A quasi 17 anni, la morte di Desireè Piovanelli, la ragazza quasi 15enne di Leno, in provincia di Brescia, uccisa il 28 settembre 2012 per il padre Maurizio continua ancora ad essere costellata da numerosi misteri. Il caso torna anche questa sera al centro della trasmissione Quarto Grado, con un ulteriore approfondimento sulle ultime vicende legate alla morte della ragazzina. Il padre di Desirée, nonostante le condanne ai quattro autori del delitto siano ormai definitive, crede che il mandante dell’omicidio della figlia sia ancora a piede libero. Non è un caso se, come spiega Brescia Oggi, l’uomo abbia avanzato qualche dubbio sul movente dell’omicidio presentando così un esposto alla procura in cui chiede la riapertura delle indagini. Pur essendo convinto della colpevolezza dei tre minori e di Giovanni Erra – quest’ultimo l’unico ancora in carcere – crede però che a manipolare il branco siano state altre persone. Il suo sospetto, seppur terribile, si rifà ad un possibile giro di pedofilia minorile, ipotesi di fatto mai presa in considerazione dagli inquirenti ed esclusa anche nell’ambito del processo durante il quale si appurò che Desirée venne uccisa dopo essersi ribellata a un tentativo di violenza. Anche i depistaggi che furono messi in atto nelle ore successive al delitto, tra cui gli sms inviati al fratello della 14enne per far credere in un suo allontanamento volontario, sarebbero troppo “sofisticati” per essere stati scritti da tre minorenni né da un adulto che nelle motivazioni della sentenza viene definito “infantiloide”. Maurizio Piovanelli crede infatti nell’esistenza di “un mandante che è sempre stato coperto, che faceva parte di un gruppo di adulti”. Potrebbero essere persone coinvolte in presunti giri di droga e festini a luci rosse con minorenni? Era stato lo stesso Erra, nel chiedere la revisione del processo, a commentare: “E’ tempo di verità”.



OMICIDIO DESIRÉE PIOVANELLI: AVVERTIMENTO DOPO ESPOSTO?

Nel corso dell’approfondimento sul caso di Desirée Piovanelli si farà luce, durante Quarto Grado, anche sull’ultimo avvenimento sospetto avvenuto nei giorni scorsi e relativo al ritrovamento di un fantoccio a forma di teschio sulla ringhiera di casa della famiglia della vittima. Un evento che arriva a distanza di alcuni mesi da quando il padre della 14enne ha iniziato una nuova battaglia per arrivare alla verità su quanto accaduto quasi 17 anni fa, depositando un esposto con nomi e cognomi ed avanzando l’ipotesi di un giro di pedofili a piede libero, nonché mandanti del delitto della figlia. Insieme al fantoccio, nessuno messaggio riservato alla famiglia Piovanelli. Il pm Donato Greco ha provveduto al suo sequestro ed ha aperto un fascicolo per minacce a carico di ignoti. Per gli inquirenti, come spiega Il Giorno, si tratterebbe di un’intimidazione e un collegamento al secondo fascicolo aperto dal pm Barbara Benzi e che contiene anche l’esposto del padre della vittima e quello di un suo compaesano. “Potrebbe essere un avvertimento. Magari nei confronti di chi sa la verità e che a distanza di 17 anni potrebbe parlare. Quello non è stato un delittpo passionale. Dietro ci sono droga e prostituzione minorile”, ha commentato in merito al ritrovamento choc, l’avvocato di Maurizio Piovanelli, Alessandro Pozzani.

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