Ormai è una celebrità, addirittura candidata al premio Nobel per la pace 2019. Greta Thunberg, questo il nome della studentessa sedicenne svedese, è stata ingannata per bene. E probabilmente, nella sua ingenuità, è stata ingannata anche dal clima particolarmente caldo registrato questa estate, in Svezia. Da allora ha iniziato un solitario sit-in fuori dal Parlamento svedese, rifiutandosi di andare a scuola fino al giorno delle elezioni politiche, svoltesi il 9 settembre.



Pian piano la sua protesta ha acquisito notorietà e l’ideologia ambientalista non poteva lasciarsi scappare l’occasione per rilanciare i propri allarmi sui cambiamenti climatici. La protesta si è così diffusa tra i giovani studenti in tutto il mondo fino alla protesta dello scorso venerdì 15 marzo con partecipazione di studenti di tanti paesi nel mondo. Una protesta prontamente enfatizzata dai maggiori media, televisivi e non.



Ovviamente non tutto poteva andare per il meglio e una cronista ha provato a girare tra i giovani manifestanti chiedendo loro “cosa sono i cambiamenti climatici” oppure “cos’è il buco dell’ozono” e mostrando la macroscopica ignoranza in materia delle nuove generazioni.

Ma come stanno davvero le cose? Davvero ci troviamo in una situazione critica, in un punto di non ritorno, causato dall’inquinamento umano? L’allarme sui cambiamenti climatici non è cosa recente, ha una storia che si può far risalire ad almeno una ventina di anni fa. E questo già dovrebbe suonare strano, per chi conosce un pochino la materia. Infatti, in materia di clima venti anni sono un lasso di tempo brevissimo. I cambiamenti climatici più significativi si misurano nell’arco di secoli, se non di millenni.



Tanto per citare un esempio, noi veniamo da un periodo di riscaldamento iniziato dagli anni ’70. E il motivo per cui si grida con allarme mostrando certi grafici con la serie storica delle temperature è che tali grafici iniziano in genere dal 1979, anno di un periodo particolarmente freddo. Ma tutti gli ultimi tre secoli sono stati un continuo aumento delle temperature, con alti e bassi, a partire da quel periodo climatico conosciuto come “minimo di Maunder”, verificatosi nei primi anni del 1700, ma che comprende circa 80 anni, dal 1660 al 1740.

Prima, nel Medioevo, faceva più caldo, anche più caldo di oggi, e la Groenlandia veniva chiamata “terra verde” (da cui il suo nome). Prima del Medioevo faceva di nuovo freddo, ma in epoca romana faceva di nuovo caldo. La verità semplice è che il cima è sempre cambiato e che per fortuna da circa 10mila anni ci troviamo in un periodo interglaciale, cioè un periodo di clima relativamente caldo e favorevole allo sviluppo delle specie naturali, vegetali e animali.

L’era glaciale nota più antica è avvenuta tra 2,4 4 2,1 miliardi di anni fa; la prima delle cinque note. L’attuale era glaciale è iniziata 40 milioni di anni fa, mentre ora ci troviamo all’interno di un periodo interglaciale, iniziato circa 12mila anni fa. E questo periodo “più caldo” non è certamente dovuto ai gas serra, né all’inquinamento dell’uomo, che possono incidere entrambi in modo molto marginale.

Sia ben chiaro: ogni iniziativa volta a evitare l’inquinamento deve essere colta favorevolmente: ma i “cambiamenti climatici” con l’inquinamento non c’entrano un fico secco. L’ideologia oggi imperante però evita di guardare in faccia alla realtà e alla scienza e a ogni occasione ripete il ritornello che “stiamo inquinando troppo” (verissimo), “stiamo provocando il riscaldamento globale” (falso), “siamo ormai al punto di non ritorno per il riscaldamento globale, avremo il Polo Nord completamente libero dai ghiacci e un innalzamento catastrofico del mare” (falsissimo!).

Iniziamo col dire che, tra gli anni ’70 e il 2000 c’è stato un evidente riscaldamento globale, dovuto principalmente dall’aumento dell’attività solare, testimoniato dal numero delle macchie solari e negli ultimi decenni dalle misurazioni dei satelliti. Il Sole, come noto, ha cicli di undici anni, ma questi cicli non sono tutti uguali e in quegli anni i cicli hanno avuto dei massimi piuttosto intensi. Però l’ultimo ciclo ha avuto un massimo molto debole, tanto che per trovare un ciclo precedente così debole occorre tornare indietro di almeno duecento anni, come evidenziato dalla figura qui sotto.

E la figura qui sotto mostra l’attuale ciclo 24 paragonato con la media degli altri 23 cicli.

La riga in blu è quella media, la riga rossa è quella del ciclo solare attuale, il numero 24. Quella in grigio è quella del ciclo5, quella del minimo di Maunder del 1700, quando il Tamigi a Londra e la Senna a Parigi congelavano completamente. Finora non ci siamo accorti climaticamente di questo raffreddamento del sole perché la Terra per due terzi è ricoperta dalle acque e quindi anche gli oceani si sono riscaldati, temperando così gli effetti di questa inversione del sole. Intanto però l’effetto di riscaldamento è finito e le conseguenze iniziano a vedersi.

Al Gore, vice presidente degli Usa durante la presidenza Clinton, nel 2007 si vide assegnato il Premio Nobel per la Pace proprio per il suo impegno nel diffondere la prossima catastrofe da surriscaldamento dovuto all’anidride carbonica immessa dall’uomo nell’aria e causa del terribile effetto serra. Qualcuno ricorderà il documentario “Una scomoda verità” da lui prodotto e portato in tutto il mondo. Nel 2009 lo stesso Gore profetizzò entro 5 anni il completo scioglimento del Polo Nord durante l’estate. Lo stesso catastrofico annuncio è stato ripetuto da diversi personaggi noti, più o meno esperti di climatologia. Lo stesso atteggiamento catastrofico è portato avanti dagli scienziati della Nasa, quella che non prenderebbe più un dollaro se non ci fossero allarmi ambientali con cui stressare i politici.

La realtà scientifica è però sotto gli occhi di chiunque voglia vederla. Qui sotto possiamo veder il grafico dell’estensione dei ghiacci per il Polo Nord, espresso in milioni di chilometri quadrati.

La riga arancione è la misura del 2019 fino a febbraio, mentre le altre due righe sono quelle degli ultimi due anni. Non c’è alcun scioglimento in corso e anzi c’è un piccolo aumento. I dati sono quelli del National Snow & Ice Data Center.

Il grafico dice anche una cosa molto interessante: tra l’inverno e l’estate l’estensione dei ghiacci del Polo Nord passa da 14 milioni a 4 milioni di chilometri quadrati. Voi avete visto innalzarsi il livello del mare quando arriva l’estate? E credete che si innalzerà il mare, se mai nel futuro in estate si dovessero sciogliere anche quegli ultimi 4 milioni di chilometri quadrati rimasti?

Si può dire, senza tema di smentite, che la protesta della sprovveduta ragazzina svedese è stata, per quest’anno, piuttosto intempestiva. E tutti quei ragazzi in piazza, completamente ignoranti in climatologia, hanno semplicemente trovato una buona scusa per non andare a scuola. L’ideologia allarmista del riscaldamento globale è però tutt’ora forte e dominante, per cui la facile previsione è che alla ragazzina daranno il Nobel per la Pace. Il premio si assegna in dicembre, a Stoccolma: consiglio alla ragazzina svedese di vestirsi con un cappotto pesante per l’occasione.