Anche Karima El Mahroug spera che si faccia chiarezza sulla morte di Imane Fadil. L’ex Ruby Rubacuori non ricorda di averla conosciuta personalmente, come la stessa modella morta aveva confermato, ma c’è un filo che le legava: entrambe volevano voltare pagina e non essere più associate a Silvio Berlusconi e al Bunga Bunga. «Mi sembra una storia surreale. Povera Imane, provo pena per lei. Che fine terribile!», ha dichiarato al Fatto Quotidiano. Per lei non è stato facile andare avanti. C’è stato il matrimonio con Luca Risso, gestore di locali, poi anni di irrequietezza, Genova, il Messico e le voci su un accordo con Berlusconi. Poi il ritorno in Liguria e l’incontro con Daniele Leo, compagno che divide il suo lavoro tra locali e palestre liguri. Proprio ieri si discuteva a Genova della querela presentata da Karima El Mahroug e dal suo avvocato Salvatore Bottiglieri contro 178 persone accusate di diffamazione. «Avevano scritto dei commenti irripetibili sui social. Insulti, minacce di morte. Voi non potete capire cosa si prova quando dicono queste cose alle persone che ami», ha raccontato il compagno di Ruby. Ma il giudice ieri ha deciso per l’archiviazione.



IMANE FADIL E I RACCONTI SU SILVIO BERLUSCONI

Silvio Berlusconi intanto nega di aver conosciuto Imane Fedil, lei è morta e non può smentirlo. Lo fanno allora le indagini e le motivazioni delle sentenze dei processi. L’allora 25enne è stata vista sei volte ad Arcore: una volta si era esibita nella danza del ventre, un’altra volta aveva rifiutato di restare a dormire a Villa San Martino con l’offerta di 5mila euro. Inoltre, lo ha incontrato nel ristorante milanese Da Giannino e a Villa Campari, sul lago Maggiore. Per i giudici del processo d’appello a Fede&co è sempre stata una testimone attendibile. «La credibilità di Fadil è riscontrata – scrivono i giudici – dalla descrizione precisa e dettagliata del diverso contenuto delle serate a cui ha preso parte. La teste ha indicato con estrema precisione le diverse attività compiute nelle diverse serate, tutte puntualmente collocate temporalmente». Inoltre, fornì descrizioni identiche a quelle di altri testimoni che non conosceva. «La pluralità e la precisione di tali riscontri esclude qualsiasi dubbio in ordine alla credibilità di quanto narrato da Fadil». Anche i giudici che hanno assolto Berlusconi hanno sottolineato l’attendibilità di Imane Fadil. La teste «è ben attenta a riferire dettagli anche vantaggiosi all’imputato».

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