Dopo l’arresto di De Vito, seguito dal caso Frongia, Virginia Raggi prende una netta posizione. Il sindaco di Roma ha scritto un lungo post su Facebook: «Non si torna al passato. Il giorno in cui sono stata eletta sindaca di Roma sapevo che avrei subito ogni tipo di attacco: mediatico, politico, personale. Sapevo che il vecchio sistema che insieme al M5S sto scardinando con ogni mia forza, avrebbe opposto ogni tipo di resistenza. Sapevo che avrebbe attaccato con una violenza inaudita. Sapevo che avrebbe provato ad infiltrarsi per provare a riproporre i metodi del passato, quelli contro i quali sto lottando». «Ho preferito la linea della legalità a quella del facile consenso. Il risultato di una pratica corretta è che, dopo nove mesi i cittadini avranno una strada fatta bene e pagata il giusto» prosegue la prima cittadina M5s: «Io ho detto “no” a quel sistema che però prova a ribellarsi in ogni modo. Prova ad infiltrarsi come succedeva in passato. Ma c’è una differenza: la mia reazione e quella del M5S è immediata e senza esitazioni. Non lasciamo spazio ad ambiguità: dopo aver letto l’ordinanza, Luigi Di Maio ha espulso Marcello De Vito nel giro di poche ore. E io ho immediatamente avviato una indagine interna su tutti i dossier citati nell’inchiesta che riguarda De Vito. E questa è una risposta seria. Una risposta anche a qualche commentatore che dice: ”nulla è cambiato”. Le cose sono cambiate. Noi rispondiamo con fermezza a chi prova a “infettare” l’amministrazione con pratiche illegali». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



M5S, CAOS ROMA

Come se non bastasse, al caos M5s sullo Stadio della Roma ora si aggiunge anche l’assessore allo Sport Daniele Frongia indagato anch’egli per corruzione: «Mai compiuto alcun reato, confido in archiviazione» ha risposto immediatamente così il fidatissimo braccio destro della sindaco Raggi dopo l’ennesimo capitolo sullo stadio della A.S. Roma che tanti grattacapi politici e giudiziari sta provocando al Movimento 5 Stelle nella Capitale. Definito lo “scacchista” del Campidoglio, è considerato una delle più lucide persone che affiancano la sindaca di Roma: dopo l’arresto del “rivale” De Vito (ovvero il braccio destro della rivale Lombardi), entrambe le correnti interne al M5s non vivono certo il loro momento migliore. Restano molti dubbi in merito alle effettive responsabilità “politiche” di De Vito visto che il Presidente dell’Assemblea al Campidoglio non ha, nella pratica, una particolare incidenza sulle varie scelte in merito alla costruzione dello Stadio romano: «Fino a che ci sarà un ginepraio di leggi e burocrazia che rende complicato qualsiasi appalto ci saranno imprese che per snellire questi processi burocratici interminabili cercheranno di corrompere i funzionari pubblici», sentenzia l’ex assessore alle Partecipate della Giunta Raggi, Massimo Colomban, all’Adnkronos.



DE VITO NON RISPONDE AL GIP

Marcello De Vito nell’interrogatorio di garanzia andato in scena oggi, il giorno dopo il “terremoto” in casa M5s Roma con l’arresto del Presidente dell’Assemblea in Campidoglio: la notizia filtra appena dopo mezzogiorno, con il leader degli “ortodossi grillini” della Capitale che si riserva di rispondere nei prossimi interrogatori, come annunciato dal suo legale. Ha parlato invece Camillo Mezzacapo, avvocato romano arrestato per corruzione nell’ambito di uno dei filoni di inchiesta sul nuovo stadio della Roma. In una intercettazione dello scorso 4 febbraio, riporta Repubblica, parlava con De Vito e diceva «Questa congiunzione astrale tra… tipo l’allineamento della cometa di Halley… hai capito cioè… è difficile secondo me che si verifichi… noi Marcè dobbiamo sfruttarla sta cosa, secondo me guarda ci rimangono due anni». Ebbene, oggi davanti al Gip Mezzacapo spiega «Non ho percepito nessuna tangente, ma solo compensi per attività professionali, curavo transazioni e attività che si svolgono di norma nella pubblica amministrazione. La mia era solo un’attività di natura professionale e non ci sono mai state sovrapposizioni con il ruolo politico di Marcello De Vito». Ricordiamo che assieme Mezzacapo e l’ex M5s, dopo l’espulsione immediata sancita ieri da Luigi Di Maio, gli altri arrestati ieri sono Fortunato Pititto e Gianluca Bardelli (indagati invece Giuseppe Statuto e i fratelli Claudio e Pierluigi Toti).



LO SCONTRO TRA VIRGINIA RAGGI E ROBERTA LOMBARDI

L’indagine giudiziaria ovviamente proseguirà con le parole di De Vito che a questo punto si riveleranno assai importanti anche per capire lo status di “ammissione” o di “rifiuto” di tutte le accuse piovute in queste ore attorno all’ormai ex Presidente della Assemblea in Campidoglio. È chiaro però che l’arresto di Marcello De Vito è prima di tutto un terremoto politico interno al Movimento 5 Stelle, per due semplici motivi: in primis le opposizioni e la stessa Lega vedono avvicinarsi sempre più il baratro per Virginia Raggi e la gestione finora tutt’altro che positiva della Amministrazione di Roma Capitale, e anche per questo Di Maio ha provato ieri ad allontanare l’arrestato da ogni coinvolgimento col M5s. In secondo luogo, è scontro apertissimo tra le due storiche “correnti” grilline interne al M5s laziale: da un lato la sindaca Raggi, dall’altra la “nemica” e pasionaria Roberta Lombardi, di cui De Vito era un fedele amico e braccio destro, Ieri a Porta a Porta la prima cittadina di Roma ha detto di essere andata su «tutte le furie dopo l’arresto di De Vito. Quando si lavora tanto per contrastare mafia capitale e ci si mette la faccia, come fatto con i Casamonica, che abbiamo sgomberato, vedere che chi doveva giocare in squadra con te gioca con l’avversario fa male». Ma è la distanza messa tra lei e De Vito ad aver fatto andare su tutte le furie la Lombardi: prima la Raggi sentenzia «È noto a tutti che lui e Roberta Lombardi non mi amavano molto», poi arriva la replica secca «Meschine insinuazioni in un momento così difficile per il Movimento a Roma. A #DeVito dissi di dimettersi se indagato nell’indagine sullo Stadio. Altri hanno invece dato piena fiducia a Giampaoletti indagato per concussione per la vicenda Ama. Io non faccio sconti a nessuno!».