È guerra tra perizie nel processo che vede imputato don Michele Barone, il sacerdote dei vip detenuto ormai da un anno è un mese. È accusato di aver provocato lesioni permanenti ad una ragazzina, di abuso sessuale nei confronti di due 20enni. Inoltre la Procura diretta da Maria Antonietta Troncone gli contesta l’aver proibito alla vittima minorenne di curarsi presso i centri clinici che inizialmente l’avevano accolta, come il Bambin Gesù di Roma. I periti della Procura di Santa Maria Capua Vetere, le lesioni riportate dalla ragazzina all’orecchio sono una conseguenza dei maltrattamenti che avrebbe subito durante le preghiere di liberazione dal demonio. Durante le preghiere don Michele Barone avrebbe esercitato una pressione col piede sull’orecchio della ragazza allo scopo di scacciare gli spiriti maligni dal corpo dell’adolescente. Il consulente della difesa, come riportato da Il Mattino, invece sostiene che la malformazione dell’orecchio è congenita: aveva il padiglione auricolare deformato già prima di essere affidata al prete. Entrambe le perizie sono al vaglio del collegio.



DON MICHELE BARONE, LE PERIZIE E L’ALTRO ESORCISTA

Agli atti anche delle foto. Sono state prodotte dall’accusa, rappresentata al processo dai pm Alessandro Di Vico e Daniela Pannone. Le foto testimoniano che prima di approdare da don Michele Barone la ragazzina non aveva l’orecchio malforme. I difensori sostengono invece di avere una foto risalente ai primi anni di vita in cui si vede l’orecchio deformato. Le perizie ora sono dunque terreno di scontro perché tra i capi d’imputazione c’è quello delle lesioni permanenti che avrebbe procurato alla ragazzina. Come riportato da Il Mattino, don Michele Barone starebbe comunque vivendo male la detenzione. Pare che abbia perso trenta chili e abbia riportato un abbassamento della vista. Ma don Barone sta affrontando anche un altro procedimento, scaturito dalle aggressioni in carcere, a Vallo, che hanno portato poi al trasferimento. Intanto è emerso che la bambina non fu immediatamente affidata a don Barone dopo l’interruzione della psicoterapia. Si parla di un altro esorcista, Angelo, a cui la ragazzina fu affidata nei tre mesi precedenti l’arrivo a Casapesenna. Resta da stabilire comunque se lui e don Michele Barone abbiano determinato, con i genitori e la sorella della vittima, l’interruzione delle cure mediche in favore di quelle spirituali.

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