“Stai al posto tuo” e prima ancora un saluto romano, un fondoschiena provocatoriamente rivolto contro i poliziotti e qualche insulto-sberleffo alla manifestazione trans-femminista Lgbt: così durante la giornata di ieri un manifestante “fan” del Ministro Salvini che nel video circolante sui social esordisce con il coro da stadio “Uno di noi, Salvini uno di noi, uno di noi, Salvini uno di noi”. È ancora tensione a Verona durante il Convegno Mondiale delle Famiglie: dopo le tante polemiche politiche ora anche questo piccolo ma spiacevole episodio avvenuto nei dintorni di Piazza Bra, sede del Congresso sulla famiglia tradizionale. Il tutto ripreso da un giornalista tedesco Krsto Lazarevic che su Twitter fa vedere l’intera sequenza di fatti, annesso lo scontro acceso sul finale contro una poliziotta donna. Quando dopo gli insulti parte il braccio teso verso l’alto e rivolto ai poliziotti in borghese che lo seguivano a distanza, si cala addirittura giù i pantaloni per mostrare il fondoschiena e urlare frasi dialettali in napoletano del tipo «Fatt’ sta chiav***, ‘a buc**** ‘e mamm’t».
TENSIONE DURANTE CONVEGNO VERONA
A quel punto interviene una agente di polizia donna che intima all’uomo di piantarla lì, «adesso basta, basta»: l’uomo allora si altera per davvero e inizia ad urlare ad un palmo dal naso della bella poliziotta. «Che problema c’è? Arrestami! Eccoti il documento». La tensione sale e l’agente lo spintona via infastidita dall’aria di sfida del manifestante “fan” di Salvini: «Stai al posto tuo, il c*** a me non lo fai vedere», replica la donna in borghese. «Oh cosa tocchi? Io porto rispetto a un pubblico ufficiale, ma tu non mi devi toccare, cog****a!», ribadisce del tutto alterato l’uomo, non esattamente un premio Nobel per la Letteratura. Gli spintoni continuano ma l’uomo si allontana per andare ad aggredire verbalmente (anche perché tenuto da alcuni compagni) un giornalista che stava riprendendo il tutto: «o quella telecamere te la infilo..», ri-attacca il manifestante a Verona. Altri insulti omofobi prima di allontanarsi per chiudere un quadretto di cui avremmo, sinceramente, fatto a meno tutti..