Notizie certe e punti interrogativi si mescolano. Elenchiamo con la durezza che impone la cronaca, ma per prima cosa esprimiamo la speranza che finalmente la sventurata ragazza abbia ricevuto quella “carezza del Nazareno” dopo tutte quelle fasulle o interessate che ha ricevuto nella sua breve vita.

1. Una giovane donna, Imane Fadil, 34 anni, marocchina, è morta a Rozzano (Milano) il 1° marzo, in circostanze tali da indurre la procura a indagare per omicidio volontario. I dolori tremendi cominciarono a manifestarsi a metà gennaio. Le diagnosi incerte propendevano per un tumore che avesse aggredito il midollo o per una malattia autoimmune. Due ipotesi smentite dal decorso del male: non era né cancro né lupus. La ragazza aveva enunciato la certezza di essere stata avvelenata. Il fatto non è certo, ma plausibile. Per ora la magistratura si limita a dire che i sintomi sono “compatibili con un avvelenamento”. Con strana sicurezza è circolata, non si capisce da quale fonte – fonte da ambienti del Palazzo di Giustizia ambrosiano – che potrebbe essere stata uccisa con potenti e misteriose sostanze radioattive, presenti solo negli armamentari di potenze nucleari. Ma non esiste alcun riscontro. Il centro anti-veleni di Pavia (Maugeri) non ha strumenti per identificare tossicità di questo tipo. Del resto una diagnosi di questo genere richiede, anche in istituti attrezzati, molto tempo.



2. Imane Fadil era testimone d’accusa nel processo dedicato a Ruby, alle Olgettine, a Berlusconi e al suo entourage. In numerose interviste aveva raccontato le oscenità delle notti di Arcore dove sosteneva di essere stata otto volte. Il bunga-bunga non era sesso ma un raduno diabolico dove – lo scriviamo senza voler insolentire con l’ironia una signora morta – sarebbe intervenuto Lucifero.



3. I più importanti siti internazionali hanno identificato subito il nesso. Ad esempio quello della Bbc: “‘Bunga bunga’ model Imane Fadil’s death investigated”. Bunga bunga: si investighi sulla morte della modella… Assolutamente asettico, ma un macigno suggestivo sul petto di Berlusconi. La notizia ha un rilievo mondiale (ne parla anche l’agenzia russa Sputnik) per il legame che evoca scenari da omicidio di mafia. Non c’è bisogno di essere dei geni del complottismo per capirlo.

4. La ragazza stava scrivendo un libro sulle sue vicende. Non c’è nulla – secondo coloro che ne hanno letto le bozze – che vada al di là dei racconti da lei già ampiamente noti. La sua testimonianza non era ritenuta dai magistrati così decisiva né la sua posizione a rischio. Tant’è che non era stata protetta.



5. In conclusione. C’è una sproporzione visibile a occhio nudo tra il peso processuale ma anche mediatico di Imane Fadil e il suo (ipotetico e forse probabile) assassinio. Insomma: farla tacere non valeva l’orrenda fatica di un omicidio. E allora – se davvero si è trattato di un’esecuzione e per di più con armi di potenza inaudita – perché?

6. Occorre smetterla di tessere tele con bava di ragno velenoso. In fin dei conti stiamo tutti giocando con supposizioni.

7. (Tra parentesi, molto tra parentesi, assai sommessamente avanzo questa tesi. Che la povera signora Imane sia stata uccisa per gettare il suo cadavere addosso a Silvio Berlusconi. L’unico tra i vivi ad essere visibilmente danneggiato a livello mondiale da questo evento. Il bunga-bunga ormai si era perso nelle nebbie di un’assoluzione piena – anche se tutti lo dimenticano – e questo nuovo processo sulla corruzione di testimoni avanza scricchiolando nel generale disinteresse ed è interpretato dai più come una stentata rivincita della Procura di Milano dopo la sconfitta in Appello e in Cassazione. Gli interventi non richiesti, e molto presuntuosamente informati e discettanti su veleni radioattivi, di personaggi invischiati in vicende di servizi segreti inglesi, lasciano pensare a qualche manina che vede male il ritorno in sede europea di un Berlusconi in chiave anti-populista. Qui chiudo la parentesi)