Oggi è l’ultimo giorno del carnevale romano, il cosiddetto martedì grasso. Un po’ come l’epifania, è il giorno della festa ma anche della malinconia, visto che chiude una sei giorni, iniziata giovedì 28 febbraio (il giovedì grasso), di maschere e divertimenti. Si chiama così perché è l’ultimo giorno in cui si può mangiare “grasso”, di solito carni e salumi prima del digiuno, una tradizione tipicamente cattolica che però in molti hanno abbandonato. La cosa certa, come anticipato sopra, è che con oggi si chiude il carnevale romano (quello ambrosiano invece si festeggerà il prossimo weekend), dando di fatto il via al periodo di Quaresima. Domani si terrà infatti il “mercoledì delle ceneri”, detto così perché il prete, il parroco o il don, sono soliti spargere sul capo dei fedeli delle ceneri di ulivo. Tradizione religiosa a parte, nella giornata di oggi sono moltissimi coloro che si sono mascherati, per lo più piccini, che hanno sfilato con le loro “trasformazioni” accanto ai carri per le vie del proprio paese dal nord al sud della penisola.
CARNEVALE, MARTEDÌ GRASSO: PERCHÉ CI SI MASCHERA?
Ma perché ci si maschera a Carnevale? Una domanda che in molti si porgono ogni volta che ci si avvicina a questa festa, e la risposta la si trova nella nostra storia. La maschera ha sempre rappresentato un modo per trasgredire, per apparire chi non siamo davvero, e nel contempo, anche un oggetto mistico, per unirsi con una realtà spirituale, come ad esempio facevano i popoli primitivi. Diciamo che la tradizione di mascherarsi si diffuse in particolare a Venezia nel 13esimo secolo, che è di fatto la patria e la regina discussa di questa festa, e dove chi indossava una maschera poteva trasgredire da qualsiasi regola, insultando addirittura il doge, il “padrone” della città. A fine 1300 quest’usanza era così diffusa che vennero messe delle regole per limitare le “libertà” al mascherato. Il martedì grasso è quindi una festa che unisce due facce della stessa medaglia, da un lato quella giocosa e scherzosa tipica del Carnevale, dall’altra quella un po’ malinconica di chi è conscio che bisognerà aspettare un altro anno prima di mascherarsi, a meno che non si decida di festeggiare il weekend dove si celebra il rito ambrosiano…