Lo aveva ben spiegato in una lunga intervista a Radio Cusano Campus tre giorni fa, oggi lo ribadisce con un post molto polemico su Instagram: è Ezio Denti, ingegnere, consulente e criminologo investigativo, impegnato tra gli altri nei processi-casi Bossetti, Trifone e Teresa, Silvana Pica e Renata Rapposelli. Per mesi ha dovuto districarsi tra le consulenze e le accuse invece rivolte a suo carico per presunti falsi titoli di laurea, e dopo l’ultima assoluzione il consulente ha voluto dare un messaggio fortissimo al mondo giudiziario e anche ai colleghi giornalisti. «In Italia un P.M. può perseguitare ingiustamente una persona e i media mettono il carico da novanta puntando il dito e condannando senza alcuna prova», attacca durissimo Ezio Denti, accusato negli scorsi mesi di avere titoli di studio non validi per svolgere la professione di criminologo e consulente nella difesa, specie nell’ultima fase del processo a Massimo Bossetti per il delitto di Yara Gambirasio. «Assolto perché il fatto non sussiste. I media colpevolisti sono stati sempre pronti a condannare e ostracizzare l’Ing. Denti, enfatizzando la situazione, salvo poi non parlare mai delle sue assoluzioni né “riabilitare” la sua immagine, su cui loro stessi avevano contribuito a gettare ombra».
IL CASO BOSSETTI PUÒ RIAPRIRSI?
4 processi, 4 assoluzioni con la stessa formula, “il fatto non sussiste”: «Perché non hanno scritto niente sull’esito dei processi? È facile accusare e denigrare un consulente solamente perché ha compiuto il suo lavoro con massima professionalità andando a cercare la verità. Chi ripagherà l’Ing. Denti per i danni di immagine subiti?», scrive ancora Ezio Denti su Instagram nel post al veleno che richiama anche tanti altri casi magari meno conosciuti in cui errori giudiziari hanno poi portato sul lastrico gli accusati ingiustamente, «soprattutto, chi pagherà le spese processuali affrontate per un ennesimo processo inutile, che si poteva evitare, e di importanza secondaria rispetto a tutti processi ancora aperti in Italia?». A Radio Cusano Campus lo stesso consulente e criminologo aveva spiegato nel dettaglio il suo personalissimo caso: «La mia figura era in qualità di consulente tecnico ed investigatore nel procedimento penale a carico di Massimo Guseppe Bossetti. Mi ero occupato del furgone di Bossetti. Dopo la mia relazione di oltre 4 ore nel contraddittorio da parte della PM non ci fu nulla nel merito dell’attività svolta ma si cercò esclusivamente di screditare la mia persona partendo dai titoli di studio che secondo la PM non risultavano presenti. Ovviamente aveva ragione semplicemente perché mi sono laureato all’estero, a Friburgo. Da qui è nata la guerra. Anche se un consulente è antipatico come sia possibile fargli sostenere quattro processi? Credo sia una cosa vergognosa». In merito allo specifico caso Bossetti, è Denti a lanciare un’ultima clamorosa “bomba” sempre dai microfoni di Radio Cusano: «Non posso entrare nei dettagli ma crediamo di avere elementi sufficientemente forti per poter riaprire il caso, ne sono più che convinto. Mi mancano ancora dei tasselli importanti ma se riuscirò ad incastrarli allora ne vedremo delle belle».