“Tempesta emotiva”: è questo il passaggio della sentenza sulla morte di Olga Matei che questi giorni ha riacceso il dibattito pubblico e fa discutere in merito al dimezzamento della pena al suo assassino dopo che già in precedenza l’uomo aveva evitato una condanna all’ergastolo. E a parlare della vicenda questo pomeriggio alla Vita in Diretta, assieme alla padrona di casa Francesca Fialdini, è lo psichiatra Gabriele Sani che ha attaccato la sentenza che a suo dire lascia sorpresi dal momento che non vi sono dei correlati clinici ma anche psicologici di questa “tempesta emotiva” che è stata ritenuta una attenuante nel raptus che ha portato il compagno ad uccidere Olga. “Attendiamo di leggere le motivazioni” ha continuato Sani spiegando però che le parole usate si riferiscono più a una descrizione tardo-adolescenziale e che mai la gelosia può essere usata come un’attenuante, semmai un’aggravante, per un femminicidio. “Usare concetti vaghi in una sentenza è pericoloso, dato che poi farà giurisprudenza in futuro” ha avvertito Sani, ribadendo che la gelosia nulla ha a che fare con l’amore ma solo con la dimensione del possesso e del narcisismo. (agg. di R. G. Flore)
“LA GELOSIA E’ UNA AGGRAVANTE”
Negli ultimi giorni hanno scaturito molte perplessità le motivazioni della sentenza relativa al processo sull’omicidio di Olga Matei e che ha visto una sostanziale riduzione della pena a carico di Michele Castaldo, l’omicida reo confesso. L’uomo avrebbe strangolato la sua ex compagna al culmine di un attacco di gelosia giustificata dai giudici del secondo grado come una “tempesta emotiva e passionale”, tale da portare alla riduzione della condanna da 30 a 16 anni. Una sentenza, quella giunta lo scorso novembre, che ha fatto particolarmente discutere e che ha portato a domandarsi sul vero significato delle parole dei giudici estrapolate dalla perizia psichiatrica compiuta sullo stesso imputato, in carcere da tre anni. “La tempesta emotiva è stata ritenuta più che un giustificativo della diminuzione della pena un motivo per concedere le attenuanti generiche unitamente alla confessione dell’imputato e al risarcimento della vittima”, ha spiegato l’avvocato Daniele Bocciolini intervenuto oggi sulla questione nel corso della trasmissione UnoMattina. “In realtà non è un’attenuante ma la gelosia è stata definita un’aggravante per sostenere i futili motivi”, ha aggiunto.
“TEMPESTA EMOTIVA”: SENTENZA CHOC GENERA LE PROTESTE
A sostenere la stessa tesi dell’avvocato Bocciolini è stata anche la procura di Bologna che ha deciso di presentare ricorso alla Suprema Corte dopo la decisione dei giudici dell’Appello in riferimento alla riduzione della pena a carico di Michele Castaldo per l’omicidio di Olga Matei. Nella sentenza, infatti, venivano concesse le attenuanti generiche per lo stato psicologico dell’uomo, che con la vittima aveva una relazione da circa un mese prima della tragedia. Ora, come riferisce Il Giornale, il pg Ignazio De Francisci chiede alla Suprema Corte di valutare la correttezza dei principi espressi. Dopo la sentenza choc molte donne ieri si sono date appuntamento davanti alla Corte d’Appello di Bologna per protestare contro la decisione dei giudici. “Vergogna”, hanno urlato le attiviste di diverse associazioni di difesa delle donne, come riferisce TgCom24. L’ex senatrice Pd Francesca Puglisi, che fa parte dell’associazione Towanda Dem ha aggiunto: “Una sentenza vergognosa, che ci porta anni indietro, quando c’era il diritto d’onore”.