Omicidio o malattia rara? Resta da chiarire il mistero della morte di Imane Fadil, la teste chiave del processo Ruby-ter scomparsa lo scorso 1 marzo 2019. Non sono state rinvenute tracce di radioattività nel corpo della 34enne, ma nulla è certo sul decesso della marocchina, «molto sospettosa negli ultimi tempi». E spunta un dettaglio in più, come riporta Il Fatto Quotidiano: la Fadil sarebbe stata minacciata da alcune ex Olgettine (le ragazze che partecipavano alle “cene eleganti” di Silvio Berlusconi). Questo quanto sostenuto dall’avvocato Paolo Sevesi nell’atto di costituzione di parte civile in uno dei filoni del Ruby-ter: «E’ stata interessata da minacce, tentativi corruttivi e pressioni per la revoca della costituzione di parte civile» da parte di Iris Berardi e Barbara Guerra, che sono imputate nel processo principale per corruzione in atti giudiziari.
“IMANE FADIL ERA STATA MINACCIATA”
Il Fatto Quotidiano sottolinea che l’atto di costituzione è stato depositato dall’ex legale della 34enne il 25 febbraio 2019, quando era già ricoverata da un mese all’Humanitas di Rozzano. La Fadil ha subito inoltre «un danno morale» secondo Sevesi, poiché oggetto di «minacce, tentativi corruttivi e pressioni per la revoca della costituzione di parte civile da parte di soggetti imputati nel presente procedimento, Berardi Iris e Guerra Barbara». Imane Fadil avrebbe infatti subito una serie di «azioni strumentali e consequenziali a quelle oggetto delle odierne imputazioni», con l’avvocato che parla anche di un «patimento amplificato dal persistente clamore mediatico derivato dall’assunzione di posizione avversa al sistemà da parte della modella, che le è costata emarginazione relazionale e isolamento lavorativo, nonché adeguamento e mutamento delle proprie abitudini di vita».