La morte di uno studente del Politecnico di Torino per tubercolosi rilancia un allarme in realtà mai sopito per il nostro paese. L’incidenza al momento rimane bassa in Italia, ma sicuramente vanno controllati questi episodi non di certo isolati. In occasione del Tb Day 2019 è stato evidenziato come dal 2012 al 2016 il tasso sia sceso del 1.8% ogni 12 mesi e attualmente si può parlare di 7.4 casi ogni 100mila abitanti. Il tasso della mortalità è attorno allo 0.7%. Purtroppo però dal 2009 ad oggi si è verificato un aumento costante di questa proporzione. Si parla di casi notificati tra cittadini nati all’estero che hanno portato il tasso a passare dal 44% del 2005 al 62% del 2016. Numeri che devono invitare a riflettere per una patologia che sembrava debellata ma che purtroppo continua a portare morte e a creare non pochi problemi. (agg. di Matteo Fantozzi)



TUBERCOLOSI A TORINO, MORTO STUDENTE POLITECNICO

È purtroppo morto lo studente 19enne del Politecnico di Torino che tre settimane fa era stato ricoverato per Tubercolosi all’ospedale Amedeo di Savoia: veniva dallo Sri Lanka e da giorni era dato in condizioni molto gravi, ma purtroppo oggi i medici hanno dovuto dare l’amara notizia alla famiglia del giovane matricola di ingegneria informatica nell’ateneo torinese. «”L’Asl città di Torino conferma la notizia del decesso per tubercolosi dello studente del Politecnico – scrive in una breve nota l’Asl – Fatto possibile seppur molto raro»: è morto dopo una lunghissima agonia e con la netta sensazione che la Tubercolosi era in una forma troppo avanzata e grave quando si è rivolto ai medici del Amedeo Savoia di Torino.



TEST SU PERSONE A CONTATTO CON LO STUDENTE

«Un fatto possibile seppur molto raro – commenta l’Asl città di Torino -. I controlli già previsti ed iniziati, continuano senza che siano emerse criticità»: al Politecnico sono infatti stati analizzati 250 persone che avevano avuto contatti con lo studente morto questo pomeriggio, «ma non tutti hanno ancora completato i test che dovrebbero finire domani». Secondo il rettore del Politecnico di Torino, Guido Saracco, «c’è grande rammarico e dolore per questa morte. L’Asl sta svolgendo tutti i controlli necessari e c’è piena fiducia nel loro operato». Finora altre diffusioni della Tubecolosi non sembrano essere avvenute ma la pericolosità della malattia e la facilità di “contatto” non ammettono ovviamente sottovalutazioni. Giusto tre settimane fa, appena dopo l’esplosione del caso in città, lo stesso Politecnico di Torino aveva lanciato un messaggio a tutti gli studenti: «E’ pervenuta da parte della Struttura Complessa di Igiene e Sanità Pubblica di Torino richiesta di collaborazione relativamente ad un caso di tubercolosi tra gli studenti iscritti al Politecnico. Si informa che gli uffici dell’Ateneo si sono immediatamente resi disponibili a collaborare con la suddetta struttura. Qualora dovessero pervenire indicazioni specifiche, verrà immediatamente adottato ogni provvedimento proposto e ne sarà data debita informazione».

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