Continua ad essere un mistero la morte di Collinzio D’Orazio, il 52enne scomparso da San Benedetto dei Marsi (L’Aquila) il primo febbraio, e ritrovato a fine mese scorso senza vita nel fiume Giovenco. Al momento sono iscritti sul registro degli indagati due giovani, gli stessi che hanno forse visto in vita per l’ultima volta la vittima. I due, di 27 e 28 anni, avevano accompagnato verso casa Collinzio, dopo che lo stesso aveva alzato un po’ troppo il gomito presso il Grillo parlante, un bar del paese. I ragazzi, come spiegato più volte in precedenza, non hanno portato fino a sotto casa Collinzio, visto che lo stesso non voleva entrare nell’abitazione per paura che la madre lo potesse rimproverare per il suo stato psichico alteralo dall’alcol. I ragazzi hanno quindi lasciato l’uomo a circa trecento metri di distanza dalla casa dello stesso, per poi andarsene. A complicare la loro posizione una lettera anonima che ha segnalato un’Audi A3 di vecchia data, lo stesso modello di uno dei due ragazzi, nei pressi del fiume Giovenco dove è stato poi ritrovato Collinzio.
COLLINZIO D’ORAZIO: LETTERA ANONIMA
Cosa c’è di vero in questa lettera? Si domandano i colleghi del programma di Rai Tre “Chi l’ha visto?”, forse qualcuno che vuole mettere nei guai i due giovani, o un reale testimone che ha assistito a qualche scena compromettente? Del resto, come ricorda la tv pubblica, subito dopo la lettera gli inquirenti hanno approfondito le ricerche proprio nella zona del fiume Giovenco, ritrovando il corpo di Collinzio. L’uomo è stato rivenunto con una serie di ferite su diverse parti del corpo, ma è probabile che le stesse siano state causate dal fiume, che nei giorni della scomparsa era in piena. Ma come è caduto in acqua Collinzio? Un gesto volontario, un errore per via della bevuta della sera, o è stato gettato di proposito? Tutte domande a cui gli inquirenti stanno cercando di trovare una risposta.