L’ex terrorista dei Pac, Cesare Battisti, arrestato lo scorso gennaio in Bolivia ed attualmente detenuto ad Oristano, dovrà continuare a scontare la pena dell’isolamento diurno di sei mesi. La decisione era stata applicata dopo il suo ritorno in Italia che ha segnato la fine della sua latitanza lunga quaranta anni ma in merito la sua difesa aveva presentato l’istanza con la quale chiedeva la prescrizione dell’isolamento. Oggi, ad esprimersi è stata la Corte d’Assise d’Appello di Milano che ha respinto l’istanza presentata dai difensori di Battisti lo scorso lunedì, in occasione della prima udienza sull’incidente di esecuzione sollevato dalla procura generale di Milano dopo richiesta della difesa dell’ex terrorista. La medesima Corte, come spiega AskaNews, ha confermato dunque i sei mesi di isolamento diurno previsti. Oltre a tale richiesta ora rigettata, la difesa dell’ex latitante aveva anche avanzato quella di commutare la pena dell’ergastolo in 30 anni di carcere.
CESARE BATTISTI, DIFESA SPERA NELLA COMMUTAZIONE DELLA PENA
Su questo secondo aspetto centrale su cui si basa la strategia difensiva di Cesare Battisti, se ne continuerà a discutere il prossimo 17 maggio, con una nuova udienza del procedimento che si è aperto davanti ai giudici. La richiesta di commutazione della pena presentata dall’avvocato Davide Steccanella, si basa – come spiega l’agenzia di stampa Ansa, sull’unico accordo valido secondo la difesa, in merito all’estrazione di Battisti, ovvero quello tra Italia e Brasile del dicembre 2009. Accordo che, anche a giudizio del legale, non prevede la pena dell’ergastolo semplicemente perchè in Brasile non esiste il carcere a vita. A spiegare questo aspetto nei giorni scorsi era stato lo stesso avvocato dell’ex terrorista rosso che, intervenendo ai microfoni di Sky Tg24, a margine dell’udienza, aveva detto, come riferisce Il Giornale: “Noi puntiamo sull’applicazione della legge quindi dell’accordo estradizionale firmato con il Brasile perchè è l’unico documento valido che consente l’attuale esecuzione in quanto la Bolivia ha fatto una consegna da polizia a polizia a nostro parere del tutto illegittima”.