La vicenda di Giulia Sarti, la deputata M5s vittima di revenge porn per alcune sue foto e video hot che starebbero circolando nelle varie chat di messaggistica ha avuto apparentemente un “merito”: quello di unire almeno per una volta l’intero arco parlamentare sulla necessità di condannare questo ricatto nei confronti della pentastellata. Fuori dal coro il direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti, che ha scritto:”Quello che inquieta nel caso di Giulia Sarti non è il contenuto delle foto che ritraggono la politica grillina in pose hard, e neppure che questi scatti si siano diffusi rapidamente in tutto il Web, terra di Far West e di ipocrita libertà. (…) Quello che inquieta, dicevamo, è altro e riguarda da una parte la democrazia e dall’altra la sicurezza nazionale, cioè qualcosa che ricorda più la criminalità politica di quella comune o il Decamerone”. Sallusti è convinto che “l’agire poco trasparente” del MoVimento 5 Stelle si sia ritorto contro la Sarti:”Qui parliamo di telefonini e computer violati e di politici, i grillini, che filmano riunioni (non solo conviviali ma anche di lavoro), che registrano l’audio di incontri e telefonate, che archiviano ogni messaggino e Whatsapp a futura memoria, ovviamente uno all’insaputa dell’altro, pronti a usare questo materiale alla bisogna per difendersi o per attaccare il rivale interno o trarne qualche tipo di vantaggio”. (agg. di Dario D’Angelo)



LA PROPOSTA DI FORZA ITALIA

Negli ultimi giorni tiene banco a livello politico il caso Giulia Sarti, da cui sta per scaturire una legge sul revenge porn. In Parlamento è opinione unanime che sia un testo urgente. Lo testimonia il fatto che ci siano quattro proposte da esaminare. Il primo ddl che ha cominciato l’iter in commissione Giustizia al Senato è quello presentato dal Movimento 5 Stelle, che introduce l’articolo 612-ter nel Codice penale e prevede il carcere da 6 mesi a tre anni e multe da 75 a 250 euro per chi pubblica e diffonde senza consenso immagini sessuali. Se lo fa il coniuge o una persona legata sentimentalmente alla vittima, la pena aumenta e va dai 4 ai 10 anni in caso di morte della persona. Mara Carfagna di Forza Italia propone di punire il revenge porn come lo stupro. Anche FI ha proposto comunque una legge al Senato, ma Carfagna assicura che valuterà il testo M5s «nel merito e non in base agli schieramenti». I testi sono simili, motivo per il quale l’accordo dovrebbe arrivare facilmente. (agg. di Silvana Palazzo)



ADINOLFI: “ARMA DI DISTRAZIONE DI MASSA”

Foto e video hard di Giulia Sarti sui social e su Whatsapp, arriva la presa di posizione di Mario Adinolfi. Il leader di Popolo della Famiglia ha commentato ai microfoni di Radio Cusano Campus: «Le foto della Sarti sono un’arma di distrazione di massa orchestrata da Rocco Casalino». E evidenzia: «Vorrei ricordare che in questa vicenda la questione che rimane più problematica è che una deputata, ex membro della Commissione Antimafia e poi presidente della Commissione Giustizia, oltre ad imbrogliare sui bonifici ha installato dentro la sua abitazione una serie di telecamere per filmare chiunque passasse a casa sua, utilizzando soldi presi da quei bonifici annullati». Adinolfi poi attacca: «Sono stati molto bravi a distrarci per metterci a discutere delle forme di Giulia Sarti e di quanto sia sbagliato scambiarsi certe foto su Whatsapp, ma la questione centrale non la stiamo più affrontando. Ricordiamo anche che dentro questa storia c’è il portavoce del premier, capace di orientare la comunicazione». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



