Un agguato in pieno giorno nel centro di un piccolo paesino a cavallo tra le provincie di Benevento e Caserta (Durazzano) sta letteralmente sconvolgendo la tranquilla comunità della località famosa soprattutto per l’impianto eolico appena fuori città: un duplice omicidio in piazza Galileo, in pieno centro, con suocero e genero freddati da un agguato a colpi di fucile (ma alcuni testimoni parlano di diversi colpi di pistola). Secondo quanto riportato da Ottopagine.it, l’ipotesi più accreditata degli inquirenti sarebbe quella di un movente legato ad un incidente stradale nell’aprile 2018, con relativa lite e furibonda rissa che avrebbe lasciati strascichi fino ai giorni nostri. Le vittime sono Mario Morgillo, 68 anni, e suo genero, Andrea Romano, 49 anni, entrambi familiari di un 31enne casertano, già noto alle forze dell’ordine, che da alcuni mesi è a Durazzano: su di lui potrebbero convergere le prime verifiche e sospetti, in attesa di capire se l’incidente di un anno fa possa aver generato il duplice omicidio di questo pomeriggio.



DURAZZANO CHOC, PARENTI UCCISI IN PIAZZA

Secondo quanto raccolto dai colleghi della cronaca locale di Benevento Ottopagine, la vicenda potrebbe essere spiegata secondo i primi sospetti avanzati dagli inquirenti: di recente quel trentenne di Durazzano avrebbe avuto un incidente con conseguente rissa (finita al centro di un procedimento giudiziario) aveva incontrato di nuovo il suo “avversario” dopo esser stato costretto a tornare in paese per la perdita del lavoro. Si segnala una rissa in un bar qualche giorno fa sempre nel paesino campano e dunque oggi, con l’agguato in piazza al genero e al suocero del 30enne, i primi sospetti non possono che andare contro l’altro contendente nel misterioso incidente di un anno fa. Indagano intanto i carabinieri del Nucleo investigativo e della Compagnia di Montesarchio, che hanno eseguito i primi rilievi ed avviato le indagini per risalire all’autore del terribile gesto: l’uomo sarebbe fuggito a bordo di un furgone. Sul posto il 118,  il sostituto procuratore Marilia Capitanio, il comandante provinciale dell’Arma, Puel, e la Squadra mobile: in un primo momento pareva che i due parenti si fossero uccisi a vicenda dopo una lite ma la notizia è stata smentita quasi subito dopo esser uscita su alcune agenzie di stampa.

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