Potrebbe essere a una svolta decisiva il giallo attorno alla morte di Sissy Trovato Mazza, la giovane agente di polizia penitenziaria 29enne, morta lo scorso 12 gennaio dopo oltre due anni di agonia. Mentre la procura insiste nel sostenere la tesi del suicidio, la famiglia della ragazza rimasta gravemente ferita da un colpo di pistola esploso dalla sua stessa pistola di ordinanza il primo novembre 2016, respinge con forza tale ipotesi. Ora però, come riferisce Repubblica.it, giungono i risultati della perizia eseguita dai consulenti di parte, secondo la quale sull’arma sarebbero state trovate solo tracce del Dna della vittima. Nessuna traccia, dunque, di altre persone. I familiari di Sissy sostengono invece che sia potuto accadere qualcosa di molto più grande, dal momento che la ragazza aveva confidato problemi sul lavoro e lasciato scritti che avevano fatto immaginare “fatti gravi” riguardanti alcune colleghe nel carcere della Giudecca a Venezia. L’inchiesta, tuttavia, resta comunque aperta anche se ora, nella memoria conclusiva dei consulenti nominati dalla stessa famiglia Trovato, si evidenzia che le due sole tracce di sangue nel lato posteriore destro della pistola, appartengono proprio a Sissy. Dalle perizie sarebbe emerso un altro dato importante: non ci sarebbero stati interventi di formattazione o altra anomalia sul pc della ragazza.



SISSY TROVATO MAZZA, GIALLO A UNA SVOLTA?

Eppure, per i consulenti nominati dalla famiglia di Sissy Trovato Mazza, il “posizionamento e l’unicità” delle tracce ematiche sull’arma potrebbero essere il frutto di un imbrattamento avvenuto solo successivamente allo sparo. Ecco perchè secondo i legali difensori della famiglia, saranno necessari ulteriori approfondimenti per fare totale luce sulla dinamica e spazzare via ogni dubbio. Secondo chi la conosceva, Sissy era una vera “guerriera” e forse proprio la sua grande onestà potrebbe esserle costata molto. Solo dopo la sua morte, infatti, è trapelata la grande lotta che Sissy stava conducendo per i diritti delle detenute nel carcere della Giudecca dove era in servizio. Ai superiori aveva denunciato situazioni incredibili di spaccio di droga e comportamenti illeciti e immorali tra le detenute e alcune colleghe della 29enne calabrese. Eppure alle tante denunce non vi fu mai seguito ma anzi furono solo emessi rapporti disciplinari per l’agente. Dopo la morte dell’agente è anche emerso uno scritto nel quale Sissy chiedeva alla direttrice un appuntamento ma fu proprio la donna, a gennaio scorso, a fare chiarezza: “Mi parlò di dichiarazioni confidenziali raccolte da alcune detenute e che riguardavano esclusivamente un comportamento scorretto di un’agente nei confronti di una detenuta. Mai, in nessuna circostanza, né in quel frangente e neppure in passato, l’agente Trovato Mazza mi riferì di scambi di stupefacenti”. Ora, dopo le ultime novità, si avvicina sempre di più il momento per il giudice di decidere se archiviare il caso o procedere.

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