Una fiaccolata molto partecipata quella andata in scena questa sera a Riccione in ricordo di Olga Matei, la donna uccisa da Michele Castaldo, l’uomo con cui aveva intrattenuto una relazione dopo averlo conosciuto online e finito al centro delle polemiche dopo lo sconto di pena ricevuto e motivato dal giudice della Corte d’appello di Bologna dal fatto che fosse preda di una “tempesta emotiva”. Castaldo nel frattempo ha tentato il suicidio: lunedì è stato ritrovato in cella privo di sensi dopo aver ingerito una sostanza tossica e adesso versa in gravi condizioni all’ospedale di Ferrara. Come riportato da Il Resto del Carlino, Castaldo aveva anticipato la sua volontà suicida in una lettera ricevuta oggi dal suo avvocato, Monica Castiglioni, l’avvocato del Foro di Rimini finita nel mirino degli haters con minacce e parole pesanti per aver “aiutato” l’assassino, reo confesso, ad ottenere uno sconto di pena. (agg. di Dario D’Angelo)
MICHELE CASTALDO, MINACCE AL LEGALE
Una fiaccolata silenziosa e composta, quella in corso questa sera a Riccione per ricordare Olga Matei uccisa nell’ottobre di tre anni fa. La fiaccolata è stata trasmessa in diretta dalla pagina Facebook del programma di Quarto Grado che dalle 22.00, come annunciato dall’inviato Remo Croci, si collegherà con la città. La donna fu strangolata nel suo appartamento tre anni fa da Michele Castaldo che, come spiegò, fu “vittima della sua gelosia”. L’uomo confessò il delitto e di recente ha ottenuto il dimezzamento della condanna a 16 anni in Appello, con motivazioni che hanno fatto lungamente discutere. Oggi, come spiegato dall’inviato di Quarto Grado, è arrivata una lettera al suo difensore, avvocato Monica Castiglioni, che in questi giorni ha ricevuto insulti e minacce per aver difeso un uomo, assassino reo confesso, sebbene non siamo mancate anche reazioni di solidarietà. Il penitenziario ha dato l’autorizzazione al legale a diffondere il contenuto della missiva nella quale Castaldo minacciava il suicidio, che di fatto ha tentato. Il tentativo di togliersi la vita è avvenuto lo scorso lunedì quando gli agenti di polizia penitenziaria lo hanno trovato privo di sensi sulla sua branda. Da qui l’immediato intervento ed il ricovero all’ospedale di Ferrara dove ora si trova in coma, in gravi condizioni. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
MICHELE CASTALDO HA TENTATO IL SUICIDIO
Michele Castaldo, l’assassino reo confesso di Olga Matei e che negli ultimi giorni era stato al centro dell’attenzione mediatica ha tentato il suicidio. E’ questa l’ultima notizia resa nota dalla pagina ufficiale di Quarto Grado che stasera aveva in programma di commentare le motivazioni della sentenza di secondo grado con la quale era stata dimezzata la sua condanna da 30 a 16 anni di carcere. L’uomo avrebbe ingerito una sostanza tossica ed attualmente è in coma all’ospedale di Ferrara. Il suo legale, l’avvocato Monica Castiglioni, aveva ricevuto questa mattina una lettera da Castaldo nella quale aveva annunciato le intenzioni di farla finita. La missiva è stata integralmente pubblicata sulla pagina Facebook della trasmissione: “Bene la chiudo qui altrimenti sembra che mi voglio giustificare”, si legge. Poi, rivolgendosi al suo avvocato scrive: “Vorrei che questa lettera la rendessi pubblica nel modo che tieni più giusto. Io lascerò una lettera al carcere dicendo che i soldi che ho sul conto devono essere dati a te (3500 euro circa)”. Sempre al suo difensore ribadisce la volontà di voler essere cremato ma con un cambio di programma: “Se puoi le mie ceneri devono essere sparse in mare. Credo che con i soldi che ti lascio riesci a coprire le spese”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
PENA DIMEZZATA AL KILLER: TEMPESTA EMOTIVA
Ha scatenato una vera e propria bufera la sentenza della Corte d’Appello d’Assise di Bologna per il delitto di Olga Matei: la pena comminata al killer Michele Castaldo è stata dimezzata da 30 a 16 anni di reclusione. La 46enne venne uccisa a mani nude lo scorso 5 ottobre del 2016 a Riccione dal suo compagno, che secondo i giudici era in preda a una tempesta emotiva, idonea a influire sulla misura della responsabilità penale. Il pg Paolo Giovagnoli aveva chiesto la conferma della pena comminata in primo grado, ma la Corte ha deciso diversamente: oltre alla confessione dell’omicida, è stata presa in considerazione la forte gelosia provata dall’uomo «a causa delle sue poco felici esperienze di vita una soverchiante tempesta emotiva e passionale che si manifestò subito dopo anche col teatrale tentativo di suicidio».
OLGA MATEI, SENTENZA CHOC
Grande sconcerto a Riccione per la sentenza della Corte d’Appello d’Assise. Tiziana Alario, un’amica di Olga, ha chiesto giustizia ai microfoni di Mattino 5: «Non sono d’accordo con la sentenza, venerdì abbiamo organizzato una fiaccolata contro la sentenza e in onore di Olga e di tutte le donne». Tiziana, che ha conosciuto la 46enne moldava quando ha portato la bimba alla scuola materna, ha aggiunto: «Stavano insieme da pochissimo, da appena un mese. Aveva capito subito dai messaggi e dalla sua gelosia non giustificata che era un violento, aveva deciso di mollarlo: alla fine era una frequentazione. Si erano conosciuti a un compleanno, si conoscevano da tre mesi. Chiedo solo giustizia e per tutte le donne». Un pensiero per la bimba di Olga, rimasta senza la sua mamma: «Sono state tolte due vite, quella di Olga e quella della sua bambina».
LA PROTESTA DELLE ASSOCIAZIONI
Sono state diverse le iniziative intraprese per chiedere giustizia per Olga Matei, con il Mama’s club di Ravenna che ha deciso di modificare il programma della serata di venerdì 8 marzo, giorno in cui si celebra la festa della donna. Ecco le parole dell’associazione riportate da Ravenna Today: «La pena dimezzata è avvenuta in prossimità dell’otto marzo, giornata internazionale della donna che intende ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in quasi tutte le parti del mondo. Per queste ragioni aderiamo allo sciopero internazionale indetto dai movimenti delle donne». Anche Linea Rosa, Casa delle Donne e Unione donne italiane hanno preso posizione: «Siamo stupite e indignate per questa sentenza. Ci opponiamo con forza a una cultura sociale, politica e giuridica che giustifica la violenza maschile sulle donne in nome delle “passioni e del troppo amore”, nascondendo le dinamiche di potere e di controllo esercitate nei confronti delle donne. Nel 2018 è stata uccisa una donna ogni tre giorni: i femminicidi continuano a essere una tragica conseguenza per le donne che vogliono liberarsi da relazioni soffocanti e violente. Ci uniamo alle donne bolognesi nel sostenere la Procura Generale di Bologna che farà ricorso in Cassazione contro la sentenza e continueremo a mobilitarci fino a quando non ci sarà una vera giustizia per tutte le donne».