«Sequestrata la nave dei centri sociali. Ottimo. Ora in Italia c’è un governo che difende i confini e fa rispettare le leggi, soprattutto ai trafficanti di uomini. Chi sbaglia paga, Mare Jonio»: i migranti sono stati tutti sbarcati dopo l’ordine giunto da Palazzo Chigi che pone due condizioni dunque, l’effettivo sbarco delle persone a bordo e soprattutto il sequestro della nave della Ong Mediterranea, come ribadito dal Ministro Salvini nel suo Tweet di pochi minuti fa. La svolta è giunta dopo che la Guardia di Finanza era salita di nuovo a bordo della nave nel tardo pomeriggio e soprattutto la Procura di Agrigento – guidata da Luigi Patronaggio – ha aperto un fascicolo, al momento a carico di ignoti, con l’ipotesi di reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il sequestro per ora è probatorio ed entro 48 ore la Procura dovrà confermare o rigettare la decisione della Guardia di Finanza: poco fa a Pomeriggio 5, il vicepremier Di Maio ha di fatto confermato quanto ribadito dal suo collega leader della Lega, «la nave spero sia sequestrata, attraversando il mare e volando le leggi italiane e libiche. Se le navi come le Ong non rispettano le regole allora bisogna fermarle perché mettono a rischio la vita dei migranti: noi voteremo come Movimento domani che il Governo sul caso Diciotti ha tutelato un interesse pubblico. D’accordo con Salvini? Certo, la nave di Lampedusa vedrà soluzione nelle prossime ore e troveremo soluzioni subito con Conte e Salvini: tutelare le vite umane ma anche far rispettare le regole». (agg. di Niccolò Magnani)



CONTE, “TUTELATI I DIRITTI”

La Mare Jonio scuote il governo, un nuovo caso migranti all’orizzonte. Intervenuto al Senato, il premier Giuseppe Conte ha affermato: «Ce ne stiamo occupando con gli uffici e i ministeri competenti: per rassicurarvi, dato che sono stati evocati gli interessi fondamentali della persona: in tutti i casi emergenziali, anche quelli più drammatici, noi abbiamo sempre tutelato i diritti fondamentali delle persone, siamo intervenuti sempre tempestivamente per assicurare l’assistenza sanitaria ai bisognosi». Aggiunge il premier: «E’ stato prestato soccorso sanitario, rivelatosi poi superfluo perché non sono accertate patologie. Continueremo a fare così, disincentivare gli sbarchi non solo contrasta con più efficacia il traffico di esseri umani, indegno per qualsiasi paese civili, e evita il pericolo maggiore che arriva proprio quando attraversano il mar Mediterraneo». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



SALVINI: “CONTO SU ARRESTO RESPONSABILI NAVI ONG”

«Se un cittadino forza un posto di blocco stradale di polizia, viene arrestato. Conto che questo accada», attacca duramente il Ministro degli Interni Matteo Salvini dopo aver ricevuto notizia che dalla Guardia Costiera della Libia che la nave Mare Jonio ha violato i protocolli in mare aperto e ora lo starebbe “rifacendo” essendo entrata nelle acque di Lampedusa. «Nessun pericolo di affondamento, ignorate le indicazioni dei libici che stavano per intervenire, scelta di navigare verso l’Italia, ma soprattutto disobbedienza alla richiesta di non entrare nelle acque italiane», conclude Salvini mentre la nuova bufera politica sulla nave carica di migranti riporta il Governo di nuovo ai casi Sea Watch 3 e Diciotti, seppur con le dovute differenze fondamentali. Giulia Sezzi (attivista La Bas), intervistata da Rai News 24 rispedisce al mittente le accuse: «illazioni infondate, la Guardia Costiera ha solo verificato che noi svolgessimo al meglio l’operazione e non ha prodotto alcuna polemica o richiesta sul momento. Ora queste illazioni che emergono sono del tutto infondate, agito nella legalità». Intanto un migrante dei 49 a bordo della nave Mare Jonio è stato fatto scendere e accompagnato nell’ambulatorio di Lampedusa: avrebbe sintomi di una polmonite, come ha spiegato Alessandra Sciurba, portavoce della Ong Mediterranea. La Guardia di Finanza ha compiuto una ispezione a bordo e non ha rilevato nulla di strano: «L’ispezione della Gdf si è conclusa con un verbale in cui è scritto che non c’è nulla da segnalare se non che le persone a bordo sono provate», conclude la Sciurba. (agg. di Niccolò Magnani)



