Omicidio di Sana Cheema, il procuratore generale di Brescia indaga i famigliari della ragazza pakistana 25enne: facendo seguito all’apertura, circa due settimane fa, di una inchiesta da parte della Procura lombarda contro ignoti e senza alcuna ipotesi di reato, il pg Pier Luigi Maria Dell’Osso che aveva avocato a sé l’inchiesta sulla morte della ragazza ha iscritto nel registro degli indagati non solo il padre e lo zio di Sana ma anche uno dei suoi fratelli e l’accusa a loro carico è quella di omicidio, da cui tuttavia erano stati assolti di recente da un tribunale pakistano. In seguito a quella sentenza, anche il premier italiano Giuseppe Conte si era sentito in dovere di scrivere al suo omologo pakistano affinché fosse fatta giustizia per Sana e diversi esponenti del mondo politico, tra cui il Ministro degli Interni Matteo Salvini e la parlamentare di Fratelli D’Italia, Daniela Santanché, si erano scagliati contro la follia dell’estremismo islamico.
IL PG DI BRESCIA INDAGA I FAMILIARI
Come si ricorda, Sana (residente a Brescia da tempo) era stata trovata morta strangolata in Pakistan lo scorso aprile dopo aver rifiutato di acconsentire a sposare un uomo scelto dai suoi familiari nel più classico dei matrimoni combinati ancora purtroppo in voga nel Paese asiatico. I tre uomini attualmente iscritti nel registro degli indagati per omicidio dal procuratore generale di Brescia erano stati in un primo momento arrestati ed erano finiti a processo presso il tribunale pakistano di Gujarat assieme ad altre 8 persone, tutte però assolte e scagionati addirittura da qualsiasi accusa dato che secondo il giudice non c’erano “prove sufficienti” e inoltre si contestava la totale mancanza di testimoni.