Dopo la scoperta esplosiva della truffa dei diamanti, le banche stanno iniziando a risarcire i risparmiatori truffati, ovvero, coloro che hanno acquistato la pietra più ricercata al mondo, pensando che la stesse avessero un valore che in realtà si è rivelato ben più basso di quanto prospettato. Fra coloro che sono finiti nella rete dei diamanti, anche Don Piero, un prete che ha investito 25mila euro, i risparmi lasciatigli dai suoi genitori, pensando acquistare dei diamanti che gli avrebbero poi fruttato un bel margine. Peccato però che le pietre acquistate avevano un valore inferiore ai 6mila euro complessivi. «Mi hanno fatto una proposta in diamanti – racconta il prelato ai microfoni di Storie Italiane, Rai Uno – pensavo fosse un investimento in denaro e non in oggetti visto che dei diamanti non me ne faccio nulla, a me interessavano i 25 mila euro. Ero tranquillo – prosegue nel suo racconto Don Piero – ma una famiglia di amici che aveva investito in diamanti mi ha messo la pulce nell’orecchio e di conseguenza sono andato ad informarmi in banca».
TRUFFA DEI DIAMANTI: ANCHE DON PIERO FRA LE VITTIME
A quel punto Don Piero ha scoperto di non avere più i 25mila euro ma 3 diamanti, il cui valore, come detto sopra, è ben inferiore ai risparmi investiti. «Ora mi ritrovo con diamanti senza valore e senza i soldi, chiedo soltanto di riavere indietro il mio denaro anche perché ho una certa età, sono solo e devo iniziare a pensare alla mia vecchiaia». L’investimento era stato fatto nel 2015, e la banca aveva assicurato Don Piero in merito al fatto che nel 2018 gli avrebbero restituito i soldi con l’aggiunta di importanti interessi: «Mi avevano detto di stare tranquillo e che sarebbe stato un grande investimento». In collegamento anche Alessandro Coli, avvocato del prete, che ha specificato come i diamanti, oltre ad avere un valore complessivo di soli 5.800 euro, sono sprovvisti di certificazione ufficiale, quindi è molto difficile collocarli sul mercato. «Siamo in trattativa stragiudiziale – chiude il legale – poi valuteremo un’azione civile e attendiamo le indagini della procura di Pisa». Le banche, come detto in apertura, sembra che stiano iniziando a risarcire tutti i truffati.