IL COMMENTO DELL’ESPERTO

Fino a tre anni di carcere per chi diffonde sui social network e su Whatsapp un’immagine osè rubata: la conferma arriva da Ruben Razzante, docente di Diritto dell’Informazione all’Università Cattolica di Milano. Intervistato da Il Giornale, l’esperto ha evidenziato: «I gruppi Whatsapp sono piazze virtuali in cui il reato si produce per il fatto stesso di pubblicare il contenuto. Per non essere coinvolto, devi uscire dalla chat o dissociarti apertamente. E non si possono rubare contenuti dalle pagine social altrui senza consenso del titolare». Prosegue Razzante sulla vicenda di Giulia Sarti: «Il caso Sarti richiama da un lato il tema della diffusione virale di immagini e video attraverso i social come Whatsapp, dall’altro riporta alla ribalta il tema della privacy nei dati sensibili, sulla quale il Garante ha espresso una posizione molto chiara». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

“NON OCCUPATEVI PIU’ DI ME”

«Basta, non occupatevi più di me: sono state dette troppe menzogne e cattiverie»: questo quanto rende noto Giulia Sarti attraverso gli amici. Nelle ultime ore si è parlato molto della possibile diffusione di foto e video hard privatissimi, che però sarebbero dei fake secondo la polizia postale, con l’ex presidente della Commissione Giustizia alla Camera che ha evidenziato: «Ogni mia parola viene strumentalizzata per far apparire l’opposto della realtà». Nel caos per la vicenda Rimborsopoli, la Sarti è stata al centro di un’inchiesta de Le Iene, con l’ex collaboratore Bogdan Tibusche che ha tenuto a fare chiarezza sul suo ruolo nella vicenda. E le forze dell’ordine sono al lavoro sul caso, con il sospetto che il materiale hot sia gestito da qualcuno molto vicino alla grillina che lo utilizza per ricattarla: il Corriere della Sera sottolinea che non è escluso che siano più persone ad avere le immagini e i video che la ritraggono in pose intime, anche nel corso di incontri con altri politici del M5s.

FOTO VIDEO HARD DI GIULIA SARTI IN RETE: LE REAZIONI DELLA POLITICA

Da Matteo Salvini a Luigi Di Maio, passando per Giorgia Meloni: il mondo della politica si è schierato al fianco di Giulia Sarti per gli sviluppi delle ultime ore, con la possibile diffusione di video e foto hard in rete che ha sdegnato il Parlamento. Federico Pizzarotti, sindaco di Parma ed ex M5s, ha commentato: «E’ una vicenda aberrante, non ha nulla a che vedere con la politica, nulla a che vedere con l’umanità e con l’etica. Piena solidarietà all’onorevole Sarti e a tutte le donne che subiscono atti di questa violenza. Ci sono persone schifose al mondo e noi non possiamo girarci dall’altra parte: dobbiamo combatterle. Sia predisposto e presentato un disegno di legge specifico contro questi atti di violenza». Queste le parole del pentastellato Fabio Massimo Castaldo: «Conosco molto bene Giulia Sarti, per quanto riguarda il tema dei rimborsi se ne sta occupando il Collegio dei Probiviri, ma per tutto quello che le sta accadendo le do la piena, totale e convinta solidarietà. E’ vergognoso tutto ciò che sta subendo, come donna, come parlamentare e come persona sta subendo delle condanne vergognose».

“I VERTICI M5S SAPEVANO TUTTO”

Attenzione però all’inchiesta de Il Foglio di Valerio Valentini, secondo il quale «i vertici del Movimento sapevano dei guai della deputata, ma la promossero lo stesso». Il quotidiano diretto da Claudio Cerasa evidenzia che era sicuramente a conoscenza della situazione Vito Crimi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria. E sarebbe stato un ex amico di Bogdan a rivelare al Movimento 5 Stelle i guai della Sarti. E, sempre relativamente alla nuova diffusione sulle chat di filmati e immagini private appartenenti alla deputata grillina, potrebbe subire un’importante accelerazione l’iter della legge sulla cosiddetta “revenge porn”, ossia la diffusione non autorizzata sulla Rete di contenuti a sfondo sessuale. A sollecitare una svolta anche Silvia Chimienti: «Subito una legge che punisca duramente il revenge porn di cui è vittima in queste ore la nostra Giulia Sarti. Chi sta provando a toglierle la dignità deve pagare caro. Festeggiamo così l’8 marzo».