. «Continuerò finché le emissioni di gas serra non inizieranno a scendere così rapidamente da limitare il riscaldamento del Pianeta al di sotto di 1,5 gradi. Ma questo obiettivo al momento è cosi’ lontano che nemmeno riesco a immaginarlo»: parla come un’attivista consumata degli anni Settanta ma ha solo 16 anni e il rischio, come abbiamo già sottolineato in questo focus qualche tempo fa, che il dramma di Greta «non sia tanto quello di avere un cuore che vuole cambiare il mondo, quanto quello di non avere trovato adulti che la aiutino — in forza del loro cammino — ad andare a fondo di quel suo desiderio, scoprendo il bisogno radicale di giustizia cui nessuna istanza umana potrà mai davvero rispondere». Come ben spiegava Pinelli su Formiche.net, il problema non è Greta ma tutta quella retorica ambientalista molto più “chic” che popolare: «L’ambientalismo va reso adulto, attuale e politico: forse meno grazioso di come siamo abituati a immaginarlo, ma senz’altro più efficace», deve essere insomma meno “smielato” di come invece le maxi retorica pro-Greta porta avanti. Intendiamoci, il problema è serio e fare come Trump che “spara” «non esiste il cambiamento climatico» non è certo la soluzione: ma l’innalzare una giovanissima 16enne a “icona mondiale” viene fatto perché seriamente c’è la volontà di cambiare le abitudini di tutta la nostra complessa e “inquinante” esistenza o perché così ci si sente tutti un po’ più “giusti” e più “buoni”?