Accordo siglato fra l’Italia e la Cina sulla Via della Seta, un patto che prevede diciannove intese istituzioni e dieci collaborazioni commerciali per un valore minimo di 2.5 miliardi di euro e massimo di 20, ma che ha fatto litigare, per l’ennesima volta, il governo gialloverde. Come da copione le posizioni del Movimento 5 Stelle e della Lega sono risultate diametralmente opposte, e mentre Di Maio stappava lo champagne dopo aver apposto le firme sull’intesa, Salvini lanciava il monito da Pechino: «Non mi si dica che la Cina è un paese con il libero mercato. Noi vogliamo essere assolutamente cauti quando c’è in ballo la sicurezza nazionale, il trattamento dei dati sanitari, dei dati telefonici, la nostra privacy e l’energia che deve essere sotto controllo di organismi italiani. Per il resto se si portano gli imprenditori italiani in Cina, piuttosto che in Russia o in Brasile, va benissimo». Pronta la replica del ministro del lavoro, che ha voluto lanciare una frecciata al collega leghista di quelle che colgono nel segno: «ha il diritto di parlare, io il dovere di fare i fatti come ministro dello Sviluppo economico». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



ITALIA-CINA, 29 INTESE DA 2.5 MILIARDI DI EURO

Il cammino dell’Italia nella nuova “Via della Seta” è cominciata ufficialmente con la firma del premier Giuseppe Conte e del presidente cinese Xi Jinping del tanto atteso, e discusso, memorandum. Si apre una partnership economica bilaterale, rafforzata da 29 accordi istituzionali e commerciali, dai porti alle aziende, per un valore potenziale fino a 20 miliardi di dollari. Sulla carta c’è un po’ di tutto: dai porti di Genova e Trieste, dove si prevede il potenziamento delle infrastrutture, ma non lo scambio di proprietà, al fisco, i servizi bancari, energia e scambi culturali. Cassa Depositi e Prestiti sosterà le aziende italiane in Cina emettendo i “Panda bond”. Dopo aver lasciato Roma, Xi Jinping è volato a Palermo per concedersi una visita a Palazzo dei Normanni e uno spettacolo dei pupi siciliani, con la moglie Peng Liyuan sempre al suo fianco. Domani mattina partirà per la Francia: martedì è previsto l’incontro con Emmanuel Macron, il quale per rimarcare l’ostilità per la fuga solitaria dell’Italia ha invitato anche la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker. (agg. di Silvana Palazzo)



DI MAIO “SONO ORGOGLIOSO”

Esulta il ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, dopo l’accordo fra Cina e Italia siglato questa mattina a Villa Madama. Il massimo rappresentante del Movimento 5 Stelle ha tenuto una breve conferenza stampa per commentare le 29 intese siglate con la nazione cinese, dicendo: «Solo gli accordi firmati qui oggi in sostanza hanno un valore di 2,5 miliardi di euro, con un potenziale di 20. E poi ci sono tutti gli accordi istituzionali. Voglio dedicare questa firma della Via della Seta ai nostri imprenditori del ‘Made in Italy’: per me è stato un orgoglio ascoltare il presidente cinese parlare della nostra gastronomia, del nostro agroalimentare del nostro artigianato della nostra innovazione tecnologica. Ne parlava con l’obiettivo di attirare il più possibile prodotti italiani nel mercato cinese, di poter far esportare il più possibile un prodotto, il made in Italy che, parole sue, ha un’ottima reputazione in Cina». Soddisfatto quindi il titolare del Mise, secondo cui il nuovo accordo fra Italia e Cina sulla Via della Seta promuove le esportazioni dei prodotti italiani, favorisce la creazione di nuovi posti di lavoro sul suolo del Belpaese, e aziende più grandi in Italia: «Così – ha aggiunto e concluso – aiutiamo l’economia a crescere». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



ACCORDO ITALIA-CINA, 29 INTESE PER 2.5 MLD DI EURO

Sono stati firmati gli accordi fra Cina e Italia, l’intesa sulla famosa “Via della Seta” giunta in occasione della visita del presidente cinese Xi Jinping a Roma. Dopo l’incontro di ieri con Mattarella, il massimo rappresentante del governo di Pechino ha fatto visita al presidente del consiglio, Giuseppe Conte, in quel di Villa Madama. Sono ventinove, come già anticipato in precedenza, le intese per cui è stata apposta la firma delle due delegazioni ministeriali, per un valore che oscilla fra i 2.5 e i 7 miliardi di euro, ma che ha un potenziale di almeno 20 miliardi. Così il premier Conte nel corso del bilaterale con Xi: «Italia e Cina devono impostare relazioni più efficaci e costruire meglio rapporti che sono già molto buoni». Presente anche il ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, che ha sottoscritto la parte italiana, mentre dall’altra parte del tavolo, come ricorda l’edizione online di Repubblica, vi era il numero uno della National Development and Reform Commission, He Lifeng.

ACCORDO CINA-ITALIA SULLA VIA DELLA SETA

Dopo il Memorandum d’Intesa fra le due nazioni, Italia e Cina hanno sottoscritto una serie di intese, come ad esempio l’eliminazione delle doppie imposizioni, firmata da il ministro dell’Economia Giovanni Tria e il ministro degli Esteri Wang Yi, nonché il protocollo sui requisiti fitosanitari riguardanti l’esportazione di agrumi dall’Italia, siglato dal ministro Gian Marco Centinaio e l’ambasciatore della Repubblica popolare cinese, Liu Ruiyu. Quindi sono giunte le firme dell’aziende, leggasi i manager di Eni, Cdp e Snam, importanti realtà che operano in connubio fra le due nazioni. Assenza pesante, quella del ministro dell’interno Matteo Salvini, che parlando da Cernobbio ha fatto sapere «Non mi si dica che la Cina è un paese con il libero mercato», aggiungendo altresì di essere comunque contento della visita del presidente cinese e dell’apertura dei mercati, purchè sia a parità di condizioni.