In 25 anni dall’omicidio di Ilaria Alpi e dell’operatore Miran Hrovatin, l’unico condannato fu Hashi Omar Hassan. “Se è vero che Hassan è stato condannato dobbiamo avere anche il coraggio di ammettere che possa essere innocente”, aveva commentato il procuratore generale Dario Razzi nella sua richiesta di assoluzione, accolta dalla Corte d’Appello di Perugia nell’ottobre del 2016. Neppure la famiglia della giornalista uccisa aveva mai alla colpevolezza di Hassan il quale trascorse 17 dei 26 anni di reclusione previsti dalla condanna, per un fatto che non ha mai commesso. “Sono contenta per lui ma sono anche molto amareggiata e depressa per mia figlia”, era stato il primo commento di mamma Luciana, “perchè è come se lei e Miran Hrovatin fossero morti per il caldo che faceva a Mogadiscio”. Quanto a Omar Hassan, ciò che emerse nei suoi confronti, secondo il procuratore generale, fu solo “un quadro bianco senza immagini, senza niente”. Alla sua richiesta di assoluzione si associò anche il legale della famiglia Alpi. Teste chiave del processo a suo carico fu un altro somalo, Ahmed Ali Rage, detto Jelle, ma che prima della puntata del 18 febbraio 2015 di Chi l’ha visto, sentito per rogatoria dalla procura di Roma ritrattò le accuse sostenendo di non aver rivelato a nessuno che Hassan faceva parte del commando autore del duplice delitto, né che fu lui ad uccidere. “L’ho fatto solo per andarmene via dal Paese”, aveva ribadito. “Sono felice. Dopo oltre 17 anni di carcere posso dirmi innocente. Sono contento”, le prime parole di Hassan dopo la sentenza di assoluzione. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



HASHI OMAR HASSAN, L’UNICO CONDANNATO PER L’OMICIDIO

Sono esattamente 25 anni che Ilaria Alpi, ex giornalista del Tg3, è stata assassinata assieme al suo cineoperatore Miran Hrovatin, ma nessuno sa ancora dare una risposta precisa su chi sia il responsabile di tale duplice delitto. Alpi e Hrovatin furono uccisi il 20 marzo del 1994, nei pressi dell’ambasciata italiana di Mogadisco: avevano appena realizzato un servizio su alcuni traffici sospetti fra la Somalia e l’Italia quando i due sono stati assassinati da un gruppo di criminali. A 25 anni da quei tragici eventi ha parlato Hashi Omar Hassan, colui che è stato condannato dal tribunale di Roma, ritenuto parte del commando che era a bordo della Land Rover da cui appunto sono scesi i delinquenti che hanno ammazzato i due giornalisti della Rai. Peccato però che nel 2016, grazie anche ad un’inchiesta realizzata da “Chi l’ha visto?”, Hassan sia stato scarcerato, ritenuto totalmente estraneo ai fatti: «E’ stato terribile – ha raccontato lo stesso ai microfoni del programma di Rai Tre – sono stato condannato ingiustamente ma grazie a Dio alla fine mi hanno scagionato. Non sappiamo ancora chi ha ucciso Ilaria, chi era il mandante, e sono passati 25 anni».

ILARIA ALPI, 25 ANNI DALLA MORTE

Hassan racconta la sua detenzione: «E’ stata dura, pensavo ogni giorno che prima o poi avrebbero scoperto la verità: sono stato in cercare senza famiglia, senza avere un colloquio con loro, è stato brutto, ma alla fine ce l’ho fatta ad uscire. Sono sempre stato ottimista, convinto che un giorno la verità sarebbe emersa». Durante il periodo di detenzione ha potuto stringere un rapporto speciale con la mamma di Ilaria Alpi, la signora Luciana Ricciardi, deceduta a giugno dell’anno scorso: «La mamma di Ilaria, subito dopo il mio arresto, ha dato dei bugiardi agli inquirenti, poi un giorno mi hanno concesso un permesso premio, ed è stato grazie a lei: ho trovato un’altra madre. Adesso lo stato italiano mi deve pagare una bella cifra, ma non è nulla in confronto ai 17 anni di vita che ho passato in galera. Mi hanno dato un piccolo anticipo, mentre il resto (si parla di 3 milioni di euro di risarciment ndr) me lo daranno fra un mese. Non ho ancora dei progetti, ho appena avuto una figlia, ora sto pensando cosa fare».

Leggi anche