Con la firma a un nuovo motu proprio ( documento di “propria iniziativa” da parte del pontefice) papa Francesco dà un nuovo contributo alla lotta della Chiesa contro gli abusi di minori, ma non solo. Il documento, che si applica come sempre in questi casi allo Stato della Città del Vaticano e alla Curia Romana ma vale anche per la Chiesa di tutto il mondo, è in concomitanza anche a una nuova legge sempre sul medesimo tema. Il Vaticano infatti non aveva una normativa penale sugli abusi, mentre nel 2013 era stata promulgata una legge per sanzionare i delitti contro i minori (vendita di minori, violenza sessuale, prostituzione minorile, atti sessuali su minori, pedopornografia). Definito «sulla protezione dei minori e degli adulti vulnerabili» il motu proprio vara specifiche norme anti abusi. In sostanza si tratta di obbligo di denuncia per tutti i pubblici ufficiali, sanzioni per chi non lo fa, estensione della prescrizione a venti anni a partire dalla maggiore età, equiparazione ai minori degli «adulti vulnerabili», screening dei nuovi assunti, assistenza alle vittime, rimozione per i colpevoli.
LE NUOVE NORME ANTI ABUSI
«La tutela dei minori e delle persone vulnerabili fa parte integrante del messaggio evangelico che la Chiesa e tutti i suoi membri sono chiamati a diffondere nel mondo» si legge nel documento. Il papa aggiunge che è stato Cristo ad affidarci la cura e la protezione dei più piccoli e indifesi. Nella nuova legge firmata il 26 marzo e in vigore dal primo giugno invece si legge che «È vulnerabile ogni persona in stato d’infermità, di deficienza fisica o psichica, o di privazione della libertà personale che di fatto, anche occasionalmente, ne limiti la capacità di intendere o di volere o comunque di resistere all’offesa». Viene poi istituito a cura della Direzione di sanità e igiene un «servizio di accompagnamento per le vittime di abusi», che offre alla vittima ascolto, assistenza medica, psicologica e giuridica (non si fa menzione di indennizzi). Infine il divieto di castighi corporali, il divieto di chiedere ad un minore di «mantenere un segreto», la necessità per un adulto in presenza di un minore di «essere sempre visibili agli altri», e ancora i casi di bullismo tra minori e i rischi dei social network.