Un giorno da pecora” è uno dei programmi di “satira politica” forse più interessanti della radio italiana, con toni sempre scherzosi ma dove gli ospiti spesso politici si raccontano con molta più libertà e senza (spesso) l’algido regime del politicamente corretto: ieri Marco Minniti (ex Ministro degli Interni del Governo Gentiloni) ha dato ampio spazio ai suoi ricordi personali e in un clima allegro ha però lentamente aperto il suo “cassetto dei ricordi” raccontando un’esperienza del suo passato in merito al difficile rapporto con suo padre. «Sono sempre stato solitario, da bambino mi mettevo sotto le coperte e facevo finta di volare. Come mai? Ero un appassionato di volo e dicevo a mia madre che stavo facendo un ‘volo cieco’. Beh, lei si preoccupo’ seriamente per la mia salute mentale…». Il motivo è da ricercare proprio nel rapporto interno alla sua famiglia con il papà non esattamente “affettivo”: «Mio padre era esageratamente coerente, se così si può dire, tanto che non venne nemmeno alla discussione della mia tesi di laurea, che riteneva del tutto inutile. E lui, mio padre, ha lasciato questo mondo convinto di aver dato alla luce un figlio a cui teneva particolarmente ma anche particolarmente inutile».



LA DIFFICILE INFANZIA DELL’EX MINISTRO PD

Geppi Cucciari e Giorgio Lauro hanno poi chiesto al loro ospite, ex Ministro degli Interni Pd, il motivo di un giudizio così severo raccontato durante la prima parte di “Un giorno de pecora”: «Vi racconto una cosa. Quando ero ragazzo si parlava molto di modello educativo svedese. E allora chiesi a mia madre perché fossimo così severi in famiglia, pregandola di dire a mio padre di esser più aperto e disponibile con me. Lei lo fece». La risposta però di papà Minniti fu tutt’altro che comprensiva, racconta il figlio Marco: «Le rispose così: ‘ma come se io gli consento addirittura di darmi del tu, cosa altro dovrei fare?’. Il problema era che non stava affatto scherzando….». Il sogno nel cassetto quando era bambino non era fare il politico ma il pilota, per poter “volare via” come racconta ancora l’ex Ministro dem «Visto che non me lo permisero, a 17 anni feci due cose: iscrivermi a Filosofia e iniziare a militare nel Pci. Entrambe considerate non proprio bene dalla mia famiglia». Non solo temi difficili e malinconici però quelli affrontati da Minniti, ma anche “dolorosi”: «Sono un appassionato di immersioni in apnea, ormai però sono sei mesi che non faccio nulla. Perché? Ho un problema con la schiena, lo stesso di cui soffre anche Carlo Calenda, che una volta, per questo motivo, mi cercò alle 4.30 del mattino per chiedermi una consulenza su questo dolore».



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