Anziché istruire le pratiche per i rimborsi spese dei colleghi dirottava i soldi sui conti correnti personali, accantonando così quasi 1,4 milioni di euro, la maggior parte dei quali usati per giocare alle video lottery. Per questo Vincenzo Zumbo, funzionario del ministero della Salute, è stato arrestato oggi dalla Guardia di Finanza. Nelle intercettazioni riportate dall’ordinanza firmata dal gip Flavia Costantini, le parole del funzionario arrestato sono inequivocabili. «Aumentava il mio ego nel senso che comunque riuscivo a fotterli tutti senza colpo ferire, e riuscivo a eludere qualunque controllo….». Secondo l’accusa, Zumbo spendeva duemila euro al giorno tra un centro scommesse, una sala giochi e i video lottery. «I soldi chiamano i soldi», diceva a un’amica con cui condivideva la passione per le scommesse. «Se mi va di giocare mille euro me li gioco, capito?». Per il gip le misure cautelari diverse dal carcere «appaiono inidonee» per il pericolo di reiterazione di reato: l’uomo «anche agli arresti domiciliari potrebbe o compiere ulteriori atti dispositivi del denaro di cui si è illecitamente appropriato o continuare a dissipare i propri beni giocando d’azzardo online o telefonicamente». (agg. di Silvana Palazzo)



ERA INSOSPETTABILE

Negli ultimi due anni ha dirottato sul proprio conto corrente somme per quasi un milione e mezzo di euro di fondi pubblici giocando sulla stima che i suoi colleghi al ministero della Salute nutrivano nei suoi confronti. Questo, in sintesi, il piano di un funzionario del dicastero arrestato dal Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di finanza per peculato dopo alcuni approfondimenti antiriciclaggio relativi a transazioni finanziarie anomale. L’uomo, che era in servizio presso la Direzione generale del personale, dell’organizzazione e del bilancio del ministero, secondo quanto riferito da Il Messaggero, invece di istruire le pratiche per i rimborsi spese dei colleghi le falsificava facendo affidamento sulla sua grande conoscenza della macchina amministrativa. Il funzionario seguiva infatti le varie pratiche in diversi uffici del ministero e nessuno dubitava di lui essendo l’uomo il principale referente per quel tipo di lavoro. (agg. di Dario D’Angelo)



FUNZIONARIO MINISTERO SALUTE ARRESTATO

Un funzionario del ministero della Salute, il 55enne V.Z., è stato arrestato questa mattina dal Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza con l’accusa di peculato. Secondo le accuse, come spiega Il Mattino nell’edizione online, negli ultimi due anni l’uomo avrebbe fatto confluire sui propri conti correnti personali somme per quasi 1,4 milioni (esattamente 1.395.000 euro) di sodi pubblici. La maggior parte del denaro sottratto, secondo quanto appurato dai militari della Gdf, sarebbe stato usato per effettuare operazioni di gioco d’azzardo presso diverse sale video-lottery della Capitale. Altre somme, invece, sarebbero state trasferite sui conti correnti dei propri familiari. Il 55enne è un impiegato nella settore della Direzione Generale del personale, dell’organizzazione e del bilancio e proprio questa mattina è stata eseguita nei suoi confronti un’ordinanza emessa dal gip applicativa della misura cautelare in carcere.



FUNZIONARIO MINISTERO SALUTE ARRESTATO PER PECULATO E AUTORICICLAGGIO

Oltre all’arresto del funzionario del ministero della Salute accusato di peculato, i militari della Gdf avrebbero provveduto anche a procedere con il sequestro dei conti correnti del 55enne ma anche di beni mobili ed immobili e valori dell’indagato per un totale pari a circa 200mila euro. Inoltre, sempre su disposizione dell’autorità giudiziaria sono stati perquisiti i luoghi nella disponibilità del 55enne, tra cui il suo ufficio ministeriale. Come riferisce Agi.it, tra le altre ipotesi di reato a carico dell’indagato, oltre che peculato si sottolinea anche l’autoriciclaggio. Le indagini sono scattate proprio in seguito ad approfondimenti antiriciclaggio in riferimento a transazioni finanziarie anomale, sulla base di un vero piano ampiamente progettato. Dopo aver ricevuto le fatture dalle società che avevano reso servizi al Ministero, le falsificava inserendo nei mandati di pagamento il proprio Iban anziché quello del vero beneficiario.