Dopo 17 anni la svolta, forse, è alle porte: dopo le analisi del dna rinvenuto sul corpo di Desirée Piovanelli negli scorsi giorni si è scoperto che ci sarebbe stato anche un quinto uomo sul luogo del delitto e la famosa pista della pedofilia – sempre rilanciata dal padre della giovane ragazzina 14enne uccisa a coltellate il 28 settembre 2002 in una cascina a Leno (Brescia) – potrebbe a questo punto essere realmente quella “giusta”. «Mia figlia non è stata uccisa per avere detto no a un rapporto sessuale. Ma perché dietro al suo omicidio ci sono un mandante e un giro di pedofilia», scrive Maurizio Piovanelli a Repubblica commentando gli ultimi esiti dei prelievi sul corpo dell’amata figlia. Non solo, il papà di Desirée aggiunge come quel possibile quinto uomo emerso nelle tracce Dna potrebbe essere lo stesso riferito da un residente di Leno qualche mese fa: «lo scorso gennaio ha scritto una lettera alla Procura, firmandosi con nome e cognome, indicando che trattasi di un noto pedofilo, e in effetti l’uomo risulta agli inquirenti già condannato per questo reato», scrive ancora papà Piovanelli.
LA PEDOFILIA E IL “QUINTO UOMO”
La convinzione di questa nuova pista è legata proprio a quelle due tracce biologiche analizzate dalla Procura di Brescia sul giubbotto di Desirée Piovanelli, sul petto e sul gomito destro. Non furono mai analizzate anche se gli stessi Ris di Parma le avevano già ricondotte ad un soggetto di sesso maschile diverso dai 4 indagati (3 coetanei e un operaio già condannati e in carcere). «Non so perché, ora mi auguro che la procura cerchi questo ignoto», raccontò qualche giorno fa sempre papà Piovanelli in attesa che qualcosa possa davvero cambiare nel cupo caso “aperto” dal 2002. «Ci stiamo lavorando» è il primo e finora unico commento del procuratore capo Carlo Nocerino ai colleghi del Giornale di Brescia in merito alla traccia biologica ritrovata già nel 2002 sul giubbino della vittima: la lugubre pista della pedofilia pesa come un macigno, specie perché anche l’altro condannato adulto ha sempre rigettato ogni responsabilità, chiedendo in più occasione la revisione del processo.