Ci sono novità sull’omicidio di Manuela Bailo, la ragazza bresciana uccisa nella notte tra il 28 e il 29 luglio. Se davvero Fabrizio Pasini l’ha sgozzata, l’arma con cui le ha reciso la gola deve essere ancora trovata. E questo perché dagli esami effettuati dai carabinieri del Ris di Parma sui quattro coltelli sequestrati al 48enne non è emersa alcuna traccia della vittima. Lo stabilisce la relazione conclusiva che il Reparto investigazioni scientifiche ha depositato nei giorni scorsi. Su un coltello a serramanico trovato nell’auto usata da Pasini per trasportare il cadavere di Manuela fino alla cascina di Azzanello (Cremona), dove è stato trovato il 20 agosto scorso in avanzato stato di decomposizione, sono state isolate due piccole «tracce rossastre». Ma il confronto con il Dna della vittima ha dato esito negativo. Lo stesso è accaduto con le due piccole macchie trovate sul coltello da cucina trovato nell’abitazione della madre di Pasini, dove è avvenuto l’omicidio. Anche in questo caso non si tratta del sangue di Manuela. Sugli altri due coltelli sono state individuate piccole «opacità», ma non interessanti al punto tale da prevederne il prelievo e l’analisi.



MANUELA BAILO, NIENTE SANGUE SU COLTELLI DI FABRIZIO PASINI

Ma sono di Manuela Bailo le altre macchie di sangue trovate nella lavanderia dove Fabrizio Pasini dice di aver portato l’ex amante dopo averla fatta cadere dalle scale con una spunta. Tracce sono state trovate anche nell’auto del 48enne. Nei prossimi giorni i Ris depositeranno i risultati delle analisi eseguite sulle impronte digitali isolate nella casa dove è avvenuto l’omicidio e sull’auto usata dall’uomo prima di portare il cadavere nel pozzo della cascina di Azzanello. Una volta ottenuti questi ultimi esiti, la Procura – convinta della morte per sgozzamento – potrebbe chiudere le indagini. Anche la difesa di Pasini attende i risultati per fare richiesta di incidente probatorio e provare a dimostrare che le ferite sul collo di Manuela non sono segni inferti da coltellate. L’avvocato Pietro Paolo Pettenadu, come riportato da Brescia Oggi, sostiene che l’autopsia non abbia approfondito la natura di quei tagli. «Potrebbero essere stati provocati da animali entrati nella fossa in cui è stato ritrovato il corpo». Ma la perizia medico-legale non lascia spazio a dubbi: il colpo alla gola è stato effettuato da un’arma da taglio.

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