SCONTRO SALVINI-SINDACO LAMPEDUSA

Braccio di ferro sulla Mare Jonio, nave dell’Ong italiana con a bordo 49 persone. L’imbarcazione è davanti Lampedusa, con il ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha ribadito che i porti sono chiusi e che non sbarcherà nessuno, mettendo nel mirino anche Luca Casarini: «Ecco Luca Casarini, noto tra l’altro per aver aperto l’osteria “Allo sbirro morto”, pluripregiudicato, coccolato da Pd e sinistra, oggi alla guida del centro sociale galleggiante arrivato davanti a Lampedusa. E noi dovremmo cedere a questi personaggi? #portichiusi». Ma il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, la pensa diversamente: «Il porto è aperto, non ci sono cannoni puntati. E’ stato autorizzato l’ancoraggio? Non lo capisco… perché non entrano? Il governo non si è fatto vivo, come sempre, e neppure la nave. Noi siamo qui e il porto resta aperto». Anche il neo segretario Pd Nicola Zingaretti chiede lo sbarco: «In assenza totale di politica estera e sull’immigrazione, stiamo assistendo all’ennesima tragica sceneggiata contro gli esseri umani da parte di chi si sente forte contro i deboli e non fa assolutamente nulla per gestire e governare». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

NAVE ONG DAVANTI A LAMPEDUSA

La Mare Ionio, imbarcazione battente bandiera italiana che ieri ha soccorso una cinquantina di migranti nel Mediterraneo, si trova nei pressi di Lampedusa. Attorno alle ore 7:00, come riferisce l’edizione online di Repubblica, la nave è entrata in acque territoriali, scortata dalla guardia di finanza, nonostante non avesse ottenuto l’autorizzazione da parte delle stesse fiamme gialle: «Abbiamo fatto presente – le parole di Luca Casarini, capo della missione – che siamo in una situazione di emergenza con onde alte tre metri, 50 naufraghi a bordo oltre l’equipaggio. Dobbiamo mettere in sicurezza la vita delle persone per questo stiamo andando a ridossare verso l’isola di Lampedusa». L’imbarcazione era in balia del mare forza 7 e di conseguenza ha chiesto di poter avvicinarsi alla costa per evitare il peggio. A bordo vi sarebbe almeno un migrante in gravi condizioni, ma il malessere dovuto alle alte onde starebbe falcidiando l’intero gruppo di profughi. Nel frattempo il Viminale ha mandato un messaggio alla stessa Mare Ionio: «Chi soccorre migranti irregolari in acque non di responsabilità italiana – la direttiva firmata da Salvini – senza che Roma abbia coordinato l’intervento ed entra poi in acque territoriali italiane lede il buon ordine e la sicurezza dello Stato italiano». Lo stesso ministro ha poi twittato: «I porti italiani erano e restano chiusi». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

MARE IONIO SOCCORRE 50 MIGRANTI

L’Ong italiana Mediterranea ha soccorso un gommone in avaria con a bordo 49 migranti: la notizia è stata data dai partecipanti alla missione umanitaria, che hanno aggiunto che la Guardia Costiera libica si sta dirigendo nella loro direzione. Il Corriere della Sera riporta che non è chiaro in quale zona del Mediterraneo sia avvenuto il salvataggio, ma dovrebbe trattarsi dell’area a nord di Zuara (di competenza della Libia). Le persone salvate potrebbero non essere riconsegnate alle autorità libiche, in quanto il paese nordafricano è ritenuto «porto non sicuro» per i richiedenti asilo. In tal caso, l’Ong si rifiuterà di consegnare i naufraghi alla Guardia Costiera di Tripoli, chiedendo un porto di approdo a Roma.

VIMINALE: “CHIUDEREMO ACQUE TERRITORIALI”

Dopo i casi Diciotti e Sea Watch, dunque, un possibile nuovo braccio di ferro: il Viminale ha infatti reso noto che «il ministro Salvini sta per firmare una direttiva che sarà inviata a tutte le autorità interessate per stoppare definitivamente le azioni illegali delle Ong. La priorità rimane la tutela delle vite ma subito dopo è necessario agire sotto il coordinamento dell’autorità nazionale territorialmente competente secondo le regole internazionali della ricerca e del soccorso in mare. Qualsiasi comportamento difforme può essere letto come un’azione premeditata per trasportare in Italia immigrati clandestini e favorire il traffico di esseri umani», riporta Repubblica. Luca Casarini, uno degli armatori ha commentato: «Sono contentissimo abbiamo salvato persone dai campi libici. La motovedetta libica è arrivata quando avevamo già in mano la situazione. Ma nessun problema».