Come ogni festa che si rispetti, anche quella del papà ha i suoi dolci tipici, a cominciare dalle zeppole. Il tipico dolce fritto con la crema pasticcera sopra, va per la maggiore in questo periodo dell’anno, anche perché è indubbiamente uno dei must per chi ama i dolci. Alzi la mano chi non si è mai fatto attrarre da questaa splendida leccornia, con l’impasto fritto alla base, un giro di golosissima crema pasticceria sopra, e una guarnizione di amarena in cima? La zeppola tradizione vuole sia nata in Campania, proprio per la festa di oggi, San Giuseppe, ma via-via è stato esportata in tutte le regioni d’Italia, ed oggi si produce praticamente in ogni angolo della nostra penisola. Ma guai ad indicare come la zeppola l’unica golosità di oggi; in questi giorni, infatti, vengono sfornati altri dolci sfiziosi, come ad esempio i bignè fritti o al forno ripieni di crema, ma anche le frittelle, e le immancabili chiacchiere, altro dolce molto gettonato che si trova sulle nostre tavole da febbraio fino ad aprile/marzo. Il business del food si conferma quindi uno dei migliori in Italia, con prezzi di pasticceria che variano fra i 10 e i 40 euro di media al chilogrammi, e con 3mila pasticcerie da nord a sud. 500mila sono gli addetti ai lavori con un business di circa 7mln, di cui un terzo in Lombardia e un milione nella sola Milano. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ZEPPOLE PER LA FESTA DEL PAPA’
Oggi, 19 marzo, è San Giuseppe, la Festa del Papà. E se si vuole parlare di un dolce tipico di questa festività, di una pietanza immancabile secondo la tradizione nostrana, allora ecco che non possono non essere citate le buonissime zeppole. Nella denominazione comune si è solito riferirsi ad esse anche con l’appellativo di “zeppole napoletane” o di “graffe fritte”, ma in fin dei conti cambia poco, ciò che ci interessa è il gusto. Esiste però una variante rispetto al dolce fritto: parliamo della zeppola al forno, che altro non è che un bignè di pasta ripieno di crema pasticcera, guarnito con un’amarena sciroppata (sostituita alle volte con un ricciolo di crema al cioccolato) e spolverato di zucchero a velo. Sia per quanto concerne le zeppole fritte che per quelle al forno, entrambe appartenenti alla tradizione culinaria campana, le zeppole hanno forma circolare e presentano un foro centrale di circa 2 cm di diametro, con una guarnizione di crema pasticciera ricoperta dalle amarene sciroppate.
ZEPPOLE DI SAN GIUSEPPE, TRA ORIGINI E LEGGENDA
Ma qual è la storia delle zeppole di San Giuseppe? Le tradizioni rispetto all’origine di questo dolce non sono univoche. Sebbene infatti la prima ricetta ufficiale trovi posto nel Trattato di Cucina Teorico-Pratico del celebre gastronomo Ippolito Cavalcanti, Duca di Buonvicino, che la mise nero su bianco in lingua napoletana, pare infatti che le zeppole esistessero già da secoli e nel 1400 rientrassero addirittura tra i “privilegi” del Vicerè di Napoli, Juan II de Ribagorza. Come riportato da La Gazzetta del Gusto, una leggenda di matrice cristiana fa risalire la nascita delle zeppole alla fuga in Egitto della sacra famiglia: pare infatti che San Giuseppe, per mantenere Maria e Gesù, affiancò al mestiere di falegname quello di friggitore e venditore ambulante di frittelle (da qui il nome “zeppole di San Giuseppe”). L’altra leggenda ha a che fare con Roma, e ci riporta ai tempi delle Liberalia, celebrazioni in onore delle divinità dispensatrici del vino e del grano che si tenevano il 17 marzo. Per omaggiare Bacco e Sileno suo precettore e compagno di bagordi, vino e ambrosia erano accompagnati da profumatissime frittelle di frumento, cotte nello strutto bollente. Le Liberalia cessarono con l’avvento di Teodosio II, ma è possibile che queste feste siano state assimilate nel tempo dal cattolicesimo che fissò due giorni più tardi la festa di San Giuseppe. Secondo la tradizione, le zeppole di oggi altro non sarebbero che le discendenti di quelle antiche frittelle romane.