Fa un certo effetto vedere uno dei leader presente al Congresso Mondiale sulle Famiglie – il presidente e fondatore del Family Day Massimo Gandolfini – essere in aperto scontro con una dei 7 figli adottati, nella fattispecie Maria, giunta fino a Verona per contrastare le posizioni e idee del padre impegnato nel maxi Congresso al Palazzo della Gran Guardia. In una intervista per il Messaggero, Maria Gandolfini attacca a tutto spiano il padre adottivo, spiegando di essere stata abbandonata dopo averli raccontato di essersi separata. «Quando mi sono separata, mio padre mi disse che sarei andata all’ inferno. E da quel momento non ha più voluto vedere i miei 4 figli. Anzi, mi assicurò che sarei finita tra le fiamme», spiega la 36enne in mezzo alla contromanifestazione transfemminista, «Per anni sono stata succube di mio padre: un dittatore. ci ha sempre nascosto perché ci avesse adottato a tutti. Mi ha fatto vivere nell’ incubo per una vita, e tante cose non posso raccontarle, ma alla fine mi sono ribellata. Ma ora sono senza lavoro». Il racconto è durissimo e lo screditamento di Gandolfini appare evidente: «mi ha lasciato senza lavoro», attacca la donna raccontando esser stata la sua segretaria fino alla separazione dal marito.



LA REPLICA DEL LEADER FAMILY DAY “MIA FIGLIA LIBERA, ALTRO CHE FASCISTA”

Addirittura secondo Maria Gandolfini, sui diritti a donne e gay Salvini è molto più ‘avanti’ di suo padre: «Sicuramente è più avanti di mio padre sui diritti delle donne. E questo lo apprezzo. Come non dispiacciono nemmeno le posizioni dei grillini. La verità è che tutti i partiti sono moderni rispetto alle idee di mio padre, che mi augura di finire all’ inferno». Inevitabile che il Messaggero cercasse poi anche Massimo Gandolfini per provare a capire se quelle parole della figlia fossero uno sfogo o se vi siano degli elementi di verità nel merito delle pesantissime accuse di Maria: «La considero una figlia. Che può avere la sua opinione. Anche se è molto diversa dalla mia. lo vede? Siamo in una democrazia. Anche mia figlia può dire quello che vuole, anche di suo padre. Anzi, ecco: questa è la dimostrazione che non sono un fascista. E viva la libertà di espressione». Infastidito che si parli della sua vita personale, il dramma familiare di Gandolfini rimane tale e “conferma” quanto il problema familiare non sia “limitato” ad una categoria in particolare: questo però non toglie, secondo lo stesso Gandolfini e altri intervenuti al Congresso di Verona, la battaglia per riaffermare la necessità di un padre e una madre per ogni singola creatura che nasce in questo mondo. Come ha ben ricordato il deputato di Noi con l’Italia Maurizio Lupi alla vigilia del Congresso sulle Famiglie «non bisogna scambiare le conseguenze con l’origine, che si cura la causa e non i sintomi, che bisogna cercare l’essenziale e il resto verrà. Depressa non è la famiglia, depressi sono l’uomo e la donna che la (non la) formano. La questione del rapporto fra l’uomo e la donna – diceva Benedetto XVI – “non può essere separata dalla domanda antica e sempre nuova dell’uomo su se stesso: chi sono? Cosa è l’uomo?”».



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