Si chiamava Sylla Noumo, il migrante morto la scorsa notte a San Ferdinando, dopo un rogo scoppiato nella nuova tendopoli. Aveva 32 anni, e come tanti abitanti di quella baraccopoli sulla piana di Gioia Tauro, lavorava nei campi come bracciante agricolo per pochi euro. E’ morto carbonizzato, a seguito di un incendio divampato nella sua tenda di fortuna, molto probabilmente dopo che lo stesso si è addormentato, dimenticandosi delle fiamme. Numerosi i commenti dal mondo politico sul web, a cominciare da Enza Bruno Bossio, esponente del Partito Democratico, che su Twitter scrive: «Piangiamo un altro morto a #sanferdinando nella nuova #tendopoli. Purtroppo lo sapevamo già non servono le parate militari per l’accoglienza». Così invece Paolo Maddalena, Vice presidente emerito della Corte Costituzionale, che sempre attraverso Twitter commenta: «Gli esempi di ostracismo contro gli immigrati, propugnati dal Governo, producono effetti negativi sugli italiani, che da popolo caratterizzato dall’accoglienza, sta diventando, poco per volta, un popolo egoista che disprezza gli stranieri afflitti da povertà». Infine il pensiero di Aboubakar Soumahoro, arrivista sindacale, che cinguetta: «Questa notte nella “nuova” tendopoli di #SanFerdinando l’ennesimo incendio ha provocato l’ennesima morte. Quando le Istituzioni si muoveranno seriamente per dare seguito ad un Piano per l’inserimento abitativo diffuso?». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SAN FERDINANDO, MORTO NELLA NUOVA TENDOPOLI DOPO INCENDIO
Il Ministro Salvini, informato dell’ennesima morte a San Ferdinando, ha commentato «Siamo addolorati per la morte di una persona a San Ferdinando: se fosse successo nella baraccopoli abusiva il bilancio poteva essere ben più pesante». Così è infatti, visto che l’incendio è avvenuto all’interno della tendopoli messa in sicurezza dalla Protezione Civile ma purtroppo anch’essa andata a fuoco per cause ancora tutte da verificare: la baraccopoli ormai è stato abbattuto il 7 marzo scorso e parecchi migranti che prima vi soggiornavano si sono velocemente trasferiti un po’ in altre strutture Caritas e un po’ appunto nella tendopoli in questione. «Teniamo alta l’attenzione: al Comune di San Ferdinando abbiamo appena riconosciuto 350mila euro per gestire la situazione post-sgombero. L’auspicio è incrementare sempre di più controlli, legalità e assistenza per evitare sfruttamento, degrado e tragedie», conclude Salvini. Per il sindaco di San Ferdinando, Andrea Tripodi, «Speravamo di non dover più raccontare episodi come questi ma purtroppo è accaduto ancora. Le cause del rogo, che ha interessato una tenda, non sono ancora chiare e sono al lavoro i vigili del fuoco e la polizia Scientifica. Ora siamo in attesa di capire come sono andati i fatti. Certo è che è accaduto quello che non doveva accadere». (agg. di Niccolò Magnani)
NUOVA TRAGEDIA VICINO ALLA BARACCOPOLI
Un altro morto a San Ferdinando, questa volta nella nuova tendopoli. Ancora una volta sono state le fiamme a provocare la vittima, causate quasi sicuramente da un piccolo fuocherello acceso per riscaldare l’ambiente. L’episodio si è verificato nella notte fra giovedì 21 e venerdì 22 marzo, e stando a quanto riferisce l’edizione online di Repubblica, non sono state ancora rese note le generalità della vittima. In base ad una prima ricostruzione effettuata dalle forze dell’ordine, l’incendio si sarebbe sviluppato in un angolo di una tenda da sei posti dove vi erano alcuni cavi elettrici. Una volta lanciato l’allarme sono giunti pochi minuti dopo sul luogo del rogo i vigili del fuoco che hanno spento le fiamme e messo in sicurezza la zona. Nel contempo sono arrivati anche gli uomini del 118 ma per il migrante morto non vi è stato nulla da fare. La tendopoli in questione era gestita dal Comune mentre ora è affidata alla Caritas, ed è situata a poche centinaia di metri dalla nota vecchia tendopoli sulla piana di Gioia Tauro, e che è stata smantellata definitivamente soltanto poche settimane fa.
INCENDIO IN NUOVA TENDOPOLI DI SAN FERDINANDO: UN MORTO
Nella vecchia baraccopoli avevano perso la vita in circa un anno 3 migranti, tutti morti a seguito di incendio provocati da piccoli fuocherelli accesi per riscaldare le tende di fortuna. La tendopoli è stata costruita pochi anni fa dalla Protezione civile e prevede al suo interno anche dei servizi igienici e dei presidi sanitari, inoltre, è vigilata. All’inizio di marzo, quando la vecchia tendopoli era stata smantellata, quella nuova è stata ampliata di modo da accogliere parte dei migranti “residenti” poche centinaia di metri più in la. Nel periodo invernale, nella vecchia tendopoli, vi erano fino a 3.000 persone, di cui circa 840 sono confluiti in quella nuova. Nell’incendio della scorsa notte è andata distrutta una sola tenda e non vi sono stati feriti oltre alla vittima.