La mamma era in casa mentre il padre lo aveva incatenato e ancora non è chiaro perché non sia intervenuta (forse per paura che le facesse passare lo stesso trattamento, o peggio all’altra sorellina?) per provare a liberare il ragazzino “ribelle” che aveva passato fuori casa i due giorni precedenti. Il dramma di Ladispoli offre ancora molti punti oscuri: a Pomeriggio 5 l’inviata, dopo aver raccolto le ultime informazioni dagli inquirenti e dai vicini di casa della famiglia rumena protagonista dell’assurda vicenda, avanza l’ipotesi che in casa potessero avvenire da tempo abusi che spiegherebbero il perché la donna fosse terrorizzata anche solo dall’idea di contravvenire all’imposizione del marito nel voler incatenare il figlio al letto per 2 giorni senza cibo, acqua o servizi intimi. Stamane a Mattino5, lo psichiatra e criminologo Massimo Picozzi – commentando il triste episodio – offre un punto di vista “nuovo”: «Questa volta non si tratta di degrado sociale. Si tratta di una situazione di violenza domestica con un padre padrone e la madre succube ora il rischio è che il minore si convinca che la violenza sia l’unica modalità di comunicazione». (agg. di Niccolò Magnani)



LA MADRE SAPEVA

I dettagli che trapelano da Roma Fanpage, in merito all’ennesima storia di maltrattamenti familiari, sono incredibili. Il 17enne tenuto incatenato dal padre – un 38enne romeno – senza cibo e senza acqua per due giorni, era già stato vittima in precedenza delle violenze del genitore. Questo episodio ha rappresentato infatti solo l’apice di una serie di maltrattamenti messi in atto nei suoi confronti, come emerso poi dal suo racconto agli inquirenti. Dopo essere riuscito a scappare dalle catene che lo tenevano legato al letto di casa ed aver bussato alla porta della vicina che ha poi allertato le forze dell’ordine, il giovane aveva spiegato di essersi riuscito a liberare grazie al suo ingegno. Il minorenne aveva usato una lima di ferro che si trovava sul terrazzo trascinandosi dietro il letto e l’ha usata per scappare. Il ragazzo ha poi raccontato ai carabinieri che quello era solo uno dei tanti episodi di maltrattamenti, vessazioni e violenze delle quali anche la madre ne era tristemente a conoscenza ma che aveva da sempre taciuto per paura. Ora, per la sua famiglia è finalmente finito un incubo. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



ARRESTATO 38ENNE RUMENO

Una storia agghiacciante ci giunge dalla provincia di Roma, precisamente da Ladispoli, dove un ragazzo di soli 17 anni è stato trovato incatenato al divano di casa, senza cibo ne acqua. Il Messaggero fornisce alcuni particolari inquietanti di questa vicenda, a cominciare dal perché di tale gesto folle nei confronti del minorenne da parte del padre: i due avevano litigato e il giovane era uscito di casa, ma il genitore è uscito in strada per riprenderlo, per poi punirlo per l’ennesima volta in modo violento. Una volta tornati nella loro abitazione, il padre ha legato le caviglie del figlio con una catena, per poi legarlo con un’altra catena ad un divano letto. Per due giorni il ragazzo non ha ricevuto ne cibo ne acqua, poi, approfittando dell’uscita del padre, è riuscito a trascinare non senza fatica, visto anche il sangue che gli usciva dalle caviglie, il divano letto verso la finestra che dava su un balconcino. A quel punto ha preso una lima ed ha iniziato a tagliare le catene con il terrore che il padre potesse tornare da un momento all’altro. Si è poi trascinato su un pianerottolo, con le caviglie incatenate, ed ha chiesto aiuto ad una vicina di casa. Lei, accortasi di quanto stesse accadendo, ha immediatamente avvisato i carabinieri che hanno salvato il 17enne e arrestato il padre, un rumeno incensurato di 38 anni, proprietario di una ditta di autotrasporti spesso ubriaco. Ai militari il giovane ha spiegato di essere già stato picchiato in passato sempre dal genitore, difendendo poi la madre, sostenendo che la donna non era mai intervenuta in difesa del figlio per paura di poter a sua volta venire picchiata. L’uomo è al momento in manette con le accuse di sequestro di persona e maltrattamenti in famiglia, e si trova presso il carcere di Civitavecchia. Il tribunale dei minore dovrà decidere se riaffidare il 17enne alla madre o meno. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



INCATENA IL FIGLIO: SENZA ACQUA E CIBO PER 2 GIORNI

Roma, figlio incatenato dopo un litigio: 17enne per due giorni senza acqua e cibo. Questo quanto accaduto in quel di Ladispoli, con il giovane che è riuscito a liberarsi nella giornata di domenica grazie a una lima per segare la catena che lo assicurava al letto: il diciassettenne ha poi chiesto aiuto alla vicina di casa, che ha contattato immediatamente i soccorsi. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia locale, che hanno rintracciato e arrestato il padre: il 38enne romeno è stato ammanettato con l’accusa di sequestro di persona e maltrattamenti in famiglia. Il giovane sta bene ma sono state ore particolarmente delicate, basti pensare che all’arrivo dei soccorsi aveva ancora i piedi legati, come riporta il Corriere della Sera.

FIGLIO INCATENATO DOPO UN LITIGIO: DRAMMA A LADISPOLI

Il diciassettenne è stato poi sentito dalle forze dell’ordine ed ha raccontato le violenze e le sopraffazioni tra le mura domestiche. Il Corriere della Sera riporta che alla fine della scorsa settimana il ragazzo aveva avuto un diverbio con il genitore 38enne, che al suo rientro a casa lo ha picchiato, per poi immobilizzarlo al letto per punizione. In corso in queste ore gli accertamenti dei carabinieri di Civitavecchia per capire da quanto tempo la storia andasse avanti, con il padre che in questo momento si trova presso la casa circondariale di Civitavecchia. Una punizione choc, così come le condizioni del ragazzo una volta raggiunto dai soccorritori: debolezza fisica e sconforto, ma per fortuna tutto è finito per il meglio.