Il dossier Tav resta al centro della scena politica, ma ora sotto i riflettori c’è soprattutto la “mini-Tav”, l’alternativa low cost basata sul ridimensionamento del tracciato italiano. Questa soluzione permetterebbe al Movimento 5 Stelle di salvare la faccia con una buona fetta di elettori. Ma il presidente dem della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, attacca: «La mini Tav è una bufala». Il governatore ha spiegato perché: «o vuol dire solo spostare di due o tre anni in avanti i lavori, e questo non cambia la sostanza, o vuol dire tagliare fuori Torino e nello stesso tempo intasarla. Perché quando ci dovessero essere tutti i treni sulla linea storica, non possono passare i treni locali più i treni merci e i treni passeggeri internazionali». Per Chiamparino la mini Tav già c’è, quindi la sua priorità è far «partire i bandi sul progetto così com’è, e non perdiamo altro tempo». (agg. di Silvana Palazzo)



MINISTRO FRANCESE “ATTENDIAMO RISPOSTA”

In attesa che il governo italiano prenda la sua decisione definitiva sulla Tav, se farla o meno, dalla Francia giunge una sorta di ultimatum. A parlare è Bruno Le Maire, ministro dell’economia d’oltralpe, che intervistato da Repubblica afferma: «Sulla Tav siamo stati pazienti per dare al governo il tempo di riflettere. Ora siamo fiduciosi che la decisione arriverà molto presto». Nessuno dubbio per i transalpini in merito all’utilità dell’opera che collega Lione a Torino: «La Tav – sostiene l’esponente dell’Eliseo – è un progetto sia simbolico che utile. Simbolico perché rappresenta il desiderio di avvicinare i nostri territori. Ed è utile per facilitare il movimento di merci e persone tra Francia e Italia. D’altra parte, noi siamo già impegnati nel cantiere». Peccato però che il governo gialloverde non la pensi così, o per lo meno, non la parte pentastellata, con Toninelli che ha ribadito fermamente il suo “no” alla realizzazione dell’opera, e con il presidente del consiglio Giuseppe Conte che ha smentito l’esistenza di una “mini-Tav” dai costi più bassi. La Lega, invece, continua a sostenere la necessità di portare a termine la Tav per inviare un messaggio oltre confine e nel contempo dimostrare agli italiani che le infrastrutture non si possono bloccare, altrimenti si ferma il paese. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



IL COMMENTO DI RIXI

Si spacca il governo gialloverde in merito alla vicenda della Tav. Il Movimento 5 Stelle è schierato apertamente con i “no-Tav”, mentre la Lega pensa che il treno ad alta velocità vada fatto. Lo ha ribadito poco fa nelle parole di Edoardo Rixi, il viceministro delle Infrastrutture, che parlando ai microfoni del Corriere della Sera, si dice convinto che alla fine una soluzione che vada bene a tutte le parti in gioco si possa trovare: «Convinto che alla fine si troverà una soluzione, perché far partire i bandi non significa che la Tav dovrà essere fatta secondo il progetto iniziale». In ballo vi sono i milioni di euro di contributi europei che l’Italia rischierebbe di perdere nel caso in cui la Tav naufragasse definitivamente: «Nei prossimi giorni, entro l’11 marzo – prosegue Rixi – secondo me il consiglio di amministrazione di Telt dovrebbe dare via libera ai bandi necessari per la Tav, sia perché si tratta di un’opera importante sia perché altrimenti rischiamo di perdere 300 milioni di euro di contributi europei». Come sostiene Rixi, l’opera potrà essere revisionata ottenendo così un forte risparmio di risorse, arrivando fino alla cifra massima di un miliardo/due. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



TAV, IL GOVERNO SI SPACCA

Non si placa lo scontro all’interno del governo sulla Tav. Movimento 5 Stelle e Lega appaiano asserragliate dietro le rispettive posizioni, con i grillini fermamente convinti che il treno ad alta velocità che collega Lione a Torino non s’ha da fare, anche per una questione elettorale, e con il Carroccio che invece pensa (come l’Unione Europea), che il treno debba essere completato anche per rilanciare l’Italia. Lo si capisce chiaramente dalle parole rilasciate ieri dal fondatore dei grillini, Beppe Grillo, che in occasione del suo show a Torino ha spiegato: «L’alta velocità Torino è una linea di cemento e calcestruzzo. La Tav è ancora una stella che fa luce, ma è morta perché la mobilità sta cambiando. I container sono vuoti. I grandi progetti sono altri. Qui a Torino avete sperimentato e inventato di tutto, anche l’alta velocità, e non lo capite. Vi perdete in cazzate come la Tav. Svegliatevi. Mi fate impazzire!». Sullo sfondo, una mini-tav proposta dalla Lega, un nuovo progetto dai costi minori rispetto a quello originario, che però non si capisce se esista o meno.

LEGA IN PRESSING SU M5S CON LA MINI-TAV

«Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte – quanto giunge da Palazzo Chigi a riguardo – non ha aperto a nessuna ipotesi di mini-Tav né ha mai richiesto un ulteriore contributo all’analisi costi-benefici dell’opera. Il presidente non ha mai anticipato nessun giudizio, mentre ha sempre ribadito e ancora ribadisce che verrà presa la migliore decisione possibile nell’interesse esclusivo del Paese». A sostenere con forza il pensiero del Movimento 5 Stelle, anche il ministro dei trasporti Danilo Toninelli, altro storico sostenitore del “no-Tav”, che ha ribadito di essere profondamente contrariato all’opera. Ma come detto in apertura, la Lega la pensa diversamente: «La Tav è un investimento importante per tenere l’Italia legata all’Europa – ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti – le Alpi ce le ha date Dio, ma dopo Annibale c’è chi ci passa sopra, e chi sotto. Forse alcune cose, in fase di progettazione, sono state esagerate. Nel Contratto di governo non c’era una posizione univoca. Adesso dobbiamo dare tempo al processo di maturazione che possa portare a realizzare un’opera con minore impatto ambientale e costi ridotti». Difficile uscire da tale empasse.