Per la brillante firma del Corriere della Sera Massimo Gramellini il problema dell’immenso caso mediatico di Greta Thunberg (la 16enne attivista per i diritti ambientali e in sciopero ogni venerdì contro lo sfruttamento del clima da parte dei Governo di mezzo mondo) non è il merito delle testi avanzate da Greta o chi vi si contrappone. No, tutto sta nella “caratura morale” di chi ad oggi osa porsi in distanza dal pensiero unico pro-ambiente: nel suo “Caffè” sul CorSera, Gramellini ammette (per fortuna in termini giornalistici) che Greta Thunberg non è proprio il verbo incarnato in tema di ambiente e lotte sociali, eppure ad oggi bisognerebbe concentrarsi sui quei “cattivi” che vogliono ad ogni costo attaccarla. «Ce l’hanno tutti con Greta, la giovane ecologista scandinava nel cui nome, venerdì scorso, milioni di ragazzi hanno bigiato la scuola. Greta che pretende di farci mangiare a chilometro zero e poi compra le banane. Greta manipolata dalle lobby verdi. Greta fantoccio dei suoi genitori avidi di denaro. Greta che, ha detto qualcuno, se non fosse malata la prenderei sotto con la macchina. Greta che predica all’ Occidente, fingendo di dimenticarsi che a inquinare il pianeta sono soprattutto gli indiani e i cinesi», spiega nel consueto modo evocativo-sarcastico col quale il giornalista di fatto elenca le principali contestazioni di questi giorni contro il “Gretinismo” (coniato genialmente da Nicola Porro, ndr).



IL PENSIERO UNICO E I CATTIVISTI

«Greta Thunberg non è il verbo. Personalmente non ne condivido la retorica di stampo populista, che assolve la gente comune per dare tutte le colpe del cambiamento climatico alle élite: in materia ambientale quel poco che si è fatto lo si deve a minoranze illuminate», scrive ancora Gramellini sul suo “Caffè” dove però, subito, pone un passo in più per colpire il suo vero obiettivo. «C’è la nuova egemonia culturale dei cattivisti, che provano un fastidio quasi fisico per qualunque manifestazione del bene. La considerano ipocrita e moralista. Per loro gli esseri umani sono un impasto di pulsioni basiche e pensieri molesti. L’ idealismo non è contemplato. Chiunque osi abbracciare un sogno o evocare un sentimento è ingenuo o in malafede. Da lui si pretendono una coerenza assoluta e una vita da anacoreta, altrimenti va subito affogato in un mare di cinismo. Non so perché lo facciano, ma preferirei essere Greta che uno di loro», conclude caustico Gramellini. Insomma, i vari Salvini, Maglie, Rita Pavone, Lorella Cuccarini, e quei pochi che hanno osato levare qualche dubbio in merito alle tesi sullo sfruttamento climatico sono tutti asserviti all’unica vera ideologia, il “cattivismo”. Ora tutto è davvero più chiaro: c’è un pensiero che dice cosa è buono e cosa è cattivo. C’è un pensiero che dice che gli insulti ad una parte sono legittimi, ovvero contro i cattivi, mentre ai buoni non si può (e ci mancherebbe, chiunque insulti sul personale Greta deve avere qualche problema con sé stesso, ma idem se si tratta di Pavone, Salvini, Topolino e chi più ne ha ne metta). C’è un pensiero che dice che le egemonie culturali (cattive) sono solo quelle che decide lo stesso pensiero. Insomma, c’è un pensiero e purtroppo sembra sempre di più essere “unico”.

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