4 anni e 4 mesi è il frutto della condanna comminata dal Tribunale di Prato contro Don Paolo Glaentzer, il prete accusato di abusi pedofili contro una piccola bambina di 10 anni nell’estate 2018: l’ex parroco della chiesa di San Rufignano a Sommaia di Calenzano era stato trovato in auto con la bimba vicino ad un supermercato in mezzo a palazzi della periferie fiorentina. Un uomo si era avvicinato insospettito dalla presenza di una bambina chiusa nell’abitacolo con il prete: avvicinatosi poi avrebbe scoperto l’abuso sessuale in corso e solo l’intervento dei Carabinieri evitò il linciaggio del sacerdote all’interno dell’abitacolo da parte di vari residenti corsi sul luogo. Oggi il Tribunale ha deciso di condannare a 4 anni di reclusione Don Paolo con l’accusa di violenza sessuale su bambina di 10 anni: il giudice ha poi stabilito un risarcimento di 50mila euro per la piccola vittima (anche se non per i genitori della stessa pur presentatisi in parte civile, i motivi saranno resi noti nelle motivazioni della sentenza tra 90 giorni).  La condanna è stata scontata di un terzo della pena per la scelta del rito abbreviato avvenuto in Tribunale a Prato: come riporta Repubblica Firenze, il prete è stato disposto ai domiciliari ed è stato anche interdetto «dai pubblici uffici e per lui il giudice ha disposto l’interdizione perpetua dal frequentare scuole e istituti dove sono presenti minori».

LA DIOCESI DI FIRENZE ERA PARTE CIVILE

«È la prima circostanza in cui un’arcidiocesi si costituisce parte civile contro un suo prelato», ha spiegato l’avvocato Paolo Ghetti della Diocesi di Firenze dopo la costituzione in parte civile dell’Arcivescovo Betori e di tutta l’Arcidiocesi fiorentina. «Un segnale di presa di coscienza della Chiesa sulla pedofilia in seguito alle iniziative di Papa Francesco», ha spiegato ai cronisti il procuratore capo di Prato, Giuseppe Nicolosi. Non vi sono per ora dichiarazioni ufficiali della difesa, con l’avvocato di Don Paolo Glaentzer che dopo la lettura della sentenza è uscito dal Tribunale senza ulteriori dichiarazioni. Durante l’interrogatorio in procura a Prato il sacerdote immediatamente sospeso dalla Diocesi di Firenze aveva confessato il tutto, spiegando anche che non si trattava della prima volta che si appartava con la bambina seguita tra l’altro da tempo dagli assistenti sociali. Ad aggiungere dolore ad una storia già di per sé ignobile, le parole del prete ora arrestato sempre durante gli interrogatori: «aveva anche dichiarato di intendere il suo rapporto con la bambina come una relazione affettiva, e che sarebbe stata sempre lei a prendere l’iniziativa. Gli episodi, più di uno, sarebbero avvenuti sempre nell’auto dell’uomo», riporta l’Ansa.