Continua l’inchiesta de Le Iene sulla morte di Willy Branchi, importanti novità grazie alla video intercettazione che vede protagonisti don Bruscagin e il sarto Rodrigo Turolla. Convocati dai magistrati, i due hanno iniziato a chiacchierare del fatto: «Dopo ci sono i nipoti di quelli che han fatto questo […] Dopo hanno i figli, i figli dei figli, è una brutta storia». «Non parlare con il telefono, fai attenzione», avverte il Don, «è’ sotto controllo». Il prete tenta di sviare il discorso e il sarto che sembra avere molte cose da dire, Bruscagin evita le domande di Rodrigo: «Che ne sai tu che eri a giocare a carte? Che ne so io che ero a letto?». Uno dei pochi dati certi è che Willy venne sentito urlare attorno all’1.30 vicino a via Bruno Buozzi, e poi trovato la mattina a un km di distanza. Chi lo ha trasportato lì e come? A questo punto Rodrigo dà un indizio da non sottovalutare: «Lui è stato caricato su una motorella, la moglie di questo bene ha voluto che portasse via la motorella perché non voleva più vederla a casa». E attenzione alla super rivelazione: «E’ venuta in casa mia una parente, a dire che quando lui è morto ha trovato una lettera che ha confermato che lui lo ha ucciso. E’ stato lui. Ma io non lo dico mica qua, non voglio mica immischiarmi». E l’avvocato della famiglia ha parlato di un’altra pista molto battuta dagli inquirenti, ovvero quella dei festini omosessuali: Willy sarebbe finito vittima di questo giro e ammazzato per aver minacciato di rivelare tutto alla sua famiglia. Clicca qui per il video. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
LE NOVITA’ SUL CASO
“Le Iene” tornano ad occuparsi di Willy Branchi, il 18enne barbaramente massacrato a Goro il 30 settembre 1988. Da allora non è mai stato accertato chi è l’assassino. Le prime indagini puntarono contro Valeriano Forzati, pluriomicida fuggito in Argentina subito dopo la morte del ragazzo e poi scagionato. Il programma di Italia 1 è entrato in possesso di un’intercettazione ambientale registrata negli uffici della Procura di Ferrara. Si sentono le confidenze di due personaggi chiave: il sarto, Rodrigo Turolla, e il sacerdote, don Tiziano Bruscagin. «È venuta in casa una parente a dire che quando lui è morto ha trovato una lettera che ha confermato che lui lo ha ucciso. È stato lui», dice il sarto di Goro. Proprio lui, secondo il sacerdote, sarebbe un testimone chiave per la soluzione di questo caso, che è stato già affrontato da “Le Iene” in due precedenti servizi. «Tu non ti ricordi che il procuratore qua ha detto “abbiamo nomi e cognomi”», dice don Tiziano Bruscagin al sarto. «E qualcuno ha parlato allora. Perché a Goro si sa tutto. I goresi sanno tutti perché il paese è piccolo, sappiamo tutto di tutti», risponde Rodrigo Turolla.
WILLY BRANCHI, VIDEO INTERCETTAZIONI A LE IENE
Il sarto, Rodrigo Turolla, e il sacerdote, don Tiziano Bruscagin, sono due personaggi chiave per arrivare alla verità sull’omicidio di Willy Branchi, ma entrambi sono finiti sotto indagine per false dichiarazioni al pm. Per la precisione, sono sei in tutto le persone accusate di aver detto il falso. Oltre al sarto e al parroco, ci sono anche Pierluigi Bordoni e Patrizio Mantovani, finiti sotto inchiesta nei primi giorni di dicembre, pochi giorni dopo la messa in onda dei servizi de “Le Iene”. Nel primo servizio Antonino Monteleone è andato a parlare con Rodrigo Turolla, indirizzati da don Tiziano perché il sarto viveva “muro con muro con il presunto assassino”. Inoltre, gli inviati de “Le Iene” hanno seguito una nuova pista, quella dei festini omosessuali con minorenni. Oggi il terzo capitolo dell’inchiesta. Le nuove indagini sull’omicidio di Willy Branchi comunque sono state ordinate l’anno scorso dal Gip dopo che la famiglia di Branchi, difesa dall’avvocato Simone Bianchi, si era opposta alla richiesta di archiviazione della Procura.