Bruciata dall’ex Ciro Russo, evaso con l’obiettivo di ucciderla, Maria Antonietta Rositani continua a lottare per vivere e la prossima settimana è attesa da un’importante operazione per rigenerare la pelle. Intervistata da Pomeriggio 5, ha raccontato: «Ero semplicemente in macchina, ero agitatissima perché avevo scoperto che lui era evaso. In un momento mi sono sentita speronata e ho capito subito che era lui: era uscito da lì per ammazzarmi. Ho chiamato subito i carabinieri, dicendogli che era lì e che mi stava per bruciare. Ho iniziato a sentire il calore delle fiamme, ho visto la freddezza con la quale lanciava la benzina verso la macchina. Quel calore forte è diventato qualcosa di strano, non lo so descrivere, ma ho sentito tanta forza, ho sentito Dio vicino a me. Ho aperto le portiere della macchina, sono andata contro di lui e lui mi ha lanciato qualcosa dicendomi “muori”. Ho iniziato a bere da una pozzanghera e a girarmi, poi mentre io correvo lui, vile, scappava. Ho iniziato a spogliarmi, volevo vivere: sono arrivata in un negozio e mi sono specchiata, ho detto che non importava e ho chiamato la polizia per salvare i miei bambini». Prosegue Maria Antonietta: «Non ho provato niente, solo dolore fisico: ero convinta che questo momento sarebbe accaduto. Mi ha sorpreso l’evasione: non credevo fosse possibile evadere con tanta facilità». E sottolinea: «Noi donne crediamo di voler bene a queste persone, quasi come se fosse dovuto e come se ce lo meritassimo: lui però non aveva calcolato lo schiaffo che aveva dato a mia figlia a dicembre. Sono sempre stata una madre presente con i miei figli, forse troppo: non li ho mai lasciati (ride, ndr). In qualunque ricorrenza li portavo con me, loro erano gioia». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“CIRO RUSSO DOVEVA ESSERE CURATO”
Una tragedia annunciata: non lo dice solo Maria Antonietta Rositani, la donna bruciata dall’ex Ciro Russo a Reggio Calabria. Lo ha detto anche un amico dell’uomo, la cui testimonianza è stata riportata oggi da “Chi l’ha visto”. «Secondo me poteva già succedere un anno fa. Lo incontrai per caso una domenica e mi disse che aveva dormito sul lungomare, su una panchina. Mi disse che voleva una possibilità e chiederle scuse, ma prima disse anche che voleva fargliela pagare». Ciro Russo doveva essere curato in una clinica, secondo l’amico. Intanto ha parlato al programma di Raitre il dottor Giulio Maggio, del Centro Ustioni di Bari, che ha in cura Maria Antonietta. «È una situazione estremamente critica. Ha ustioni al 40 per cento profonde. Complessivamente sono al 50, ma profonde al 40». Il medico ha riconosciuto il fatto che l’amore che sta circondando la donna e la sua forza interiore sono un valore aggiunto, ma le sue condizioni restano serie. «La patologia è lunga e dolorosa. Un paziente ustionato soffre fisicamente e psicologicamente e deve essere sottoposto a trattamenti invasivi. Quindi deve vivere questa situazione nella maniera più ovattata possibile». (agg. di Silvana Palazzo)
MARIA ANTONIETTA, BRUCIATA DALL’EX
«Fiamme dell’inferno», così definisce Maria Antonietta Rositani il fuoco che l’ha travolta per mano dell’ex marito Ciro Russo. Lo ha fatto in un audio trasmesso da “Chi l’ha visto”. «Ho sconfitto per ben due volte le fiamme e ho risposto a quella voce che mi diceva “muori”. Io risposi “Non muoio, vado dai miei figli”», ha raccontato con la voce che si spezza per le lacrime dal letto di ospedale dove è ricoverata. «Nessun essere umano merita di provare quel calore, che oggi posso definire le fiamme dell’inferno». Ma c’è una frase di Maria Antonietta che colpisce: «Quel giorno, che non dimenticherò mai, per me non è stato un fulmine a ciel sereno. Sapevo dentro di me che sarebbe successo». La tragedia poteva essere evitata? A lanciare l’interrogativo è il programma di Raitre, che ha riportato la testimonianza della mamma di Maria Antonietta. Alle 8.05 i carabinieri sono stati avvisati dell’evasione di Ciro Russo dai domiciliari. Tre ore dopo l’agguato. In quella finestra temporale si poteva fare qualcosa per evitare che l’uomo facesse del male alla moglie. (agg. di Silvana Palazzo)
BRUCIATA DALL’EX CIRO RUSSO A REGGIO CALABRIA
Maria Antonietta, la donna di Reggio Calabria che è stata bruciata lo scorso 12 marzo dall’ex marito, è stata intervistata dai microfoni di Storie Italiane, programma di Rai Uno. La donna ha raccontato quei drammatici attimi mentre Ciro Russo gli gettava addosso del liquido infiammabile provocandole ustioni sul 50% del corpo: «Mi ha speronato con la sua auto, poi mi ha buttato della benzina addosso e mi ha detto “muori”». L’aggressione si è divisa in due diverse fasi, prima nella macchina e poi dopo: «Ha aperto la portiera della macchina – ha proseguito la povera Maria Antonietta – poi ha buttato del liquido infiammabile dentro, e mi ha detto “muori”: io ho iniziato a sentire un calore strano, quindi ho aperto lo sportello e sono scappata fuori». A quel punto, però, Ciro Russo ha inseguito l’ex moglie: «Sono scappata davanti a lui e mi ha buttato la benzina sul volto e mi ha detto nuovamente “muori”: ho spento il mio viso nella pozzanghera, mi sono rotolata dentro, e poi mi sono spogliata per strada, togliendomi i vestiti».
MARIA ANTONIETTA, UNA TRAGEDIA ANNUNCIATA?
La donna ha poi trovato riparo, soccorsa da alcune persone che hanno assistito alla scena: «Appena mi sono specchiata ho visto com’ero, ma pur vedendo le mie condizioni ho pensato “Ce l’ho fatta”». Maria Antonietta ha subito avvisato la polizia, dicendo loro di temere per i suoi figli nonché per i genitori: «Lo conosco troppo bene, sapevo che prima o poi sarebbe finita così. Quella mattina, quando mi sono vista speronare con la macchina, ho chiamato la polizia dicendo che mi avrebbe ammazzata, che sarebbe arrivata la mia ora. Che cosa gli direi ora? Nulla, non merita nessuna domanda. Non mi ha mai permesso di vivere una vita tranquilla, lo sapevo, era solo una questione di tempo». La donna si era in parte un po’ illusa quando l’ex marito era finito ai domiciliari ad Ercolano, a 400 km di distanza, ma tale misura preventiva non è bastata: «Non ha mai accettato la fine del nostro rapporto, era bipolare, a volte diceva “ti amo”, a volte “sei una m*”. Una persona instabile ma non pazza, ho visto la sua lucidità mentre agiva, un pazzo non sarebbe stato capace di farlo».